Sicurezza: nella caccia nazionale all'immigrato una Firenze esemplare tra ronde e nuovo regolamento dei Vigili urbani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 maggio 2008 23:11
Sicurezza: nella caccia nazionale all'immigrato una Firenze <I>esemplare</I> tra ronde e nuovo regolamento dei Vigili urbani

Firenze, venerdì 16 maggio 2008- «La cooperazione è lo strumento dell’Europa per garantire la sicurezza e i rapporti di buon vicinato con i paesi confinanti. Se vogliamo garantire la sicurezza, che è una necessità e un diritto di tutti quelli che abitano in un territorio, e non solo di alcuni, dobbiamo collaborare con i vicini e non alzare barriere né tanto meno creare commissari contro i Rom o deportare le persone come sta avvenendo in questi giorni, appunto, con i Rom». Così l’assessore regionale Massimo Toschi ha introdotto ad Arezzo, nella sede del Comune, il seminario sul tema “Le prospettive della cooperazione europea dopo la riforma delle politiche di sviluppo, il ruolo delle istituzioni locali e degli attori territoriali”, alla presenza del presidente della Provincia Vincenzo Ceccarelli e dell’assessore comunale alla cooperazione Alessandro Caporali.

Presenti numerosi rappresentanti di Ong e associazioni di volontariato. Toschi ha definito «agghiaccianti» i fatti accaduti nei confronti dei Rom in alcune città italiane ed ha aggiunto «sono cose che non avremmo voluto vedere, che non si devono permettere. Se la politica permette queste cose è morta. Se è necessario che non vi sia alcuna tolleranza verso l’illegalità e verso il mancato rispetto della legge, è altrettanto fondamentale che non vi sia alcuna violenza razzista verso gli stranieri».

L’assessore regionale ha ribadito che: «l’Europa vuole un’altra cosa, e non a caso ha stanziato 55 miliardi di euro per la cooperazione, graduando gli interventi verso i Paesi del sud del mondo, verso quelli che sono in procinto di entrare nell’Unione, come i paesi dei Balcani, e verso quelli di prossimità, dall’Ucraina alla riva sud del Mediterraneo». «Il disegno europeo è coerente – ha affermato Toschi – siamo noi in Italia che stiamo facendo l’esatto contrario di quello che è stato programmato a livello UE.

Contraddiciamo – ha concluso - in maniera formale e sostanziale la politica dell’Europa, con campagne dissennate e tutte ideologiche che ormai sono giunte anche in Toscana. Ho letto stamani che una forza politica metterebbe a disposizione “squadre” per il controllo del territorio. Sono cose che fanno rabbrividire. Il modo per garantire sicurezza è la politica, e la politica dell’Europa oggi è cooperare, non fomentare il razzismo.»
"Rimaniamo stupiti - dichiara Rossella Angiolini, Consigliere Regionale e Comunale ad Arezzo di FI-PdL- dalle parole del tutto fuori luogo dell’Assessore alla Pace e al Perdono della Regione Toscana Massimo Toschi usate durante un incontro che si è tenuto nella Città di Arezzo.

Ha approfittato, infatti, della sua presenza nella nostra Città per criticare quello che il Governo Berlusconi si sta accingendo a fare in materia di sicurezza. Mentre il Governo di centro-destra sta mettendo in cantiere azioni utili per garantire ai cittadini il diritto ad essere sicuri dopo le inefficienze e le gravi distrazioni della sinistra italiana e toscana, l’Assessore Toschi usa toni ideologici a fronte di un problema reale a dimostrazione della distanza della sinistra dai veri problemi della gente.

Del resto- prosegue Angiolini- la Toscana è una delle poche regioni a non avere nessun Centro di Permanenza Temporaneo e si ostina, per compiacere la Sinistra radicale, a non voler combattere con fermezza l’immigrazione clandestina. Le parole di Toschi- prosegue Lucia Tanti Coordinatore Comunale di FI-PdL per la Città di Arezzo e Consigliere Provinciale- sono gravissime perché si è strumentalizzata una visita ufficiale per lanciare strali contro il Governo. La Città di Arezzo oggi ha oggettivamente un problema legato alla sicurezza e anche all’immigrazione clandestina e crediamo che solo un intervento duro dello Stato potrà respingere il rischio di xenofobia.

Noi siamo dell’avviso che più lo Stato accentuerà la sua azione nei confronti degli immigrati irregolari, distinguendoli nettamente dalle brave persone che lavorano, e più si toglierà spazio agli xenofobi e allo strisciante senso di intolleranza che è stato determinato dal lassismo ideologico della sinistra. In queste settimane- conclude Felice Maurizio D’Ettore Coordinatore Provinciale di FI-PdL- stiamo finendo di elaborare, in accordo anche con il Gruppo Regionale, le nostre proposte sulla sicurezza nel convincimento che sia tempo, anche nella nostra Provincia, di investire di più sul diritto dei cittadini ad essere sicuri e liberi da questo clima di incertezza determinato dall’inconcludenza ed incapacità del Governo Prodi.

Non solo la Città di Arezzo ma tutte le Vallate sentono la necessità di una concertazione e progettazione più significativa tra gli Enti Locali e le Forze dell’ordine. Il Gruppo Consiliare Provinciale, in accordo con il Coordinamento Provinciale, ha già chiesto un Consiglio straordinario in materia ed il Coordinamento Provinciale presenterà a tutti i cittadini di Arezzo e Provincia i propri progetti sulla sicurezza e su altri aspetti fondamentali in occasione della prima grande assemblea di tutti gli iscritti di FI-PdL, aperta anche a tutti coloro che vorranno partecipare, che si terrà lunedì 26 maggio dalla ore 18.00 in poi all’Hotel Etrusco.

In quell’occasione sarà ancora chiara la concretezza dei nostri progetti e la forza delle nostre idee in linea con il programma del Governo Berlusconi che ha raccolto il consenso convinto degli elettori”.
A Firenze l'iniziativa di Azione Giovani, rilanciata oggi da alcuni organi di stampa, invita ragazzi e ragazze, armati di telefono cellulare a effettuare ronde per la città, pronti a segnalare alle forze dell'ordine eventuali reati.
"Vigilare sulla sicurezza della città è compito delle Forze di Polizia -interviene Pierluciano Mennonna, Segretario Provinciale del Sindacato Italiano Lavoratori di Polizia per la CGIL- non di improvvisati cittadini che a titolo privato svolgono in modo organizzato un servizio che vorrebbe essere pubblico.

Tra l’altro, la Sentenza della Corte di Cassazione del 12 maggio scorso, ribadisce il principio dell’autorizzazione del Prefetto per le attività di vigilanza disarmata, seppur a obbiettivi privati, facendo emergere il paradosso per gli istituti di vigilanza di dover chiedere autorizzazioni per tutto, e per i privati di organizzarsi tranquillamente in pattugliamenti. Delegare la sicurezza diviene pericoloso sia per i volontari sia per il concetto stesso di legalità, che dev’essere la cultura collettiva condivisa del pretendere sicurezza, denunciando ogni illecito, ricorrendo ai Corpi di Polizia che operano per la democrazia del Paese.

La questione sicurezza si sposta così sia sul livello di efficacia dell’apparato della giustizia, sia sull’impiego del personale che sui pochi mezzi a disposizione. Il Questore Tagliente abbia il coraggio di chiedere al Prefetto di mettere un punto alle iniziative organizzate di improvvisati; abbia il coraggio di farsi sentire dal Ministro dell’Interno, chiedendo le risorse di cui questa città ha bisogno, non abbandoni le periferie come ha fatto sino ad ora concentrando i Poliziotti di Quartiere soltanto in centro, e si adoperi affinché tutte le Forze di Polizia concorrano ai servizi che sino ad oggi svolge solo la Polizia di Stato, come l’ingrato compito di rimpatriare i cittadini illegalmente presenti sul territorio anche se rintracciati da altre Forze di Polizia".
"Sono assolutamente contrario alle ronde.

Nessuno può sostituirsi alle forze dell'ordine altrimenti entra in crisi il sistema democratico e le conseguenze sarebbero devastanti". L'assessore alla sicurezza e vivibilità Graziano Cioni ribadisce ancora una volta il suo netto no alla ronde organizzate di cittadini all'indomani dell'annuncio dell'iniziativa di Azione Giovani e della Lega Nord. "La giustizia fai da te non è un'idea che ci appartiene e fa solo danni. La collaborazione dei cittadini è sacrosanta e rientra nel concetto di senso civico ma non può assumere la forma delle ronde.

È la la Polizia a richiedere, se ha necessità, la collaborazione attiva dei cittadini sulla base del principio di sussidarietà sancito dall'articolo 118 dalla Costituzione. E quindi nei modi e nelle procedure che rientrano nel dettato della Carta Costituzionale". Sull'iniziativa annunciata delle ronde fiorentine, l'assessore Cioni aggiunge: "Non credo che a Firenze ci sia bisogno di questa 'carnevalata'. Ognuno faccia il suo dovere restando nell'ambito delle sue competenze: i cittadini facciano i cittadini, le forze dell'ordine facciano le forze dell'ordine.

Iniziative come questa sono non soltanto inutili, ma sono addirittura dannose".
Eppure già alla fine dell’agosto 2003, con un’ordinanza l’assessore Cioni vietava di sedersi sui gradini dei monumenti, e in particolare delle chiese. Gli allora folti e vivaci movimenti fiorentini, fra cui il Firenze Social Forum e il Laboratorio per la democrazia, attivarono il passaparola e si sedettero tutti insieme sui gradini del Duomo, in una calda serata d’inizio settembre. Articoli sui giornali di intellettuali democratici completarono l’opera di critica.
Nell'agosto del 2007 l’assessore si produsse nell’ormai famosa ordinanza antilavavetri, peraltro giudicata illegittima dalla magistratura.

A Firenze e non solo non si mancò di protestare, da parte della neonata Associazione per la sinistra unita e plurale, delle forze politiche della sinistra, di gente democratica e progressista più o meno nota, dei Comitati dei cittadini e gruppi di base vari, ma l’ordinanza fu ripresentata dopo due mesi, tre volte emendata.
Berlusconi, che il centro destra ha riportato al governo a Roma, ha dichiarato che studierà le ordinanze fiorentine (compresa la più recente sul divieto ai mendicanti in posizione orizzontale).

Ma mentre bruciano campi rom a Napoli ecco la bozza di Regolamento di polizia municipale, che in 45 articoli disegna il ritratto della città dei divieti.
Il primo elemento sono i termini utilizzati, come “offendicula” (art.8), “meretricio”, “abbigliamento non rispondente ai canoni della pubblica decenza” (art.15) e “quieto vivere”. Il lombrosiano articolo 12 vieta il possesso di cani pericolosi “ai delinquenti abituali, o per tendenza”. Vietato il volantinaggio entro la cerchia dei viali, escluso la stazione di Santa Maria Novella (al cui interno l’Azienda delle ferrovie già lo vieta), senza distinguere fra tipi di volantini, commerciali o meno: e il diritto costituzionale alla libertà d’espressione e all’informazione (art.

37)? Vietato giocare “azionando o lanciando in modo rotatorio” ruote, copertoni, cerchioni, dischi e altri simili oggetti in aree pubbliche non appositamente chiuse”: non si può giocare né a frisby né a palla nelle piazze (art. 5). Vietato “detenere articoli da vendere contenuti in borse, cartelle o altri contenitori, che per quantità e qualità non costituiscano il normale acquisto personale supportato da regolare documentazione” (art. 16): la polizia municipale può aprire borse e contenitori “sospetti”.
"Ci preoccupa fortemente il clima pesante che si respira nel Paese e a Firenze in particolare riguardo al problema sicurezza -afferma Ornella De Zordo di Unaltracittà/Unaltromondo- Si parla di ronde di ogni tipo, da quelle miste tra forze dell'ordine e militari del Ministra La Russa a quelle dei giovani di AN che pretendono, non si sa a quale titolo, di pattugliare le strade.

A quando il coprifuoco? Nel frattempo esce il nuovo regolamento di polizia municipale che oltre a rafforzare le misure antidegrado continuando ad identificarne le fonti nei più deboli e meno rappresentati (senza tetto, venditori abusivi ormai identificati come pericolosi criminali sottoposti a perquisizioni di dubbia legittimità, ecc.) sembra voler normare la vita stessa della città secondo un ordine solo apparente e di facciata ad uso e consumo della città vetrina; ci chiediamo infatti quale senso e anche quale legittimità possa avere vietare attività tra le quali spicca la distribuzione di volantini (non chiarendo se pubblicitari o altro) entro la cerchia dei viali, rafforzando l'immagine del centro cittadino come unica zona da presidiare.

Dopo aver assistito per giorni a botte e risposte spesso strumentali sulle sentinelle di Cioni e alla luce delle nascenti iniziative, Unaltracittà/Unaltromondo ritiene che, invece di creare una città militarizzata, siano da incentivare e moltiplicare iniziative quali quelle del Comitato per la rinascita di S.Pierino dove in modo trasparente residenti ed esercenti si prendono cura del proprio quartiere. Questa è la partecipazione e la collaborazione tra cittadini ed istituzioni che auspichiamo e che riteniamo possa contribuire a ricreare e rafforzare il senso di civile convivenza e di cura della città che può portare ad un accresciuto senso di sicurezza; al contrario le esagerazioni demagogiche danno oridine alla percezione distorta di insicurezza e a risposte sempilificatorie e muscolari.

Che oltretutto sono inefficaci".
"Diversi sono i cittadini che mi avevano sollecitato ad organizzare le ronde per la sicurezza ma ho consigliato di avere fiducia nelle forze dell'ordine". Lo afferma il consigliere di Forza Italia-Pdl Jacopo Bianchi in merito al dibattito che si è sviluppato sul tema. "Ho consigliato i cittadini danneggiati dal piromane di avere fiducia nelle forze dell'ordine - ha aggiunto il consigliere Bianchi - e ho avuto ragione. E gli stessi cittadini mi hanno ringraziato per avergli disssuasi da quella iniziativa sbagliata".

"E' normale - ha concluso Bianchi - che in una situazione di alta percezione di illegalità e di insicurezza, alcuni cittadini si sentano di dover provvedere alla sicurezza 'motu proprio', ma è sbagliato. E così non si fa altro che aumentare la paura e la percezione di insicurezza per tutti".
"Il consigliere di Forza Italia Jacopo Bianchi ha perso un'occasione per tacere. Preso dalla smania di raccogliere un po' di spazio sulla stampa cittadina, ha sparlato di un tema che evidentemente conosce poco.

Pur apprezzando il suo solerte impegno quotidiano nei confronti di tutti i comitati spontanei, consigliamo a Bianchi di leggere molto ed informarsi meglio prima di affrontare temi come quelli della sicurezza che niente hanno a che vedere con la «sicurezza fai da te -è la riposta dei consiglieri comunali di Alleanza Nazionale Stefano Alessandri e Giovanni Donzelli- Tristi e fuori luogo anche le critiche arrivate da sinistra. Non accettiamo lezioni da chi, anche in questa città, ha sempre minimizzato o addirittura negato che vi fosse un problema di sicurezza per i cittadini; distinguendosi per incapacità politica ed immobilismo - concludono i due esponenti del centro destra -.

Il presidente del Quartiere 4, Giuseppe D'Eugenio, pensi alle condizioni vergognose del campo rom del Poderaccio ed alle ricadute sul degrado nel Quartiere da lui presieduto. Se il modello di integrazione e vivibilità è quello prodotto al Poderaccio dal presidente del Quartiere 4, allora ben vengano le «rondìne»."
"Il Quartiere 4 e la città di Firenze non hanno bisogno delle «rondìne» dei cittadini, che non sono altro che uno strumento di bassa propaganda politica, ideato solo per creare confusione ed esacerbare gli animi".

È quanto sostiene il presidente del Quartiere 4 Giuseppe D'Eugenio, intervenuto sul dibattito sulla sicurezza in città e commentando una delle possibili soluzioni prospettate da alcune forze politiche. "Sul nostro territorio abbiamo già i cittadini che lavorano, che studiano, che vivono educatamente e civilmente la città e che segnalano, alle istituzioni preposte, l'eventuale presenza di situazioni anomali - prosegue il presidente D'Eugenio -. Bisogna ringraziare questi cittadini per il loro senso civico.

Lasciamo alle Forze dell'Ordine il compito di vigilare sul territorio ed alle istituzioni il ruolo di trovare le migliori soluzioni possibili in tema di integrazione e vivibilità".

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