Firenze– Sono i Comuni dell’Ato Costa, ossia le province di Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno, quelli ad aggiudicarsi la maglia nera per non aver rispettato i termini fissati nella legge regionale n. 61/2007 che al 29 maggio scorso prevedevano l’accorpamento degli Ato (Ambiti territoriali ottimali) e la riduzione delle Società di gestione. Prime della classe le province di Siena, Grosseto e Arezzo che insieme hanno costituito l’Ato Sud e hanno presentato il piano straordinario peraltro già pubblicato sul Burt.
Questo uno dei dati emersi dalla seduta di martedì 22 luglio della commissione speciale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti urbani presieduta da Paolo Marcheschi (Fi-Pdl). Una riunione volta a fare il punto sullo stato di attuazione della normativa regionale che impone regole di delimitazione degli Ato, e conseguente taglio da dieci a tre, così da superare la frammentazione gestionale, conseguire l'economicità e garantire efficacia ed efficienza del servizio. Ma oltre a questo, la seduta ha evidenziato una “situazione Firenze e Prato che nei prossimi cinque anni compreso il 2008, esporterà circa un milione di tonnellate di rifiuti impegnando sensibilmente la capacità della discarica di Peccioli (Pi), attualmente stimata in circa due milione di tonnellate”.
“All’indomani della minaccia commissariamento per alcuni enti pubblici – informa il presidente della commissione – era necessario un chiarimento sugli intendimenti della Giunta. In particolare sullo stato dell’arte circa l’applicazione della legge, su come si intende procedere e quali effetti si pensa possano avere le diffide inviate”. Secondo quanto emerso in commissione, alle “lettere di diffida indirizzate alle amministrazioni comunali per sollecitare la costituzione delle nuove comunità di Ambito per la gestione dei rifiuti e i tre Ato Centro, Costa e Sud”, sono seguiti 3 distinti decreti del presidente Martini (n.
99, 100 e 101 del 17 luglio 2008 ndr) che impongono la data del 30 settembre prossimo come termine ultimo per la costituzione dei 3 Ato. Pena il commissariamento del Comune su tali funzioni”. Inoltre, l’Ato Centro deve lavorare a realizzare gli impianti previsti dal piano straordinario mentre a Pisa viene chiesto, nella fase transitoria fino al 2012, “di fare da volano” e accogliere un quantitativo di rifiuti della piana fiorentina che impegnerà circa la metà della capacità della discarica di Peccioli.
“È evidente – sottolinea Marcheschi – che non ci sono più scuse. Firenze e Prato devono garantire la propria l’autosufficienza e riparare ad un deficit di impianti che, anche secondo i dati contenuti nel terzo rapporto dell’Osservatorio economico della gestione dei rifiuti 2000-2006, pesa troppo in termini di costi. La nostra regione sconta una carenza impiantistica che la rende prima per produzione di rifiuti, ma anche per spesa di trattamento e smaltimento”.
In merito al controllo che la commissione speciale d’inchiesta sta operando sul rispetto del crono programma dettato dalla legge 61, la seduta del 22 luglio ha fatto chiarezza sullo stato dell’arte circa la costituzione dei tre Ato della Toscana.
Secondo quanto riferito dal responsabile dell’Area coordinamento integrata degli inquinamenti e programmazione ambientale Giovanni Barca, l’Ato Sud è prima della classe seguita dall’Ato Centro che pure ha inviato il piano straordinario anche se non è ancora pubblico. Ultima la Costa che ha prodotto solo una bozza peraltro non ufficiale. Secondo quanto definisce la legge, il rispetto delle scadenze è il primo passo per l’affidamento dei servizi e quindi l’attuazione dei piani industriali.
“La Giunta – ha informato Barca – ha già stipulato un contratto tipo in consultazione in questi giorni”. “Stante la radiografia tracciata – sottolinea Marcheschi – se esistono difficoltà di rapporti tra i vari Ato è necessario affrontarli. In questo senso stiamo valutando la possibilità di una specifica riunione della commissione per mettere al tavolo tutti i soggetti coinvolti, ascoltare richieste diverse in modo da accelerare tempi ormai sempre più stretti che impongono scelte imprescindibili”.
Nel corso della seduta, sono quindi state ribadite le linee guida dell’esecutivo toscano in termini di gestione del ciclo dei rifiuti: “raccolta differenziata orientata al porta a porta e realizzazione di una serie di impianti indispensabili al suo supporto.
Tra questi, stazioni di trasferimento, stoccaggio e prima lavorazione oltre a impianti per il trattamento del tal quale e agli adeguamenti degli attuali termovalorizzatori; uno solo di nuova costruzione a Case Passerini ”.
Sulle informazioni acquisite sono intervenuti anche i consiglieri Andrea Agresti (An), Bruna Giovannini (Sd) e Fabio Roggiolani (Verdi). Quest’ultimo in particolare, visti i recenti articoli di giornale sulla difficile situazione che stanno vivendo i cittadini che abitano vicino alla discarica di Case Passerini, ha chiesto di mettere all’ordine del giorno dei prossimi lavori della commissione un “sopralluogo che servirà a capire fino in fondo cosa significa vivere accanto a impianti di smaltimento oltre che a verificare il rispetto delle necessarie norme di sicurezza”.
(f.cio)