di Federico Taverniti
Firenze Avvio di progetti pilota, definizione degli strumenti di base e delle risorse, sostegno all’assistenza domiciliare integrata, ampliamento dell’offerta per la residenzialità e la semiresidenzialità, buoni di servizio per accedere a servizi privati. Sono questi i punti essenziali dell’accordo siglato da Regione e CGIL-CISL-UIL presentato oggi a Palazzo Bastogi relativo al progetto regionale del fondo per la non autosufficienza.
«Questo documento rappresenta un altro passo importante verso l’attivazione del progetto complessivo – ha dichiarato l’assessore alle politiche sociali Gianni Salvadori.
La condivisione dell’impianto da parte delle rappresentanze sindacali è un aspetto fondamentale per proseguire nel nostro lavoro. I prossimi mesi saranno decisivi, dal buon esito dei percorsi pilota già avviati in tutte le 34 zone socio–sanitarie dipende la riuscita di tutta l’operazione. Ma già dai primi risultati posso anticipare che la struttura che abbiamo ideato sembra rispondere alle esigenze delle famiglie».
«In questa società si vive di più, ed è giusto che si viva meglio – hanno detto CGIL, CISL e UIL della Toscana - per questo abbiamo fortemente voluto la costituzione del fondo regionale sulla non autosufficienza.
La firma di questo protocollo d’intesa è un primo risultato importante perchè fissa i principi e i punti essenziali dell’intero progetto che poi andranno sviluppati e articolati nel confronto successivo sulla proposta di legge. Con l’avvio della fase pilota si cominciano a dare risposte ulteriori alle famiglie toscane e un aiuto concreto in termini di assistenza che al momento è ancora in larga parte a carico dei familiari della persona non autosufficiente». «Già in questa prima fase – aggiungono le tre organizzazioni sindacali - si iniziano a concretizzare gli impegni assunti soprattutto per il mantenimento degli anziani al proprio domicilio garantendo un aumento della assistenza domiciliare sia in termini di persone assistite che in termini di tempo e qualità per coloro che già ne usufruiscono.
Il fondo colma una lacuna grave e risponde in maniera organica alla domanda di aiuto delle famiglie. Per la nascita del fondo CGIL, CISL e UIL, ed i rispettivi sindacati dei pensionati, si sono fortemente e da anni mobilitate, convinte che rappresenti una risposta di civiltà ad un bisogno molto esteso.
Con la sua costituzione si riafferma l’universalità dell’intervento, la sua integrazione e la domiciliarità come scelte strategiche. Quanto abbiamo siglato – concludono CGIL, CISL e UIL - è una preintesa che dovrebbe portare ad un articolato di legge che vogliamo discutere prima del suo approdo in Consiglio regionale e che comunque dovrà contenere i punti essenziali dell’accordo: sviluppo dell’offerta dei servizi; certezza della risposta assistenziale; protocollo ospedale–territorio; contabilità separata a garanzia che le risorse siano dedicate esclusivamente agli interventi per la non autosufficienza; ultimo, ma non ultimo, nel 2008 il fondo sarà costituito senza il ricorso ad una fiscalità aggiuntiva, senza cioè ulteriori aggravi per i cittadini».
Il documento impegna le parti a sviluppare tutta una serie di elementi e ad individuare gli strumenti operativi che saranno successivamente inclusi nella proposta di legge.
I principi generali del progetto prevedono l’universalità di accesso alle prestazioni, l’integrazione delle politiche sanitarie e sociali, il sostegno alla domiciliarità, il coinvolgimento delle comunità locali nell’attuazione e valutazione degli interventi.
Nell’accordo sono contenuti alcuni impegni per il 2008, primo anno di attuazione del progetto. Anzitutto, in attesa della proposta di legge che lo disciplinerà, Regione e sindacati apriranno un confronto sul testo prima della presentazione in Consiglio regionale.
In quanto alle risorse, è previsto il ricorso al maggior gettito prodotto nel 2007 e a quelle nazionali, senza ulteriori tasse per i cittadini. Nelle varie zone-distretto saranno avviate esperienze pilota (in parte già attive) nei primi 6 mesi dl 2008, prima dell’entrata a regime prevista a partire da luglio. La costituzione di un Punto unico di accesso, per ottenere tutte le risposte necessarie al percorso assistenziale, e la valutazione multidimensionale di ciascun singolo caso costituiranno i punti essenziali per l’avvio delle sperimentazioni.
Altri elementi di base saranno costituiti dalla continuità assistenziale, dal progetto assistenziale personalizzato, dalla banca dati centralizzata, dall’incremento progressivo del ricorso all’assistenza domiciliare integrata e al sostegno domiciliare, dall’ampliamento della residenzialità e semiresidenzialità. Infine è prevista anche l’erogazione di buoni servizio da utilizzare per accedere ai servizi di assistenza familiare privati, coinvolgendo in tal senso anche i centri per l’impiego per facilitare l’incontro tra domanda e offerta.