Firenze, 13.11.08 - Nel panorama figurativo toscano dell'Ottocento Pietro Benvenuti, massimo protagonista negli anni che segnano il passaggio dal Neoclassicismo all'affermazione del Romanticismo, ha svolto un ruolo determinante reggendo, in qualità di direttore dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, le sorti della cultura pittorica dei primi quattro decenni di quel secolo. Oggi una ventina di suoi disegni inediti, reperiti dall'accademico Roberto Giovannelli e pubblicati da Polistampa nel volume Il nudo in scena (pp.
256, euro 18), formano assieme a una carrellata di rare opere di altri artisti di fama un lungo viaggio, fisico e metaforico, all'interno dell'Accademia Fiorentina delle Belle Arti: Appiani, Bezzuoli, Nenci, Cheloni, il "tenente" Morghen, Armando Spadini. Un lavoro originale quello di Giovannelli, una felice contaminazione tra il saggio, la favola letteraria e l'autobiografia. Una riflessione malinconica e amara, solcata dalla nostalgia per l'identità ormai perduta di una vera e propria culla per la cultura locale, nazionale e internazionale.
"Un testo per forza anomalo - riconosce l'autore - perché è il prodotto di un pittore che scrive, per cui il rapporto è condizionato in quanto sempre filtrato dalle arti figurative". Riflettendo sulla propria esperienza di artista, sull'insegnamento e il lavoro all'Accademia di Firenze, Giovannelli ripercorre il travaglio di un'epoca. Egli fa luce su quel mondo artistico che ha preceduto la diaspora delle infinite tendenze, con l'obiettivo d'individuare il preciso inizio della crisi. Un viaggio singolare e autentico, una stimolante rassegna di percorsi artistici di maestri, di ambienti, di travagli storici, di tecniche perdute.
Antonio Pagliai