Rincine (Fi)– La legislazione regionale sulla tutela e la valorizzazione del patrimonio forestale richiede aggiornamenti e modifiche, soprattutto per mettere gli operatori privati nelle condizioni di svolgere anche un ruolo di custodi di questo importante bene collettivo. È quanto emerso dalla giornata di lavori del convegno “la Toscana dell’acqua e delle foreste”, organizzato dalla commissione Agricoltura del Consiglio regionale nel complesso demaniale di Rincine (Fi). Nelle conclusioni, il presidente Aldo Manetti ha annunciato che la commissione sta lavorando ad un atto di indirizzo rivolto alla Giunta regionale, atto nel quale “saranno inserite le istanze emerse nel corso del dibattito”.
Tre le priorità: ridurre al minimo la vulnerabilità del sistema; sviluppare figure di imprenditori e operatori “custodi” dei nostri boschi; arrivare ad un approccio multifunzionale e non più legato ad una concezione produttivistica della risorsa-foreste.
Fra le proposte avanzate, dai rappresentanti delle imprese del settore quella di una tassa di scopo a sostegno del sistema forestale toscano. In risposta a queste sollecitazioni, la commissione Agricoltura, attraverso il consigliere Nicola Danti ha spiegato come “non sia pensabile, nel quadro economico attuale, la destinazione di risorse aggiuntive in questo come in molti altri settori”.
Quanto alla tassa di scopo, “si dovrebbero piuttosto studiare soluzioni legate ad imposte addizionali, come ha fatto la Regione Piemonte sull’acqua”. Da parte sua, la consigliera Angela Notaro ha insistito sul sostegno ai giovani che tornano al lavoro agricolo e ha suggerito alla Regione “di favorire il ricorso agli incentivi governativi il cui stanziamento è stato annunciato in questi giorni”. Ripopolare il territorio coperto da foreste “è un impegno anche culturale condiviso da tutti − ha spiegato Aldo Manetti −, gli incentivi dovranno essere rivolti non solo ai giovani ma a tutti coloro che risponderanno a questa esigenza che riguarda la società toscana nel suo complesso”.
Le foreste, che coprono oltre il 50% del territorio regionale, con oltre un milione di ettari di superficie boscata, e l’acqua bene primario, di cui si prevede una progressiva carenza, e allo stesso tempo elemento che ha bisogno di regimazione per ridurre i danni degli eventi atmosferici più gravi. Il ruolo delle foreste emerge in tutta la sua evidenza nel convegno di Rincine, dove operatori, imprenditori del settore, amministratori pubblici portano le loro esperienze e le istanze di un mondo alla ricerca di risorse per non perdere il livello di efficienza raggiunto e prepararsi alle sfide del futuro.
Il campo degli interventi, come ha spiegato Giovanni Vignozzi (dirigente settore foreste e patrimonio agroforestale della Giunta regionale), è diversificato e complesso. A cominciare dalla riduzione della vulnerabilità, con un impegno coordinato contro gli incendi che ha portato negli anni ad una riduzione della superficie colpita: dai 28 mila ettari del 1973 ad una media inferiore ai mille ettari negli ultimi anni. La difesa dalle malattie è un altro fronte aperto, la situazione è particolarmente preoccupante.
Dopo le gravi minacce alla salute dei pini, si fa più pericolosa una nuova insidia per il castagno: il cinipede del castagno.
Dalle questioni ambientali alle risorse economiche, con il Programma di sviluppo regionale come “strumento principale, di qui al 2013, per il finanziamento delle imprese private che operano nel settore”, con un punto da chiarire con l’Unione europea: “la misura 225, che riguarda i pagamenti silvoambientali, al momento non è attivata. La discussione è in corso”.
È necessario il “rafforzamento di politiche per la salvaguardia di una gestione forestale sistemica”, ha spiegato Susanna Nocentini, dell’Accademia delle scienze forestali.
Dalla serie di interventi e nella tavola rotonda condotta da Pierluigi Meucci, direttore dell’Agenzia per l’informazione del Consiglio regionale, altrettante sollecitazioni. “Il quadro complessivo è riconosciuto di qualità”, rileva Aldo Manetti, ma ci sono esigenze concrete di aggiornamento e sviluppo. Dall’allargamento delle conoscenze scientifiche per fornire supporti alle attività economiche (Maria Grazia Mammuccini, Arsia), alla necessità di “ripristinare una sostenibilità sociale ed economica per chi vive e lavora nelle zone boschive”, all’ipotesi di introduzione di una “tassa di scopo per la fruizione ecologica” (Marco Scaltritti, Cooperazione forestale).
Dall’istituzione dell’Albo delle imprese, alla concessione di un patentino, “come modo di salvaguardare le imprese e farne crescere la professionalità” (Paolo Mori, Compagnia delle foreste), fino all’allarme per il futuro delle comunità montane (Oreste Giurlani, Uncem). In sostanza, c’è la necessità di “investire sulle aziende che lavorano sul bosco”, ha sintetizzato Antonio Orlandini (Arbo, Associazione regionale boscaioli toscani), che ha richiamato la “necessità di nuove infrastrutture: piste forestali efficienti, teleferiche…”.
Nel pomeriggio, la commissione ha visitato, nel complesso demaniale di Rincine, il Cantiere di formazione forestale, il Centro per la produzione di energia da biomasse e l’impianto minihydro per la produzione di energia elettrica.