Nulla di fatto nell'incontro tra il ministro dei Trasporti Bianchi e le associazioni di categoria dell'autotrasporto che hanno proclamato la protesta. Continuano intanto i disagi su strade e autostrade di tutta Italia per i blocchi ed i presidi attuati dagli autotrasportatori in sciopero. Da stasera si rischia seriamente di non riuscire a fare benzina. Secondo il sindacato dei gestori Fegica-Cisl, il 60% dei distributori italiani è già a corto.
In Toscana l’adesione delle imprese di autotrasporto è massiccia e, oltre ai presidi programmati dalle associazioni di rappresentanza degli autotrasportatori, Cna Fita Toscana e Confartigianato Trasporti Toscana, continuano a nascere presidi spontanei.
In tutta la Toscana i camion sono fermi e i principali terminal logistici sono bloccati. La situazione è generalmente tranquilla, anche se la tensione continua a salire fra gli imprenditori del settore per le preoccupazioni per il futuro. “Ci spiace per i disagi che stiamo causando - spiegano i presidenti Regionali CNA Fita e Confartigianato Trasporti, Giuseppe Brasini e Alessandro Nuti – ma questo è il fermo della disperazione: la crisi dell’autotrasporto è gravissima, il settore è debole dal punto di vista contrattuale e la liberalizzazione si è risolta in una deregolamentazione totale.
Le nostre richieste al governo sono: sgravi e incentivi per compensare il caro-costi, revisione urgente della riforma dell’autotrasporto, un costo minimo stabilito per legge, certezza dei tempi di riscossione, un efficiente sistema di controlli che favorisca la sicurezza e la legalità nel settore”. La crisi in Toscana ha costretto negli ultimi 6 anni oltre 1.200 imprese ad uscire dal mercato e l’emorragia continua: fallite, liquidate, accorpate, comunque uscite di scena, spesso in modo traumatico, per la maggior parte poste nell'impossibilità pratica di operare economicamente il loro servizio.