28 centesimi ( in alcuni casi 0,31) sono pochi spiccioli che forse neppure si raccolgono per terra,ma sommati per sei spedizioni l’anno,fanno 1,68 euro, che moltiplicati per 5 anni,diventano 8,40 euro, moltiplicati ancora per oltre 1 milione di utenti toscani,diventano 8,4 milioni di euro. E’ la somma che Telecom Italia dovrà restituire agli abbonati della Toscana, posto che le spese di consegna e spedizione relative alla fatturazione della bolletta telefonica, gravano sul soggetto che la emette,in caso contrario si configura un'ipotesi di indebito oggettivo risarcibile ex art.
2033 Codice Civile. L’orientamento crescente della giurisprudenza,che richiama le condizioni generali di abbonamento ai servizi telefonici, non possono derogare dalle disposizioni di legge,in quanto:” l’emissione della fattura coincide con la consegna o spedizione della stessa, quindi le spese relative all’emissione della stessa fattura fanno parte dei conseguenti adempimenti e finalità che non possono formare oggetto di addebito a qualsiasi titolo”. Ed ancora: “addebitare all’utente le spese di spedizione della fattura,è una condotta che viola il disposto inderogabile dell’art.21 del d.p.r n.
633/1972, che può configurare l’indebito arricchimento del gestore. Tale condotta comporta il diritto del consumatore ad ottenere la ripetizione di quanto pagato,oltre al risarcimento del danno conseguente all’obbligo di correttezza nell’adempimento che risale all’art.1175 Cod.Civile, ed ai principi stabiliti dalla legge 281/1998”. “Ritenuto che la previsione contrattuale,contenuta nell’art.14,comma 6,delle condizioni generali di abbonamento di Telecom Italia Spa,secondo la quale,le spese di spedizione della fattura sono addebitate al cliente,non può trovare applicazione in quanto in contrasto con la predetta normativa fiscale,che nell’ambito della gerarchia delle fonti,è una norma di rango superiore e che pertanto,in assenza di una ‘causa debendi’,sussiste in capo alla società Telecom Italia un’obbligazione restitutoria in ordine alla riscossione degli importi fatturati indebitamente, vista la proposta della direzione tutela dei consumatori, udita la relazione del commissario Roberto Napoli,relatore ai sensi dell’art 29 del regolamento, delibera su ricorso di Federconsumatori: “La società Telecom Italia è tenuta a corrispondere il rimborso degli importi fatturati indebitamente sotto la voce “spese di spedizione fattura”, relativamente ai conti emessi negli ultimi 5 anni,fatta salva la possibilità per l’utente di richiedere in sede giurisdizionale il risarcimento dell’eventuale ulteriore danno subito,come previsto dall’art.11 comma 4 della delibera n.179/03CSP.
La società è tenuta altresì a comunicare a questa Autorità l’avvenuto adempimento alla presente delibera,entro il termine di 60 giorni dalla notifica”. Federconsumatori Toscana invita tutti gli utenti a richiedere il rimborso a Telecom, a Tele2 e a tutti i gestori che applicano questa ingiusta tassa, la somma dii euro 8,40 ed a chiedere che cessi immediatamente l'addebito del costo sulle future bollette.
La Federconsumatori mette a disposizione i suoi 55 sportelli della Toscana per aiutare gli utenti (in questo casi senza nessun costo) a compilare la domanda ri riborso e a presentare la richiesta di cessazione dell'addebito.
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