Il riordino delle Comunità montane previsto dalla legge regionale 37 ha avuto il seguente esito: dalle 20 comunità montane si è passati a 14 CM e 4 Unioni speciali dei comuni. Per l’Arcipelago toscano è partito dal primo novembre il commissariamento, che durerà fino al 31 dicembre 2008, quando le competenze passeranno alla Provincia di Livorno. Questo perchè alcuni comuni dell’Arcipelago non hanno accettato che laCM venisse trasformata in Unione, come indicato dalla Regione Toscana.
“Adesso siamo pronti ad affrontare il futuro - ha dichiarato Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana -insieme a tutti i soggetti che fanno parte delle CM e delle Unioni speciali.
Mi dispiace per la posizione assunta da qualche comune dell’Arcipelago che ha fatto saltare la costituzione dell’Unione speciale, creando le premesse per le difficoltà future che dovranno affrontare i comuni dell’Arcipelago”.
Eppure al momento della votazione in Consiglio regionale sulla legge di riordino il centro-destra si era astenuto, non aveva votato contro! In occasione dell’approvazione della legge l’assessore alle Riforme istituzionali e agli Enti locali Agostino Fragai dichiarò che “l’atto apre ad uno sviluppo ulteriore che trova traccia nel Piano regionale di sviluppo”.
Fragai si disse “convinto” della necessità di riformare il sistema delle autonomie locali: “semplificare per governare meglio è la nostra bussola. Si fanno sforzi non in un’ottica di riduzione delle sedi democratiche quanto per evitare inutili e costosi doppioni”.
Fragai quindi ebbe modo di ribadire come il provvedimento “non cambia in alcun modo la vita dei cittadini e delle imprese dei territori dove si opereranno i tagli. Le politiche regionali sono estremamente chiare in questo senso: tutti i cittadini, siano essi dentro o fuori le Comunità montane, hanno gli stessi diritti”.
“Per la Regione Toscana, per le Comunità Montane, per i Comuni e il territorio montano - ha detto Giurlani - questo è un risultato fondamentale e paradigmatico perché riconosce la funzionalità e l’imprescindibilità di questi enti, ancora oggi tacciati di essere zavorre dello Stato italiano.
L’avere oggi in mano una legge di riordino significa fruire anche di uno strumento di tutela contro eventuali e ulteriori attacchi. Ma il nostro cammino non è terminato. Dalla Regione Toscana, una delle poche ad ottemperare per il momento alla legge 244/07, abbiamo avuto conferma della volontà di difendere la Montagna . La mia speranza è che si proceda anche a livello centrale con un dialogo e un confronto che aneli allo sviluppo e alla crescita del territorio, senza colpi di machete”.