Firenze, 12 dicembre 2008- A dirlo il presidente della Regione Toscana Claudio Martini sulla vicenda di Eluana Englaro, e rispondendo così all'invito del presidente del Consiglio Regionale, a circa un mese dalla sentenza che autorizza la sospensione dell’alimentazione artificiale a Eluana Englaro, la ragazza in coma da 17 anni.
Di fronte alla proposta di Riccardo Nencini di ospitare in Toscana Eluana Englaro, Annamaria Celesti, Vicepresidente della Commissione Sanità, interviene sul caso: "La Toscana, da sempre terra di libertà e diritti, è chiamata a dare dignità ai propri cittadini durante tutto il percorso di vita, dalla nascita fino alla fase terminale.
Questo significa non dare la morte ma accompagnare i toscani nella fase finale della loro esistenza senza accanimento terapeutico, il che significa (così come recita il codice deontologico medico) “non effettuare né favorire trattamenti finalizzati a provocarne la morte, astenendosi dall’ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa fondatamente attendere un beneficio per la salute del malato o un miglioramento della qualità della vita”. Così come non si può accettare l’abbandono terapeutico e per evitarlo occorre che la Regione potenzi strutture adeguate come gli Ospis e l’assistenza domiciliare, formando il personale sanitario per ricercare tutte quelle soluzioni che possano alleviare le sofferenze.
Ed è inoltre auspicabile che ogni Regione trovi all’interno della propria organizzazione sanitaria le risposte ai bisogni di salute dei propri cittadini con l’obiettivo di evitare finalmente i viaggi della speranza e paradossalmente come in questa tragedia di Eluana, un viaggio verso la morte".
Il coordinatore della segreteria regionale del PD, Luca Sani, interviene in veste di responsabile regionale della sanità: «In questo Paese – sottolinea Lua Sani – bisogna che si facciano rispettare una volta per tutte le sentenze della Magistratura che garantiscono l’esercizio di un diritto, senza che questo debba significare fra Guefi e Ghibellini.
La vicenda di Eluana Englaro e di suo padre meriterebbe rispetto e discrezione, invece di essere utilizzata a fini ideologici per trarne un presunto vantaggio politico. Per questo non è condivisibile l’atteggiamento che anche in queste ultime ore sta tenendo il presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini, come alti hanno fatto per motivi opposti prima di lui. Il diritto di Eluana Englaro a morire è stato sancito dalla Cassazione, e la sua famiglia deve essere messa in grado di poter rispettare la sua volontà ricorrendo ad una struttura pubblica vicina alla residenza della ragazza.
Non è infatti accettabile che in questo Paese si debba assistere a fenomeni di “turismo della morte” per esercitare un diritto».