Firenze, 09 febbraio 2008- A Firenze, dopo l'appello dei 130 medici “per il tram e per la salute” dei cittadini, Legambiente continua la sua storica campagna anti-smog. Oggi i manifestanti Legambientini sono scesi in piazza del Duomo per dire no all'inquinamento con i bianchi lenzuoli di Mal'Aria. Ma la maggioranza delle telefonate provenienti da tutta Italia, arrivate durante la diretta televisiva nel corso della trasmissione ‘Ambiente Italia’ condotta da Beppe Rovera su Raitre, ha confermato che il tram in piazza Duomo non ci deve passare, perché quella piazza non è solo patrimonio dei fiorentini, ma di tutti gli italiani e dell’umanità.
Anche i marmi e i monumenti soffrono. Sono evidenti le croste nere che imbrattano e danneggiano le pareti marmoree di Santa Maria del Fiore e del Battistero, e queste, ci spiega APAT nei suoi documenti redatti in collaborazione con l'Istituto centrale per il restauro, sono conseguenza dell'inquinamento atmosferico e del microclima urbano. Sono in particolare le polveri e gli altri inquinanti emessi dai processi di combustione e di usura dovuti al traffico che danneggiano i monumenti: agenti inquinanti come gli ossidi di azoto e l'anidride solforosa danno reazione acida rendendo in tal modo acida la pioggia o le particelle di acqua che si trovano nell'aria durante le giornate umide.
Il particolato annerisce i marmi. E l'anidride carbonica corrode e sbriciola la pietra. Così le strutture lapidee a base di calcite vengono attaccate spaccandosi fino al totale sgretolamento. Non si può neanche pensare di andare avanti con le pulizie delle facciate ed il restauro: ogni volta che si interviene su un'opera la si indebolisce e si accorciano i tempi dei successivi interventi. Quello che occorre non sono rimedi in extremis ma interventi strutturali all'origine del danno. Che la situazione in piazza del Duomo a Firenze è critica lo sappiamo, oltre che dall'osservazione delle facciate annerite, anche per il fatto che ARPAT e l'Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali hanno avuto bisogno di monitorare in situ lo stato di corrosione delle porte del Battistero causato dall'inquinamento atmosferico e dal microclima urbano.
Per sostenere la campagna di Legambiente, ha aderito all'iniziativa di piazza anche il comitato contro l'abrogazione della tramvia, che declina la manifestazione in funzione del vicino referendum del 17 febbraio, per chiedere "meno smog: tramvia subito". Alcuni degli aderenti al comitato sono arrivati in via Martelli al termine della mini-biciclettata partita da piazza Libertà. “A giudicare dai preoccupanti risultati dei recenti monitoraggi sull'inquinamento atmosferico divulgati da Legambiente nell'ambito dell'iniziativa “Pm10 ti tengo d'occhio”, Mal'Aria si presenta come una campagna quanto mai attuale – spiega Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana - da un lato si sensibilizza e si denuncia la gravità del problema inquinamento e dall'altro si spronano le amministrazioni locali ad intraprendere una linea d'azione verso la sostenibilità urbana che sia continuativa ed efficace.” “La tramvia è proprio un posso verso questa sostenibilità, in un momento in cui occorre schierarsi chiaramente a favore o contro non possiamo che dire di sì all'intero progetto del tram, invitando quindi a votare “no” al prossimo referendum – dichiara Sergio Gatteschi, portavoce del Comitato contro l'abrogazione della tramvia - dire di no alla tramvia significa condannare al congelamento la situazione attuale di congestionamento da traffico, finché i tempi della decisione politica e dell'iter amministrativo non saranno pronti ad affrontare nuove eventuali soluzioni al sistema di mobilità attuale.
Dal momento che sono già passati quindici anni dai giorni in cui si è iniziato a parlare di tramvia ed i lavori non sono terminati ancora per neanche una linea, dire no ritarderebbe in maniera davvero eccessiva la conversione della mobilità urbana in termini di sostenibilità ambientale”. Legambiente e Comitato temono il degrado dell'immenso patrimonio storico, artistico e culturale, sostengono la pedonalizzazione nel centro per evitare gli effetti dannosi dell'inquinamento a cittadini e monumenti, ma sanno al tempo stesso che Piazza Duomo ed il centro storico sono il cuore della citt・e non possono essere tagliati fuori dal sistema dei trasporti.
“Abbiamo dimostrato ai fiorentini che esiste un'alternativa al trasporto pubblico di superficie, e che si tratta di una soluzione valida adottata con successo da molte altre città italiane”. Questa la conclusione del capogruppo UDC al Comune di Firenze Mario Razzanelli, al termine dei lavori del convegno organizzato oggi all'Hotel Mediterraneo dal titolo “Progetti urbanistici e trasportistici in aree urbane e metropolitane: opportunità offerte dalle opere in sotterraneo”. “L'amministrazione fiorentina sta costruendo un tram senza ancora aver realizzato un modello matematico sui flussi del traffico – incalza Razzanelli – Questo è inconcepibile; il loro è un comportamento che ammazzerà la città.
Questo convegno ha mostrato ai fiorentini le valide soluzioni sotterranee che hanno adottato con successo città come Milano, Brescia, Venezia, Bologna, Parma”. Un esempio importante è quello portato al convegno dall'Ing. Mauro Rainieri, Direttore Corporate e Metrobus di Brescia Mobilità, che ha spiegato le principali caratteristiche tecniche del progetto della metropolitana leggera automatica di Brescia, e l'efficace gestione della comunicazione sulle fasi di avanzamento lavori per creare il minor disagio possibile alla cittadinanza.
Molto apprezzato anche l'intervento del Prof. Arch. Angelo Villa, Direttore del corso di laurea in Scienze dell'Architettura dell'Università I.U.A.V. di Venezia, che ha mostrato come una città particolarmente difficile come Venezia abbia optato per una metropolitana leggera sublagunare tenendo conto dell'impatto paesaggistico. “Se proponessi a Cacciari di mettere due treni simili a quelli progettati per Firenze in Piazza San Marco a Venezia – ha concluso Razzanelli – Penserebbe ad uno scherzo di cattivo gusto”.
“Ogni valutazione ambientale è una comparazione di vantaggi e svantaggi o di benefici e impatti. – sostiene il senatore - Nel caso delle tramvie il bilancio è in generale positivo, come noto, perché sono mezzi elettrici, quindi ad emissioni locali basse, e perché sono mezzi che servono a decongestionare la mobilità.” E ancora: “C’è questa pressione piuttosto forte del turismo sul centro storico: se non si adotta questa soluzione vedo il rischio di congestione da polveri sottili e di disagi molto maggiori quindi – conclude - credo sia una buona scelta.”
“La tramvia a Firenze sarebbe un pezzo di un sistema di trasporto collettivo per rendere libera, confortevole, pulita questa città attraverso l’opera di piste ciclabili, aree pedonali, pezzi di un sistema che consentirebbero di muoversi in libertà senza inquinare.
Diminuirebbe inoltre il rumore e le vibrazioni acquisendo per Firenze un grande vantaggio per una maggiore accessibilità per turisti ma soprattutto per i cittadini, per i vari servizi e per il commercio. Le grandi discussioni che ci sono state dimostrano come Firenze ha un problema di inesperienza totale sulle reti tranviarie a differenza di molte altre città europee che si muovono con mezzi innovativi, tecnologici e non inquinanti. La tramvia dunque rappresenterebbe un occasione anche per riqualificare la città, è possibile che nell’ambito di questa inesperienza non sono stati presi in considerazione problemi e soluzioni che la tramvia risolverebbe.
L’amministrazione è stata ed è nelle condizioni di dare risposte, rappresenterebbe un peccato disperdere questa esperienza proprio ora che si andrebbe a realizzare le linee 1 e 2. Mezzi elettrici, silenziosi che si aggirano per la città togliendo 2300 bus al giorno oltre ai vantaggi che ne ricaverebbero i cittadini per i loro polmoni e i monumenti per la loro bellezza. I verdi si sono sempre impegnati in questa direzione e lo stesso governo Prodi ha destinato risorse per il completamento della rete tranviaria in corso, risorse finanziate anche per far passare il tram senza fili.
Dire NO è un modo per chiedere che sulle linee 2 e 3 proseguano soluzioni innovative, tecnologiche e pulite.