La sintesi fra immaginazione e conoscenza da un lato e perfezione tecnica e stilistica dall’altro, concetto e forma che si fondono nel segno impresso: questa è la sostanza dell’arte di Érik Desmazières, l’artista francese che presenta una cinquantina delle sue incisioni alla Galleria del Bisonte, dal 28 novembre 2008 al 16 gennaio 2009. La mostra apre le manifestazioni per i cinquant’anni della storica stamperia che nacque a Firenze nel 1959 grazie all’iniziativa di Maria Luigia Guaita.
Nato a Rabat nel 1948, figlio di un diplomatico, Desmazières – dopo una laurea in scienze politiche – scoprì la sua inclinazione per l’arte grafica, che gli consentiva di trasporre con acribia filologica i vagabondaggi della sua mente errante, attratta dai grandi maestri del passato, le cui opere, nella loro diversità stilistica e tematica egli riconduce a un tracciato che è solo suo, inequivocabile.
La eccezionale abilità tecnica gli consente di rendere ciò che è visionario con realistica oggettività, suscitando nell’osservatore un sentimento di compresenza quasi medianica.
Sono i mondi di Bosch, Piranesi, Brueghel, Callot, Duerer che Desmazières evoca, distanzia, rilegge, interpreta e infine propone come un arduo quesito, al quale ci sembra di esser sollecitati a dare risposta.
Un mondo di immagini, attraverso il quale la storia del pensiero occidentale è chiamata in causa, partendo dal tema della città, pietra basilare dell’opera di Desmazières. I suoi estimatori la definiscono”archeologia fantastica”, contenitore di altre suggestioni: città sotterranee o sulla roccia, terrazze, bastioni, la torre di Babele, già resa immortale da Brueghel, titolata anche simbolicamente “ingresso alla biblioteca”, e accostata, in una successiva incisione, alla mitica biblioteca di Alessandria, labirinto di libri, metafora del mondo.
Una posizione particolare, nell’opera dell’artista, è riservata alle “Tentazioni di Sant’Antonio”, ispirate a una copia che Antonio Mei Tinghi aveva fatto dall’originale di Jacques Callot e dedicato a Ferdinando II dei Medici.
Desmazierès le ripropone in versioni e colori diversi, quasi ad richiamare una festa carnevalesca alla corte medicea.
E infine le vele, anch’esse architetture, al tempo stesso fisse e mobili, pronte a seguire il vento e a delimitare gli spazi.
Le opere esposte sono frutto del lavoro degli ultimi trent’anni dell’artista e la mostra del Bisonte è un’occasione per rinnovare nel pubblico l’attenzione per la grafica d’arte originale di altissima qualità. Desmazières è infatti considerato maestro dell’incisione francese contemporanea, uno dei migliori della sua generazione.
La mostra è curata da Rodolfo Ceccotti e corredata da un catalogo edito dalla Fondazione Il Bisonte e dal Museo della Grafica di Pisa, che ospiterà la mostra a conclusione della manifestazione fiorentina, della quale è partecipe anche l’ Istituto Francese di Firenze.
Nel catalogo saranno pubblicati i testi di Maxime Prèaud, Conservatore del Dipartimento delle Stampe della Biblioteca Nazionale di Parigi, e dei docenti dell’Università di Pisa Lucia Tongiorgi Tomasi e Alessandro Tosi quest’ultimo direttore scientifico del Museo della Grafica di Pisa.