Tra i personaggi che hanno arricchito la Stazione delle Idee anche Nedo Fiano, ex deportato nei campi di sterminio nazisti, grande testimone delle stragi e delle atrocità che si consumarono nei lager. Con un incontro suggestivo e commovente, Nedo Fiano ha raccontato agli studenti fiorentini la propria storia, “il viaggio drammaticamente lacerante che visse a diciannove anni”. I ragazzi hanno ascoltato la testimonianza diretta nelle parole forti dell’ex deportato, che ha mostrato sul palco la casacca che indossò in quei “giorni infernali”, a righe bianche e nere, lacerata e consumata.
“Anche se le tenebre di quel tempo sono ormai passate – ha detto Nedo Fiano – bisogna ancora essere vigili e credere che un uomo migliore e diverso possa esistere. Il ricordo aspetta tutti noi al varco del futuro, riproponendoci il passato; occorre conoscere, capire”. Gli studenti raccolti compostamente hanno ascoltato la testimonianza, carica di coinvolgimento, che ha simbolicamente ripercorso il viaggio di quel ragazzo diciannovenne che al momento della promulgazione delle leggi razziali viveva a Firenze.
Arrestato da italiani il 6 febbraio del 1944, fu rinchiuso nel carcere di Firenze, da lì condotto al campo di Fossoli. Deportato ad Auschwitz il 16 maggio del 1944, matricola A 5405 e finalmente liberato a Buchenvald. Ha visto bruciare la madre, i compagni di cella morire, “sono sopravvissuto alla cremazione di un milione e trecento mila persone. Ho tra le narici l’odore di carne umana bruciata”. Alla fine la parola ai ragazzi: un solo, lungo applauso.
Uno spettacolo ed un incontro per ricordare Enrica Calabresi, una entomologa che fino alla promulgazione delle leggi razziali ha potuto lavorare al museo zoologico ”La Specola” di Firenze, scomparsa in tragiche circostanze nel 1944.
Questa è la storia di una donna che all’inizio del secolo con una grande forza e determinazione ha studiato e si è laureata, passando dalla prima guerra mondiale e lasciandole il suo unico grande amore Giovan Battista De Gasperi, morto ad Asiago nel 1916. Una storia recuperata, recentemente, da Marta Poggesi e Alessandra Sforzi ripercorrendo il lavoro scientifico di Enrica e quindi studiando coleotteri e brentidi, e in seguito trascritta nel libro “Un nome” (Ed. Giuntina) da Paolo Ciampi.
Giovedi 23 ottobre, al Caffè Filosofico nell’ambito del Festival della Creatività, alle ore 20.30 è possibile vedere lo spettacolo “Un nome nel vento”, tratto dal romanzo di Paolo Ciampi, per la regia di Anna Di Maggio. Seguirà l’incontro con Ugo Caffaz e Paolo Ciampi. Un nome nel vento, è uno spettacolo di narrazione e danza, le musiche sono di Tommaso Nobilio, teche e insetti di Cristina Conticelli. In scena: Andrea Giuntini, Anna Di Maggio, Angela Torriani Evangelisti. E’ stato realizzato con il sostegno della Regione Toscana, Teatrino dei Fondi, Versiliadanza.