Zuppa di cipolle - Fette di pane cotto a legna, tostate e inzuppate in una calda zuppa di cipolle gratinate o affettate e messe nel forno fino a che il formaggio non fonde e diventa di colore ambrato e di consistenza croccante. Ravioli nudi - Variazione dialettale di "nudi" o come nel rinascimento "ignudi", grossi gnocchi. In realtà questo piatto altro non è che il ripieno dei ravioli (senza la pasta esterna, ecco perchè "nudi") composto da spinaci, ricotta, uova, parmigiano grattuggiato, farina e un pizzico dinoce moscata, si fanno bollire proprio come per i ravioli e si condiscono con sugo di pomodoro, con salvia e burro o con il sugo che sgocciola dalla bistecca fiorentina cotta alla brace. Pappa al pomodoro - Una vera e propria "pappa" fatta con pane ammollato, cotto con sugo di pomodoro cotto con aglio e olio e servito con pepe nero, un filo d'olio extravergine d'oliva e basilico.
Il precursore di questo piatto era chiamato "pan unto" o "pancotto", la ricetta originale era priva di pomodoro perché risale a molto prima della scoperta dell'America e dunque all'arrivo di questo meraviglioso ortaggio in Europa. Gli ingredienti perciò erano semplicemente pane, olio, aglio e sale e questo mix saporito e molle veniva spesso usato per svezzare i neonati. La salsa dovrebbe essere servita tiepida, con l'olio d'oliva spruzzato in cima. Ribollita - Questa zuppa di verdure e pane è un alimento tipico toscano; è sicuramente il piatto che si associa più intimamente alla tradizione gastronomica fiorentina, una minestra classica di cavolo nero, cavolo verzotto, fagioli, carote, sedano, scalogno e verdure sevatiche di stagione invernale (borragine, cicorietta ecc.), che guadagna corpo e sostanza dall'inione con pane toscano raffermo ed olio extravergine d'oliva a crudo.
Affinchè una ribollita sia autentica deve contenere il tipico cavolo dalle foglie nere, un cavolo con foglie allungate e arricciate, di colore verde violaceo che ha nel gusto tratti amari distintivi e gusto forte e deciso. La buona riuscita del piatto dipende dalla cottura che deve necessariamente avvenire a fuoco lentissimo e fatta il giorno precedente al consumo, per essere poi ancora una volta "ribollita" prima di assaporarla.