Si mette dappertutto: nel sugo, con i fagioli, spalmata sul pane. Si condisce con salvia e rosmarino, ma qualcuno azzarda anche con il peperoncino. Ognuno poi ha l’ingrediente segreto, naturalmente. Ma comunque la si voglia consumare, rimane la detentrice del vero sapore tradizionale. Signore e signori, ecco a voi: la salsiccia. La salsiccia in Toscana si ottiene utilizzando carni di varie parti del maiale, come la spalla o il prosciutto, stando attenti a dosare in maniera equilibrata parti grasse e parti magre.
La si può consumare fresca o stagionata almeno un anno. Gli aromi che la compongono sono sale, pepe, salvia, rosmarino, aglio, a volte semi di finocchio.
Quando si cuoce, la salsiccia deve essere ‘buchettata’ con la forchetta per evitare che la pelle scoppi.
L’insaccatura in budello naturale del nostro saporito salume avviene dopo la tritatura e l’impastatura con gli aromi sopraelencati.
La sua forma è tubolare, lunga circa 10 cm e di color rosaceo.
Il modo di consumare la salsiccia che a me piace di più, a parte spalmata sul pane, è con il riso.
Il risotto con la salsiccia è di facile esecuzione: si fa soffriggere lentamente la cipolla, tagliata sottile, nel ‘sacro’olio d’oliva.
Si aggiunge la salsiccia sbriciolata, si mescola e si aggiungono i pomodori pelati o meglio freschi. Si versa il riso, si allunga con il brodo e si aspetta che il riso cuocia. Si può fare anche in bianco, senza pomodoro. Si impiatta e si spolvera con il parmigiano. Una delizia. Per niente dietetica, ricca di grassi e di meravigliose proteine.
Vanessa Bof