In rete dal 1997, il primo giornale online fiorentino è realizzato da una redazione di volontari. Nove da Firenze, in questi 12 anni ha dato voce indifferentemente ad associazionismo e volontariato, a partiti e comitati di cittadini. Siamo molto cresciuti sulla scia del'incrementato uso di internet anche in Italia. E negli ultimi 30 giorni abbiamo superato le 250.000 visite con 400.000 pagine lette.
Le tante mail che riceviamo dai lettori riflettono la speranza di riuscire a far ripartire la nostra città, di affrontare le scelte cruciali che dovranno essere compiute nel prossimo decennio.
Ma è diffuso anche il disagio per la pochezza dei tempi. Molti ci scrivono del loro terrore per le prossime amministrative, della paura di essere ancora costretti a turarsi il naso. Qualcuno ci domanda perché non sia possibile trovare un bel candidato under 50, o meglio 40, possibilmente donna e in grado di ragionare con la propria testa (libero da condizionamenti di partito).
Noi non sappiamo rispondere con certezza a questa domanda: siamo solo in grado di diffondere, anche attraverso il nostro giornale online, questa insofferanza per la tradizionale Italia gerontocratica che non concede spazi alla competenza altrui.
Ma nonostante tutto non siamo sicuri che Firenze sia alla vigilia di un cambiamento. E' ancora un monito il tentativo del professor Franco Cardini alle precedenti amministrative, che nonostante le volenterose premesse e il coinvolgimento di tanti soggetti, non è riuscito nemmeno a farsi eleggere in Consiglio comunale.
Prevale in città il consenso politico della maggioranza silenziosa di questa grande area residenziale semicentrale che è divenuta Firenze nella seconda metà del '900 (valicate le antiche mura del centro storico) allungandosi nella piana fino quasi a Prato.
E' fatta, questa città, delle famiglie di lavoratori/consumatori di istruzione media e modeste conoscenze di cultura digitale e lingue straniere, a cui sostanzialmente la città piace com'è, poiché il proprio orizzonte esistenziale è più o meno soddisfatto e i modelli virtuosi che si scoprono viaggiando negli altri paesi d'Europa sono cose belle, ma non realizzabili qui da noi.
Sono emblematiche le notizie di stampa legate all'inchiesta sulla corruzione politica di sui sono stati accusati recentemente dalla magistratura i soci di un'impresa edile e speculativa.
Siamo certi che saprà uscirne a testa alta l'esponente del PD in Consiglio comunale fondatore della SpA indagata. Ci stupisce piuttosto l'assessore proprietario di un appartamento, acquistato nel mediocre progetto immobiliare realizzato nei pressi della futura stazione dell'alta velocità in via Circondaria. Finiamo per credere che a questi amministratori, lo sviluppo immobiliare attuale piaccia davvero. Ne siamo convinti semplicemente perché sono cresciuti in quartieri cittadini che non erano più belli di quelli che verranno realizzati.
Il loro orizzonte esistenziale è tutto lì, non c'è alcuna ambizione e tanto meno le competenze, per "fare come hanno fatto a Barcellona", o in altre città. Questo è il punto: abbiamo una classe dirigente in difficoltà sia dal punto di vista anagrafico, che delle professionalità. Ma che forse, sopratutto, manca di senso estetico, quell'istinto comune che sintetizza in un giudizio semplice l'opinione sulle cose, e che non consente loro di affermare come a tanti altri, davanti alle nuove realizzazioni pubbliche, o private che siano: "Questo edificio è brutto!".
Perciò abbiamo preferito ritirarci nel fortino di Nove da Firenze, da cui ogni tanto ci permettiamo di lanciare qualche "vaso da fiori" sulla testa dei politici che passano.
Il giornale online ci ha consentito nel tempo di interloquire con alcuni di loro, almeno con quelli più disponibili e cordiali (queste sono qualità che si trovano ancora) in tutti gli schieramenti. E abbiamo scoperto che pure nelle opposizioni, di destra o di sinistra, chi opera sulle cose concrete trova forti resistenze anche all'interno del proprio schieramento, da parte di quei soggetti che trasversalmente si sono saldati ai prevalenti interessi che dominano, ma non governano Firenze.
Ripeto, non abbiamo una ricetta: cerchiamo sono di barcamenarci tra comitati dei cittadini e politici onesti sperando di raccontare buone nuove per la città.
Montecristo