Nuova definizione di paesaggio, ruolo chiave dello stato nella tutela ambientale, co-pianificazione con Regioni e comuni, più potere ai soprintendenti.
Questi i punti cardinali della nuova riforma del codice dei beni culturali e del paesaggio, varata mercoledì 19 marzo 2008 dal Consiglio dei ministri, che troverà spazio all’interno dei luoghi di confronto e discussione della prima Biennale toscana del paesaggio (in svolgimento dal 12 al 15 novembre prossimo durante l’undicesima edizione di Dire&Fare).
Si tratta di due decreti legislativi che intervengono su due settori distinti, ma complementari: i beni culturali e il paesaggio.
Il piano di legge considera la questione muovendo dalla considerazione recentemente ribadita dalla Corte costituzionale che il paesaggio è valore “primario e assoluto” che deve essere tutelato dallo stato Ne consegue una nuova definizione di “paesaggio”, adeguata ai principi della Convenzione europea del 2004, con la quale vengono affermate sia la priorità della pianificazione come strumento di tutela del territorio, sia la centralità delle soprintendenze, il cui parere preventivo sulla conformità dell’intervento ai piani paesaggistici diverrà vincolante.
Da notare è, inoltre, il fatto che, a differenza di quanto avveniva in passato, la nuova disciplina dispone che Regioni, province, comuni, soprintendenze e ministero dei Beni culturali aprano tavoli di confronto e di pianificazione partecipata, allo scopo di stabilire unitariamente le direttive da seguire.