Suggestive rarità e interpreti di prestigio internazionale caratterizzano ancora una volta O flos colende, la rassegna musicale dal 1997 promossa con impegno e passione dall’Opera di S. Maria del Fiore di Firenze. Una manifestazione curata con successo dal direttore artistico Gabriele Giacomelli e voluta con entusiasmo dalla presidente dell’Opera Anna Mitrano. Ad inaugurare fastosamente O flos colende edizione 2008 (13 Aprile) sono le sonorità di due nuovi organi positivi (recente acquisizione dell’Opera e della Cattedrale di S.
Maria del Fiore), strumenti preziosi e costruiti secondo antichi sistemi artigianali dalla ditta Lorenzini di Montemurlo, e che nell’occasione suoneranno insieme per la prima volta. Ai timbri inconfondibili di questi due organi gemelli si uniscono anche le tinte splendenti delle trombe, a riproporre un’alchimia sonora tipica del Barocco e che qui trova il suo emblema in due rarissime Sonate del fiorentino Giovanni Bonaventura Viviani (1638-1693), con i loro trascinanti contrasti fra brillantezza, magniloquenza e tenera cantabilità.
Protagonisti di questa serata all’insegna del virtuosismo più spettacolare, assieme e alternati, sono Andrea Dell’Ira e Donato De Sena, rispettivamente prima tromba dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e dell’ORT-Orchestra della Toscana, gli organisti Roberto Menichetti e Daniele Rossi, all’occorrenza affiancati dal violoncellista Luca Provenzani. Un viaggio fra le meraviglie barocche, che presenta anche la festosa Toccata di Alessandro Scarlatti, tre solenni Arie “di trionfo” di Jean Philippe Rameau, pagine prettamente organistiche di Bach, culminando infine nella proposta del celeberrimo Concerto RV 537 di Vivaldi, dove le due trombe paiono sfidarsi in una vera e propria gara di bravura, fra estrosità tipicamente barocche e un’inesauribile vivacità dei ritmi.
Il secondo appuntamento (20 Maggio) segna poi il ritorno di Modo Antiquo, ensemble orchestrale specializzato nel repertorio antico-barocco e di fama ormai internazionale, già qualche anno fa protagonista per O flos colende di un acclamatissimo concerto nella nostra Cattedrale. Un ritorno gradito, che vede Modo Antiquo guidato come sempre dal suo autorevole fondatore direttore musicologo compositore e flautista Federico Maria Sardelli. Di particolare attrattiva è il programma, che mette a confronto due musicisti barocchi contemporanei, accomunati da una formidabile celebrità ai loro tempi, ma poi destinati a fortune diverse nei giudizi della posterità: il fiorentino Francesco Maria Veracini (1690-1768), virtuoso di violino, onorato in mezza Europa, presente nell’orchestra granducale anche a S.
Maria del Fiore, figura ancora oggi tutta da scoprire; il veneziano Antonio Vivaldi, personalità invece popolarissima. Di Veracini vengono proposte due Ouvertures per orchestra, manifestazioni evidenti di un gusto davvero internazionale perché intessute delle danze all’epoca più in voga nelle maggiori corti europee; di Vivaldi, il Primo dei “Concerti di Parigi” – raccolta riportata a nuova luce proprio da Modo Antiquo) – e due pagine come il virtuosistico Mottetto Longe mala umbrae terrores e il severo Stabat Mater, che vedono la partecipazione dell’affermatissimo mezzosoprano Romina Basso, voce dall’inconfondibile timbro scuro e autentica specialista di questo repertorio.
Il terzo concerto (18 Giugno) permetterà di far apprezzare ancora una volta le particolarità timbriche, le qualità spiccatamente sinfoniche e la potenza sonora (addirittura settemila sono le sue canne) del grande organo Vincenzo Mascioni del Duomo, dopo lunghi anni di silenzio fatto rivivere con pieno successo nella scorsa edizione di O flos colende grazie all’arte interpretativa di Jean Guillou. Strumento ideale per il repertorio tardoromantico e novecentesco, è stavolta suonato dalla virtuosa Mariella Mochi, già docente al Conservatorio “Cherubini” di Firenze e direttore artistico della Fondazione Accademia di Musica Italiana per Organo di Pistoia, ossia la più prestigiosa istituzione del genere in Italia: la sua indiscussa maestria, rinomata in Italia e all’estero, verrà riservata ad un programma che dal tardo Ottocento si spinge fino alla contemporaneità più recente, con una trascrizione dal Tannhäuser di Wagner e gli esempi della grande tradizione organistica francese, un doveroso omaggio a Olivier Messiaen nel centenario della nascita, ma anche un ricordo di Alessandro Esposito, uno dei maggiori organisti del Novecento italiano, apprezzatissimo interprete in Duomo e che della Mochi è stato maestro.
In apertura di serata, un’attuale rivisitazione della plurisecolare tradizione del corale organistico firmata dal giovane Simone Valeri. A suggellare O flos colende, nel giorno che celebra la posa della prima pietra della Cattedrale di S. Maria del Fiore (8 Settembre), è infine una preziosa prima ripresa in epoca moderna: torneranno difatti a rivivere nell’occasione i Reponsori per la Settimana Santa del musicista francese Charles Antoine Campion (1720-1788), maestro della cappella granducale toscana sotto Pietro Leopoldo di Asburgo-Lorena e ammiratissimo dalle cronache del suo tempo come esecutore di musica sacra proprio in Duomo.
I Responsori sono un suggestivo capolavoro fra galanteria e classicismo, caratterizzati dall’impiego di sole voci virili e di strumenti anch’essi di registro grave, secondo una combinazione particolarmente adatta a esprimere il dolore e la passione di Cristo. Li potremo nuovamente ascoltare grazie ad una apposita trascrizione realizzata dal musicologo Gabriele Giacomelli, che ne ha rintracciato una versione conservata a Vienna, e grazie all’interpretazione del celeberrimo Complesso Barocco, fra i più prestigiosi ensemble di musica antica oggi attivi anche con decine di importanti incisioni, guidato dal suo non meno noto creatore, il direttore e clavicembalista americano Alan Curtis.