di Pamela Pucci
Firenze Chiedere immediatamente un incontro con il Ministro dell’agricoltura per verificare la possibilità di accedere allo stato di ‘calamità naturale’, avviare un lavoro che porti ad un piano di intervento coordinato per il rilancio dell’olio toscano ed infine per sollecitare la revisione dei provvedimenti comunitari di settore, in particolare della normativa OCM che limita lo sviluppo dell’olivocoltura a meno che non si sostituiscano olivi già esistenti. E’ quanto emerso dalla prima riunione del Tavolo regionale della filiera olivicola-olearia, convocato dall’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni per fare il punto su un’annata, quella del 2007, da dimenticare.
A causa del clima e delle aggressioni particolarmente violente della mosca dell’olivo la produzione di olio l’oliva è drasticamente calata, provocando seri problemi per le aziende, sia dal punto di vista finanziario che di mercato.
“Le stime ufficiali – ha detto l’assessore Cenni - parlano di un calo della produzione del 40%, che ha avuto punte fino al 60-70%. L’olio d’oliva toscano è un prodotto di eccezionale qualità, che ha ricevuto riconoscimenti a livello europeo, è stato contrassegnato con i marchi Igp e Dop e da solo rappresenta ben il 40% dell’olio certificato italiano”. “La situazione è anomala – ha aggiunto - visto che non c’è stata una vera e propria calamità, né ci sono crisi di mercato.
Non possiamo applicare gli strumenti di sostegno consueti, ma neppure lasciare sole la aziende. Dobbiamo far un uso ben meditato delle risorse messe a disposizione del Piano di Sviluppo Rurale, individuare delle priorità e portarle avanti, abbattere i costi di produzione, che continuano ad essere troppo elevati, e dare una forte spinta alla modernizzazione della filiera”.
La prima riunione del Tavolo è stata estremamente partecipata: erano presenti tutti i rappresentanti della filiera, i Consorzi Igp e Dop, le organizzazioni professionali, le associazioni dei produttori olivicoli, quelle dei frantoiani, i rappresentanti di ARSIA, Toscana Promozione, Unioncamere e delle Province.
Nel corso del dibattuto sono state affrontate tutte le possibili criticità del settore, ma l’assessore si è soffermata in particolar modo su due aspetti: la presenza di numerosissime aziende non professionali, di piccole dimensioni (in Toscana ci sono circa 50mila aziende che si dedicano all’olivicoltura, il 66% di queste ha dimensioni inferiori ai 5 ettari e questo porta la media regionale al di sotto dei 2 ettari) e per questo più restie all’innovazione, ed il rischio che i mutamenti climatici in atto possano portare al ripetersi della situazione del 2007 o ad altre situazioni di emergenza.
“Quello che è successo può ripetersi – ha detto l’assessore – per questo dobbiamo attrezzarci attraverso la ricerca e fare un lavoro approfondito su costi di produzione, consumi e mercato. Ma ogni azione sarà significativa solo se sarà portata avanti con determinazione da tutti gli attori della filiera”.