Il racconto che richiama con forza temi di attualità ma anche momenti nostalgici di vita contadina. Gag esilaranti, musica, danza e poesia. Con l’aggiunta – perché no - di una bella mangiata a base di trippa. Da Venerdì sera, la notte dei Cantastorie, “In/Canti e Banchi” entrerà nel vivo trasformando tutto il centro storico basso e alto in un immenso palcoscenico naturale con gli artisti di strada, itinerari suggestivi, antichi mestieri, mostre e un’area ristoro in Piazza del Popolo dove si potranno gustare numerose prelibatezze che hanno come ingrediente comune questa parte meno nobile, ma non meno squisita, del bovino.
Dalla ribollita del trippaio al ragù di lampredotto o di trippa; dalla trippa alla fiorentina al lampredotto inzimino; dalla trippa alla provenzale al lampredotto ai porri, ai carciofi o le patate.
Ci sarà addirittura il “cacciucco del trippaio”, vera e propria specialità. L’aspetto culinario non mancherà di contagiare perfino uno spettacolo: nel cortile ex carceri, nel centro storico alto (ingresso da via Tilli,15 spettatori per volta, durata 15 minuti) un assaggio di pane, salsiccia e vino sarà tappa obbligata per assistere allo spettacolo “L’antro del Pallesi e la congiura del maiale”, un omaggio alla celebre e tragicomica poesia in ottava rima di Emilio Pallesi intitolata “Il macellatore di suini” e che sarà proposta da Marzio Matteoli.
Sempre in Piazza del Popolo (Palazzo Comunale) occhio puntato allo spettacolo di danza verticale “I viaggi del professor sospeso”, dove il protagonista abbondonerà il mondo reale per calarsi e risalire nell’universo della geometria descrittiva, controvertendo le leggi della fisica, mentre nella parte più alta della piazza ci sarà “Musincanto”, un percorso musicale alla riscoperta della tradizione popolare e contadina della Toscana.
L’intimità di un confessionale in via Attavanti sarà l’atmosfera giusta per ascoltare le fiabe più belle attraverso una grata e poi, ancora, a “Porta al vento”, da un cantastorie di grande esperienza come Alessandro Gigli che - con la sua “Fiaba del sole e del loto” - propone un viaggio nello spirito e nell’illuminazione, la storia epica del principe della stirpe degli Shakya.
Gran finale alla Pieve con gli Acquaragia Drom e il loro “Stile zingaro italiano”, viaggio musicale condito come sempre da un tocco ironico e dolcemente corrosivo che, quando si canta e si balla negli spettacoli, serve a far funzionare un po’ la testa e aiuta anche a sciogliere il cuore.