Verdura e frutta con ancora la terra umida sopra, uova appena sfilate dal calore della gallina e latte ancora caldo direttamente a casa munto quando il sole è ancora addormentato. Nell’era della grande distribuzione e degli scaffali, della massificazione delle produzioni e dei trattamenti intensivi, degli Ogm e della clonazione, resiste nella Provincia apuana il sistema di vendita porta a porta (a domicilio). Un sistema antico, raro oggi, che segue il ciclo delle stagioni, dimenticato nelle grandi città ed in molti centri d’Italia, che all’ombra delle apuane ha ancora, per fortuna, due esempi: Rita Milanta e Nicoletta Menconi.
Due donne, carrarine doc, amiche e non competitor, agricoltori da tutta una vita, che a cadenza settimanale, cinque giorni su sette, danno appuntamento ai loro clienti di Carrara e litorale, Massa ed Avenza, e si presentano sotto casa, con l’auto che sembra un negozio portatile dove brillano cavolfiori bianchissimi e insalata bagnata dalla notte ad impreziosirne la freschezza e la qualità. E’ un appuntamento per centinaia di clienti abituali: acquirenti fissi, per lo più, di mezza età – pochi i giovani – a conferma del mutamento dei tempi, che li aspettano sull’uscio di casa, ed in alcuni casi, concedono anche la chiave del portone per permettere all’ortolana-amica di entrare e lasciare le borse con dentro l’ordine fatto per telefono o concordato nel giro precedente.
Importante il ruolo sociale di questa particolare attività che permette a disabili e persone anziane con difficoltà di avere la spesa direttamente a casa.
“Ma non c’è solo la rarità di un sistema che affascina – sottolinea Maurizio Garfagnini, Vice Direttore Coldiretti Provinciale - proprio perché atipico oggi: dentro la vendita a domicilio c’è tutta una storia di campi coltivati senza pesticidi e trattamenti, bagnati dalle piogge, e lasciati agli umori del meteo; c’è il lavoro di uomini e donne, la fatica delle giornate che iniziano molto presto e finiscono molto tardi.
Il tempo, nuovamente per fortuna viene da dire, almeno lì, si è fermato”.
Ottimi i prezzi se nel paniere contiamo che dentro “ci sono i costi di benzina per il trasporto, l’usura dell’auto, l’assicurazione, il tempo delle due imprenditrici ed il rischio, nemmeno troppo remoto, legato a gelate e grandine che potrebbe spazzare via in un soffio l’intero raccolto – spiega ancora Garfagnini”. Nonostante le difficoltà riescono a portare a casa quanto hanno bisogno. All’incirca mille euro al mese.
Nicoletta Menconi fa le sue consegne in “Polo”. Un’orto di 5 mila metri dove coltiva i prodotti di stagione a “cielo aperto”, intorno le mucche che gli danno il concime naturale, galline, conigli e tutti gli amici dell’aia. Sembra la fattoria degli animali di George Orwell, un paese a se ma in realtà si trova molto vicino ai rumors cittadini, in località Battilana, sulla Via Pontremolese, a due passi dal casello di Carrara. “Ho iniziato 28 anni fa portando il solo latte, poi il latte non andava più per via delle normative nuove, e mi sono orientata sulla frutta e verdura.
Mi da una mano mia madre ma è anziana – racconta Nicoletta, 51 anni, voce vispa da commerciante vecchia maniera – è una vita che mi piace; avrei potuto fare altro ma ci sono nata e se avessi deciso di fare l’impegata o chissà quale altro mestiere non sarei più io. Sono felice”. Nel tempo la Menconi ha “brevettato” un metodo nuovo di domicilio: “preparo buste da un chilo di finocchi, rapini, cavoli e dei prodotti che mano a mano raccolgo e le vendo già confezionati. So già quello che vogliono i clienti che mi telefonano o mi fanno sapere di volta in volta cosa mangeranno la settimana successiva.
In tutto un centinaio di clienti, per lo più della mia età, che sono cresciuti come con me. Nonni che comprano da me per dare ai loro nipotini frutta e verdura naturale. Io non uso – ci tiene a dire – pesticidi o cose simili, concimo con quello che mi danno le mucche”. Si alza ogni mattina all’alba, va in stalla, prepara i sacchetti e inizia il suo tour: da Marina di Carrara fino a Castagnola, Castagnara e Massa. E nel suo paniere i prezzi sono ottimi: 1,50 euro per un chilo di rapini, finocchi e cipolle, 1 euro per un chilo di patate e insalata.
“ma di finocchi non ne ho più – sottolinea”. Se invece vedete in giro una Opel “Agila” è quella di Rita Milanta, 52 anni, da 17 sulla piazza, ha un terreno di Via Cassola a Carrara. Il suo raggio di azione va dal ponte della Ferrovia a Via Buonarroti. “I clienti sono contentissimi del servizio. Qualità a domicilio, prodotti a prezzi ottimi – spiega con un sorriso – lavoro dal martedì al sabato, dalle 9 alle 13. I clienti mi lasciano un biglietto sulla porta con quello di cui hanno bisogno, preparo la busta e la lascio dentro i portoni se non ci sono, oppure, scendono direttamente e scelgono quello che vogliono.
Ormai c’è fiducia. Ho le chiavi dei portoni di tutta Carrara”. La Milanta non segue le regole del mercato: “Quando le zucchine sul mercato si trovavano a 3,50 euro, io ho mantenuto il vecchio prezzo non salendo mai oltre i 2 euro. Il prezzo è fisso, o quasi. I finocchi li vendo tra 1,50 e 2,euro come il cavolfiore e i rapini, le zucche e i cavoli. L’insalata la vendo tra i 50 e 70 centesimi. No, non ho i cardi in questo momento. Il peso è abbondante, generoso”. Il suo prodotto che va per la maggiore sono le uova – ha 320 galline che producono circa 250 uova al giorno - fresche: “freschissime” – sottolinea.
Ho uova con tanto di timbro, certificate e controllate dal veterinaio (vendute a 35 centesimi l’una) che si possono dare anche ai bambini crude”. E il latte: “1,30 euro al litro – conclude – è il latte delle mie mucche”.
Andrea Berti