Un uomo è rimasto ucciso all'alba ad un posto di blocco dei carabinieri a Colle Valdelsa, in provincia di Siena. Dalle prime ore della notte i carabinieri della compagnia di Poggibonsi e della stazione di Colle Val d’Elsa erano impegnati in un servizio di controllo sul territorio. E' di origine albanese l'uomo ucciso da un colpo di pistola sparato da un carabiniere. "L'amministrazione comunale di Colle di Val d'Elsa esprime tutta la propria fiducia alle autorità competenti che in queste ore stanno lavorando per fare luce su quanto accaduto questa notte".
E' questo il primo commento di Paolo Brogioni, sindaco di Colle di Val d'Elsa alla notizia dei fatti avvenuti la notte scorsa lungo la Strada Statale 68. "L'arma dei Carabinieri – continua Brogioni – stava portando avanti un'operazione di controllo del territorio valdelsano, nell'ambito di un programma di monitoraggio che è stato intensificato dopo recenti segnalazioni di furti in appartamenti in zone diverse della città. Questo episodio, nella sua drammaticità, conferma l'impegno delle forze dell'ordine per garantire un buon controllo del territorio a tutela della comunità.".
La scorsa notte il Comando Provinciale Carabinieri di Prato ha organizzato ed eseguito in contemporanea a Prato, Montemurlo (PO) e Poggio a Caiano (PO), un vasto servizio di controllo per il contrasto dell'immigrazione clandestina e dello sfruttamento della manodopera straniera irregolare nei confronti di vari laboratori di confezioni gestiti da altrettanti cittadini cinesi.
Le tre task force, composte da militari dei reparti di tutto il Comando Provinciale supportati da personale della Compagnia d'Intervento Operativo del VI° Battaglione CC "Toscana" di Firenze, del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, del Corpo dei Vigili del Fuoco e dell'Inps di Prato, nonché delle Polizie Municipali di Montemurlo e Poggio a Caiano, sottoponevano a controllo nel complesso 9 ditte: 4 a Prato, 2 a Montemurlo e 3 a Poggio a Caiano. Il rintraccio di ben 41 clandestini complessivi portava all'arresto, per aver favorito quali proprietari di opifici la permanenza di immigrati clandestini sul territorio nazionale al fine di trarne ingiusto profitto, di 6 dei titolari dei laboratori controllati: i quattro titolari delle ditte ubicate a Prato e i due di quelle ubicate a Montemurlo.
Per il medesimo reato venivano denunciati a piede libero due dei titolari delle ditte ubicate a Poggio a Caiano. Venivano inoltre denunciati a piede libero per violazioni urbanistiche, avendo creato senza autorizzazione numerose opere infrastrutturali all'interno dei relativi opifici che venivano sottoposti a sequestro preventivo, due dei titolari delle ditte di Poggio a Caiano. A tutti i titolari venivano comunque contestate numerose violazioni relative alla destinazione d'uso degli immobili ed alla normativa sulla sicurezza sul lavoro.
Nel contempo sono stati complessivamente sequestrati amministrativamente 85 macchinari per aver adibito a dormitorio parte dei locali ove veniva svolta l'attività lavorativa. Il Nucleo Ispettorato del Lavoro, in ossequio al decreto "Bersani", in relazione alla percentuale del lavoro sommerso riscontrato sul totale della forza lavoro, ha disposto la sospensione di 5 delle citate attività lavorative. Per quanto riguarda i clandestini rintracciati sono ancora in corso le operazioni relative alla loro identificazione e verifica della posizione sul territorio italiano.
Gli arrestati sono allo stato attuale ristretti presso le camere di sicurezza delle caserme di questo Provinciale.