Firenze 14 maggio ‘08- La ragazza, malata di diabete, è morta ieri sera all'ospedale pediatrico Meyer. Uccisa a 16 anni da una terapia sbagliata che le ha fermato il cuore. Studiava in uno dei migliori istituti superiori di Firenze. All'ospedale era arrivata nel luglio dello scorso anno. Era dimagrita, si sentiva stanca, beveva molto. I classici sintomi del diabete all'esordio, che le era stato diagnosticato. Era seguita dal centro specialistico dell'ospedale pediatrico Meyer di Firenze. La procura ha aperto un'inchiesta sul caso.
“Vorremmo rivolgere un messaggio tranquillizzante a quelle ragazze e a quei ragazzi che sono attualmente in cura con terapia insulinica -spiega Simone Naldoni, Presidente della Società della Salute Nord Ovest- La medicina tradizionale dimostra di funzionare bene.
Invitiamo, quindi, chi è affetto da questa patologia a rivolgersi con fiducia al Meyer e a tutte le altre strutture specializzate che erogano questo tipo di prestazioni”.
“Anzitutto mi preme sottolineare la sicurezza dell’assistenza -precisa Valdo Flori, Rappresentante Pediatri della provincia di Firenze- In questa vicenda non c’è stato un errore di malasanità. Dal punto di vista assistenziale non ci sono state carenze. La ragazza era in cura all’ospedale pediatrico Meyer e la sospensione della terapia insulinica, è avvenuta, a quanto mi risulta, volontariamente.
Altro aspetto importante che emerge dall’esito di questa vicenda è la scelta pericolosissima, per certe malattie, di affidarsi completamente alle medicine cosiddette “alternative” che sono complementari ma che non possono sostituire la terapia tradizionale. Oggi i contatti fra i centri specializzati di cura e il medico curante sono buoni ma se su qualcosa si può lavorare ancora, è proprio su uno scambio maggiore di informazioni fra i due soggetti. Definire, istituzionalizzandolo, il percorso assistenziale diventa di necessaria importanza, soprattutto nell’ambito delle patologie croniche”.
Il presidente della commissione Sanità Fabio Roggiolani (Verdi) ha così commentato la sconvolgente notizia della ragazzina morta per aver sospeso la terapia insulinica contro il diabete a favore di una cura alternativa: “Il fatto è gravissimo e mi auguro che si arrivi all’arresto del responsabile della sospensione della terapia e di chi ha indirizzato da lui i genitori.
Per certi personaggi, ammesso che siano medici, la radiazione dall’albo non basta, devono rispondere di quello che hanno commesso con sanzioni adeguate”. “Non è invece affatto sotto accusa l’omeopatia, come tra l’altro è ben evidenziato in tutti gli articoli di giornale, mentre i titoli sparano a zero – ha proseguito Roggiolani –. Questo dimostra l’ignoranza che ancora c’è su un settore della sanità che la Regione Toscana ha normato insieme all’Ordine dei medici e alle università, per impedire proprio casi come questo”.
Secondo il presidente della commissione Sanità appare comunque incredibile che dei genitori si siano fidati di una persona che non ha rilasciato né ricetta né ricevuta, sospendendo una terapia salvavita fondamentale. “Evidentemente siamo davanti a un caso di debolezza di cui qualcuno si è approfittato. Qualcuno che è stato raggiunto fuori dalla nostra regione e che pare si sia avvalso della definizione, usata e spesso abusata, di naturopata: una definizione che in Toscana non è normata, che è troppo generica e che speso viene usata anche da chi non è medico”.
“Da anni vado ripetendo – ha concluso Roggiolani - che non esiste una medicina alternativa, esiste una medicina integrata e che nessuna cura deve escluderne aprioristicamente un’altra per motivi fideistici e ideologici. Mi auguro che nessuno utilizzi questo episodio per far tornare indietro la cultura della medicina integrata che tanti buoni risultati sta dando ai nostri cittadini”.
“La tragica morte della ragazza di 16 anni ci pone ancora una volta sotto gli occhi l’evidente necessità di una normazione di discipline che per la maggior parte vengono esercitate correttamente -interviene Maria Grazia Campus dell'Esecutivo regionale della Federazione Verdi della Toscana e Membro della Commissione Regionale di Bioetica in rappresentanza delle Discipline Bionaturali- La deregolamentazione offre il fianco a comportamenti criminali che in questo caso hanno dato l’esito più terribile.
A un naturopata serio, onesto e preparato non sarebbe mai venuto in mente di interferire con le cure mediche di qualunque tipo esse siano. Non è questo il suo ruolo. Mi auguro che i responsabili di questo crimine siano assicurati alla giustizia e messi in condizione di non nuocere ulteriormente. Chi lavora per il bene della salute altrui conosce il proprio profilo professionale, conosce il proprio spazio d’azione e non interferisce con le necessarie cure mediche in un pericoloso antagonismo con la medicina accademica la cui utilità non può essere messa in discussione da nessuno.”