Referendum consultivo: non esiste una maggioranza di fiorentini chiaramente favorevole a questa tramvia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 febbraio 2008 15:01
Referendum consultivo: non esiste una maggioranza di fiorentini chiaramente favorevole a questa tramvia

Firenze, 18/02/08- Vittoria dei contrari alla tramvia al referendum consultivo cittadino che si e' svolto ieri a Firenze. Per i fautori del SI la vittoria e' un grande segnale, per i fautori del NO e' insignificante per la quasi parita' tra SI e NO e per la fievole partecipazione al voto. Il 'Big Sunday' è passato, con gli ultimi colpi di coda di una brutta campagna referendaria che non ha certo brillato nell'evidenziare le posizioni serie e motivate, purtroppo sovrastate da slogan contrapposti, da balle e boutades per finire nel grottesco delle performance di sabato: donne nude per Razzanelli e rivendicazioni di amore per il proprio fonte battesimale per il sindaco.
“La banalità con la quale la sinistra sottovaluta il giudizio di oltre centomila fiorentini alla stregua di un ininfluente sondaggio misura l’incolmabile lontananza tra Palazzo Vecchio e i cittadini.” Lo sottolinea soddisfatto, ma nello stesso tempo preoccupato per il futuro della città, l’Onorevole Riccardo Migliori, coordinatore regionale di Alleanza Nazionale.

“Firenze ha messo in minoranza Domenici e la sua giunta comunale, riprende Migliori. Chi non ha votato, si appresta alle prossime politiche e comunali a manifestare uguale giudizio critico nei confronti dell’arroganza di chi intende governare non ascoltando la città.” L’Onorevole di Alleanza Nazionale, da sempre vicino ai problemi della città, nell’auspicare che l’esito di tale voto sia d’auspicio anche per le prossime elezioni sottolinea, per concludere come “una pagina nuova si è aperta per Firenze”.
"Oggi è finalmente lunedì e hanno perso Domenici e la sua maggioranza -afferma la consigliera comunale Ornella De Zordo- il cosiddetto neo 'ambientalismo del fare', il gotha del PD, Veltroni compreso, che non si è risparmiato dichiarazioni; ha perso l'arroganza di una posizione di difesa che ha rifiutato di ascoltare; ha perso l'idea della superfluità dell'informazione e della partecipazione; ha perso la politica muscolare del più forte; ha perso una classe politica che vive la crisi evidente della rappresentanza non come un'occasione di cambiamento ma come una minaccia allo status quo.

In questo contesto non crediamo sia utile indulgere in analisi politichesi: percentuali e formali, straparlare di quorum e di supposti immobilismi, continuare nell'insulto dei cittadini legittimamente spaventati e preoccupati a volte a torto e molto spesso a ragione da un progetto vecchio, mal concepito, peggio attuato e mai seriamente condiviso. L'unica cosa seria, l'unica risposta politica è un lavoro finalmente serio di riorganizzazione generale della mobilità fiorentina, che di trasporto pubblico ha disperatamente bisogno, conoscenza dei tracciati e discussione seria e motivata sugli stessi, dati tecnici su flussi e intermodalità, rafforzamento degli uffici e delle professionalità preposte, un serio disegno di città: come non preoccuparsi e indignarsi per le dichiarazioni del Presidente della provincia che solo ora annuncia di voler investire 150.000 € per uno studio sull'intermodalità autobus tram? Firenze merita di meglio di questa improvvisazione.

La mobilità è una problema serio, la salute pubblica e la qualità della vita dei cittadini sono cose serie e meritano di essere affrontate e risolte; nel frastuono delle dichiarazioni dei politici cerchiamo di ascoltare le ragioni di chi su questo tema ha studiato, ha ragionato e condotto un lavoro di informazione presso le persone e non sui giornali. Questa dovrebbe essere la politica.".
Il WWF Firenze, che sostiene la tramvia come ossatura di un trasporto pubblico sostenibile ma non ha mai mancato - e non mancherà in futuro - di denunciarne le criticità, ritiene che questo sia accaduto perché l’amministrazione non ha saputo comunicare con concretezza i benefici di questo progetto e ha voluto prescindere dalla sensibilità dei cittadini verso le sue carenze.

Per questo vogliamo che i risultati della consultazione siano tenuti in considerazione e si promuova un atteggiamento diverso, di dialogo e di apertura, che possa rompere con gli arroccamenti del passato. "In una città così fortemente critica e divisa -spiega il Responsabile della Sezione WWF di Firenze, Alessio Papini- l’informazione sui progetti non può trasformarsi in propaganda politica e deve poggiarsi su basi oggettive. L’amministrazione non può continuare a testa bassa sulla strada intrapresa, ma ha il dovere di ascoltare il desiderio di confronto e di partecipazione di chi ieri è andato a votare".
I Verdi sono molto chiari: il disagio espresso dalle decine di migliaia di cittadini che hanno votato Sì non può rimanere inascoltato.

Il ragionamento sull'affluenza è insostenibile: ai referendum, soprattutto comunali, l'affluenza è sempre bassa, e comunque il fronte del No, composto di forze che in teoria avrebbero dovuto rappresentare a Firenze la larga maggioranza dell'elettorato, non è certo stato ambiguo rispetto al messaggio che si dovesse andare a votare: "Non crediamo che coloro che hanno votato Sì siano tutti contro la Tramvia: molti, a nostro parere, hanno voluto dare un segnale contro l'inefficienza delle aziende, i tagli ingiustificati di alberi, l'arroganza di alcuni pezzi di questa Amministrazione che talvolta ha dato la sensazione di trattare i cittadini come sudditi o comunque come fastidiosi incomodi".

I Verdi si sono schierati per la Tramvia, ma hanno espresso criticità, purtroppo poco ascoltate dentro il nostro schieramento: ora siamo molto decisi nel chiedere ai nostri alleati di Governo di fare insieme un bagno di umiltà, un ritorno all'ascolto dei cittadini, il riconoscimento che si deve cambiare metodo. Per i Verdi non si può far finta di niente ... si deve aprire una fase di ascolto, fermarsi un attimo, organizzare tavoli di confronto, assemblee partecipative nei quartieri, mettere davvero di fronte ai cittadini tutte le opzioni possibili, facendo comprendere i costi e gli inconvenienti che comporterebbe una rinuncia in toto al progetto, e presentando o facendo conoscere sia i miglioramenti già messi in campo, come le varianti progettuali che consentiranno il salvataggio delle alberature di Viale Giannotti, via dello Statuto, via Gordigiani, sia quelle modifiche ulteriori che possano eventualmente consentirci il recupero del consenso di una larga parte di coloro che Domenica si sono espressi per il Sì".
La sinistra di governo sottovaluta il giudizio di oltre centomila fiorentini, sostenendo che il referendum e' stato inutile, come dimostra il dato dei votanti.

"Quello che emerge da questo voto è che il 60% dei fiorentini non è andato a votare: 6 elettori su 10 -controbattono i portavoce del Comitato contro l'abrogazione della tramvia, Piero Baronti, Sergio Gatteschi, Cecilia Pezza- Poco più del 20% degli aventi diritto al voto si è espresso contro la tramvia. Poco meno del 20% è a favore. Ha vinto l'indifferenza verso la consultazione referendaria. Tanti elettori hanno sentito questo referendum inutile. Anche tra quelli favorevoli alla tramvia, come abbiamo potuto constatare durante la campagna elettorale.

La mega campagna pubblicitaria dei sostenitori del si, costata sicuramente svariate centinaia di migliaia di euro e talvolta condita di bugie, è approdata a risultati modesti, se la stragrande maggioranza degli elettori è rimasta a casa e il si prevale di misura. Quando tra 1 anno entrerà in funzione la linea 1 della tramvia da Scandicci a Santa Maria Novella i Fiorentini si accorgeranno che non è quel mostro che è stato descritto, ma servirà a migliorare la qualità della vita di tutte le persone."
Il Segretario della Camera del Lavoro di Firenze Mauro Fuso commentando i risultati del Referendum sulla tramvia ha così dichiarato: “ Ha vinto l’astensionismo come spesso è accaduto nelle consultazioni referendarie, nonostante la forte strumentalizzazione politica e l’impegno ingente di risorse.

E’ evidente pertanto che le ragioni di contrarietà alla tramvia non hanno mobilitato gli elettori e hanno ottenuto una prevalenza molto contenuta. Questi elementi ci fanno dire che l’Amministrazione Comunale debba continuare sulla strada intrapresa e portare a compimento celermente i lavori della tramvia. Il sindacato favorirà tutte quelle soluzioni organizzative nei cantieri che permettano, nel rispetto scrupoloso delle norme di sicurezza e dei diritti dei lavoratori, un minore impatto sulla viabilità normale.” “Come avevamo già affermato - continua Mauro Fuso - la stragrande maggioranza dei cittadini non è contro la tramvia, ma in tanti sono contrariati da tempi e modalità dei lavori: ritardi, intoppi, disagi, cambi di progetto in corsa.

Per questo fin da ora rilanciamo al Comune la proposta di inserire negli appalti per le prossime linee la possibilità di contrattare le attività su più turni, anche notturni dove possibile.” “La tramvia è l’asse fondamentale attorno al quale riorganizzare il sistema di trasporto urbano. Un sistema con tempi di percorrenza certi, che può portare un contributo positivo alla salute dei cittadini, all’ambiente e alla qualità di vita dei lavoratori e dei pensionati. Il sindacato è per modernizzare la città, renderla più fruibile e più “salubre “.

Con la realizzazione della tramvia si va in questa direzione, ora bisogna accelerare i tempi e realizzare in maniera coerente un piano integrato della mobilità (tram, bus, treno, bici, parcheggi scambiatori).”
"Siamo convinti che questi ultimi avrebbero dimenticato gli odierni argomenti per sminuire la vittoria degli avversari -commenta Vincenzo Donvito, presidente Aduc- se il NO avesse prevalso, con le medesime condizione di scarsa partecipazione, anche di un solo voto. A Firenze, i referendum comunali sono consultivi e, qualunque sia il risultato, l'amministrazione fa quello che vuole.

Se a livello nazionale i referendum sono ormai un'arma spuntata grazie alla legge che li istituisce, a livello comunale i referendum sono un bluff: costano e non servono a nulla. Tanto varrebbe istituire una bacheca telematica dove i cittadini dicono la loro pro e contro uno specifico progetto: si sfogherebbero cosi' come hanno fatto recandosi al voto lo scorso 17 febbraio, ma con costi molto contenuti e senza la pretesa, anche linguistica, di sembrare chissa' quale atto di democrazia partecipativa.

Il Comune ha voluto questo tipo di referendum forse per una sorta di desiderio di plebiscito morale da praticare ogni tanto. Nello specifico tramvia il plebiscito non c'e' stato.... ma cosa cambia per le performance di Vittorio Sgarbi o i tre quarti d'ora che occorre stare in autobus oggi per andare da Careggi alla Stazione SMN? Niente! Sgarbi cantera' vittoria guardandosi ad uno specchio e l'utente dei mezzi pubblici forse domani, a tramvia realizzata, impieghera' mezzora invece di tre quarti d'ora per spostarsi....

cioe' il progetto tramvia va avanti -giustamente e meno male- e, intanto, abbiamo tutti pagato per i fasti della casta. E' questo un bel modo di amministrarci? Perche' fare i referendum a lavori avviati? Perche' i referendum devono essere solo consultivi? Forse e' quello che si chiede il 60%, e non solo, di coloro che non hanno partecipato al voto".

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