Dopo un lungo periodo di inattività è stato riattivato uno dei più antichi mulini della Val di Bisenzio, si tratta del mulino di Chiodo detto anche del “Rosso” dal soprannome del suo antico proprietario, che si trova lungo la sponda sinistra del fiume Bisenzio a pochi chilometri da Luicciana, capoluogo del Comune di Cantagallo (Prato). Si tratta di un antico edificio in pietra del ‘700 immerso nella vegetazione con un impianto idraulico che comprende un suggestivo margone alimentato tramite una gora da una pescaia a monte del fiume.
Qui viene convogliata l’acqua che poi alimenta il cosiddetto “ritrecine” che è non è altro che la turbina di legno che fa muovere le due macine di pietra. Nei giorni scorsi il Presidente della Comunità Montana Val di Bisenzio Marco Ciani, il Vice Presidente Claudio Maestripieri e il dirigente Luca Maccelli, hanno effettuato una visita al mulino e hanno incontrato i due proprietari per ringraziarli pubblicamente del loro lavoro. Si tratta dell’ottantenne ma non li dimostra, Pietro Meoni, mugnaio da sempre e custode di un mestiere che si tramandava di padre in figlio, e Paolo Bellucci, poco più di trent’anni, di professione perito meccanico ma con una grande passione per i mulini, la Val di Bisenzio e l’idraulica.
Grazie infatti a Bellucci è stata completamente rifatta la turbina in legno di quercia rispettando il progetto originale e sostituita una macina di pietra ormai non più utilizzabile. In questo modo il mulino ha ripreso a funzionare spinto dalle acque del fiume e a macinare le castagne secche per produrre la “farina dolce” di castagne, prodotto tipico della vallata. “Sono venuto qui per imparare questo mestiere – spiega – e sono contento di avere contributo a far rinascere questo mulino.
Ho un castagneto e da lì è nata la voglia di capire come si produce la farina di castagna. E per questo motivo ringraziare Pietro Meoni che mi ha dato questa opportunità e spero di imparare da lui i segreti di questo lavoro affascinante e di tenere viva questa tradizione”. Per il Presidente della Comunità Montana Marco Ciani il fatto che questo mulino è tornato in attività è un grande segnale di novità e di valorizzazione di questo antico mestiere. “Vedere la collaborazione tra una persona che da sempre fa questo lavoro e un giovane mi ha emozionato – sottolinea – perché significa che il nostro “Progetto castagna” comincia a dare i suoi frutti.
Noi sosteniamo con forza tutte queste iniziative che hanno come obiettivo il recupero di tutte le strutture presenti sul nostro territorio legate alla filiera della castagna, dai mulini alle canicciaie che è un bene per la tradizione e il nostro territorio. Poi in questo modo possiamo dare voce ad uno sviluppo economico della Val di Bisenzio diversificato al tessile e che punta allo sviluppo dei prodotti tipici di qualità come la castagna”.