Stop all’olio spacciato per italiano quando in realtà, dentro le confezioni, di olive italiane c’è solo il mito. Dal 17 gennaio entra in vigore, per tutti gli imbottigliatori, l’obbligo di indicare sull’etichetta la provenienza delle olive impiegate, sia nell’olio vergine ed extravergine. Un provvedimento, quello emanato dal Ministro per le Politiche Agricole, che rende giustizia al made in Italy e al made in Lucca, polo di eccellenza della produzione di olio, consentendo di verificare oltre al marchio reale dell’origine delle olive utilizzate anche di valorizzare gli oliveti toscani, patria dell’extra vergine.
La Coldiretti esulta. E’ vittoria. Una delle più importanti degli ultimi anni. “Il consumatore ora non potrà più essere confuso di fronte alle etichette – spiega Dina Pierotti, Presidente Provinciale della Federazione - perché sulle confezioni ci dovrà essere scritto “Olio ottenuto da olive coltivate in Italia, o nel caso della nostra Provincia, a Lucca, Versilia, Capannori. Di fronte alla dicitura standard dovrà essere indicato il luogo di provenienza delle olive. Per la nostra organizzazione che si era mobilitata per ottenere questo riconoscimento, è una grande vittoria”.
Ma la vittoria più grande è quella dei consumatori che finalmente potranno sapere cosa comprano leggendo l'etichetta.
Di fronte ad una confezione quindi, non si potrà più tentennare: “La provenienza delle olive spremute deve essere indicata – continua la Pierotti - Fino ad oggi si spacciava per italiano un’olio fatto con olive spagnole, tunisine, e di chissà quale altro posto.
Da oggi non è più possibile”. Il provvedimento non riguardava il pregiato olio Dop di Lucca che grazie alla denominazione aveva già anticipato, se pur in altra forma, l’etichettatura obbligatoria.
“Per Lucca è una notizia importante – conclude la Pierotti – perché ci sono centinaia di piccoli imprenditori che non hanno la Dop che troveranno beneficio dalla nuova direttiva”. L’obbligo di indicare in etichetta consente anche di salvaguardare l’identità territoriale di un prodotto base della dieta mediterranea di fronte ad un calo preoccupante dei consumi familiari stimato, nel solo 2007, intorno all’1,2%.
Andrea Berti