Firenze- A un mese dalla pronuncia della Cassazione sul caso di Eluana Englaro, la ragazza in coma da 17 anni, sarà forse la Toscana ad offrire a Eluana Englaro, se dovesse occorrere, quel 'dignitoso accompagnamento' alla fine vita. Ormai c'è la sentenza passata in giudicato che autorizza il padre a staccare la tecnologia medica che la tiene in vita.
“La Toscana ha costruito in anticipo rispetto agli altri paesi i valori che stanno a fondamento dei diritti dell’ uomo, del rispetto della sua dignità e identità.
Sia la Toscana ad offrire a Eluana Englaro, se dovesse occorrere, quel ‘dignitoso accompagnamento’ alla fine vita, del quale si legge nella sentenza della Cassazione’’. Riccardo Nencini, Presidente del Consiglio regionale della Toscana, rompe il silenzio che si era imposto sulla vicenda che ha visto anche la sua regione al centro delle ipotesi per Eluana Englaro, mettendosi prima in contatto con l’ assessore alla sanità Enrico Rossi, e poi prendendo una posizione decisa “non- sottolinea in una dichiarazione - in termini di etiche diverse, diverse concezioni della vita, diverse visioni religiose, ma secondo una laica distinzione fra etica e diritti”.
“Io ho grande rispetto per chi pensa, con fede ed amore, ad un ‘padre celeste’ in nome del quale ogni forma di vita, anche solo vegetativa, va difesa; ma esiste - osserva - il rispetto anche per quel padre terreno, nei panni del quale nessuno di noi vorrebbe mai trovarsi, che vuole accompagnare dignitosamente alla fine della vita, la sua Eluana”. “E’ in nome di questo - conclude - che dobbiamo offrire una opportunità; la Toscana non può farsi da parte, in nome di quel patrimonio di valori sui quali ha fondato la sua identità storica”.