Arezzo, 21 novembre 2007- Comune e Provincia di Arezzo, Anci Toscana e Regione Toscana hanno promosso oggi ad Arezzo un convegno che fa il punto sulle nuove dinamiche di programmazione dei fondi strutturali europei, dal titolo “Citta’ motore di sviluppo economico”.
“Arezzo è stata scelta per un’iniziativa che è in grado di mettere a confronto avanzate esperienze europee – ha detto il Sindaco Giuseppe Fanfani nei suoi saluti iniziali - Pensiamo a Valencia, Lillè e Corfù che sono un punto di riferimento qualificato per le progettazione avanzata in molti campi come diversificazione dello sviluppo economico, pianificazione urbanistica, riqualificazione dei centri storici, cooperazione internazionale e formazione universitaria.
Un’opportunità che riconosce ad Arezzo il suo ruolo e cioè quello di una città europea sia a livello culturale che economico”.
In particolare per la città, ha dichiarato l’assessore alle Politiche Comunitarie, Alessandro Caporali “pensiamo al piano urbano integrato di riqualificazione ed al percorso di rilancio economico sui quali la Giunta è particolarmente impegnata.”
Da qualche anno ormai le città sono indicate da Bruxelles quale soggetto privilegiato dell’attività di indirizzo grazie alle loro capacità di innovazione, offerte dalla concentrazione nei centri urbani di risorse materiali e umane.
Oltre che attori di sviluppo sono al contempo luoghi di amplificazione delle criticità, per le problematiche legate all’immigrazione e quindi alle politiche di integrazione, all’accessibilità ai mezzi tecnologici e alla sostenibilità ambientale.
Da questo ultimo punto di vista si pone infatti il rispetto di due importanti agende, quella di Lisbona, legata all’aumento in termini quantitativi e qualitativi dell’occupazione nell’economia della conoscenza, e quella di Goteborg, maggiormente interessata a tematiche ambientali in senso proprio.
Le regioni dovrebbero sostenere le città nella promozione di questo sviluppo e la Toscana si è assunta meglio di altre questo impegno con un intero asse del POR dedicato agli interventi nelle tre aree – quella metropolitana fiorentina, la fascia costiera e la parte centro-meridionale ad abitabilità diffusa – oltre alle zone montane.
Ma l’identificazione di queste aree è solo teorica : “Nel nostro modello territoriale caratteristiche urbane e rurali si mescolano – ha detto l’Assessore Regionale Ambrogio Brenna - Per questo abbiamo studiato programmi che intervengano in maniera efficace sulle zone più svantaggiate in senso proprio, agendo sulla competitività regionale, su occupazione e formazione, sulla cooperazione territoriale europea, ed abbiamo predisposto inoltre un piano di sviluppo rurale.”
Altra novità della programmazione europea è l’invito alla realizzazione di progetti integrati di sviluppo urbano sostenibile, piani sub-urbani che declinano i principi di coesione e partecipazione dei cittadini fin dai livelli più bassi, secondo la logica prettamente europea del bottom-up.
Un nuovo strumento che invece di singoli interventi, pone l’attenzione su azioni coerenti e continuate per i diversi settori urbani. Una necessità che si fa sentire fortemente anche nelle città toscane, come indicato anche da Gianfranco Chetoni, il dirigente del settore urbanistica del Comune di Livorno intervenuto ai lavori: “Fin dai primi piani strutturali abbiamo partecipato con interventi di riqualificazione urbana sul territorio comunale, ma si avverte il bisogno di un piano organico di intervento che non debba rispondere ogni volta a regole diverse e particolari”.
“Una sfida importante per i comuni toscani – ha detto nel suo intervento la consulente di Anci Toscana, Livia Marinetto – Le amministrazioni interessate saranno individuate dalla Regione in base al criterio della popolazione (oltre 20mila abitanti) e rispetto ad altri parametri riguardanti gli aspetti più critici dei centri urbani.
Un’occasione in cui si misurerà nei fatti la capacità di programmazione degli enti locali che dovranno costruire piani organici che integrino gli interventi sporadici registrati finora”.
“L’Europa ci chiede nuove responsabilità e nuove capacità di programmazione – ha commentato Paolo Fontanelli, Presidente Anci Toscana – e dobbiamo riuscire ad essere competitivi con gli altri paesi che hanno già raccolto questo impegno in termini di programmazione e sviluppo delle città metropolitane, come ad esempio Lille.”
Firenze come un grande campus dell'Alta formazione e della ricerca, una sorta di "magnete" capace di attrarre studenti, ricercatori e docenti da tutto il mondo per il suo surplus di attrezzature, offerte formative e di approfondimento.
Non si tratta di un obiettivo irraggiungibile, anzi il lavoro avviato a luglio con la firma del protocollo d'intesa tra il Comune e l'Ateneo fiorentino procede a tappe serrate. La settimana scorsa a Palazzo Vecchio si è infatti tenuto il seminario preparatorio al convegno "Firenze Docet. Città dell'Alta formazione e della ricerca". E' stata questa l'occasione per fare il punto su quanto fatto finora e sulle prossime tappe del lavoro. E oggi l'assessore all'urbanistica Gianni Biagi e il prorettore dell'Università di Firenze Romano Del Nord hanno illustrato l'attività svolta e i prossimi impegni.
"L'Alta formazione e la ricerca rappresentano un settore strategico per la città - ha spiegato l'assessore Biagi -. Il Piano Strutturale infatti, tra i suoi obiettivi, si propone quello di consolidare la città come polo di livello internazionale nell'alta formazione e della ricerca. Firenze possiede un valore aggiuntivo dato, tra l'altro, dalla sua dotazione di patrimonio artistico e culturale, che le permette di richiamare sedi di università e centri di ricerca, studiosi e ricercatori, studenti a livello mondiale.
Si tratta di passare da un approccio passivo ad un vero e proprio approccio strategico finalizzato all'individuazione delle risorse e delle competenze che la città è in grado di mobilitare. La questione fondamentale è il coordinamento di queste risorse che già ci sono. Il Master plan delle strutture dell'alta formazione e della ricerca in via di definizione e che vede il fattivo contribuito delle università, degli istituti culturali e delle varie realtà, anche straniere, presenti in città - ha precisato l'assessore Biagi - ha esattamente questo compito.
Per questo il seminario di venerdì scorso è stato molto utile perché è stata l'occasione per fare il punto sul lavoro effettuato finora e tracciare le linee per proseguire l'attività i cui risultati saranno illustrati in un convegno in primavera". I passi successivi saranno, poi, la formulazione del piano guida, l'approvazione e la sua attuazione. "L'obiettivo di questo lavoro, coordinato dall'Università di Firenze ma che vede la collaborazione di tutti le realtà cittadine attive nel settore - ha aggiunto il prorettore Del Nord - è costruire l'immagine di Firenze come un grande campus dell'Alta formazione e della ricerca di eccellenza.
Questo significa far diventare Firenze un vero e proprio polo attrattore per chi, studenti e ricercatori, vuole approfondire ricerche in campo internazionale. Un obiettivo possibile integrando e valorizzando le varie realtà presenti sul territorio". Attualmente sono 24 le istituzioni e università che operano nell'alta formazione nell'area metropolitana fiorentina che hanno aderito al programma che ogni anno registrano oltre 10.000 presenze fra studenti, docenti, ricercatori e personale di supporto con permanenza prolungata.
A queste si aggiungono le presenze brevi legate all'attività di docenza e a quella convegnistica e seminariale. Si tratta quindi una realtà molto significativa, anche soltanto dal punto di vista numerico, che è stata ascoltata e coinvolta nel lavoro svolto finora. Tanto che anche sulla base delle loro osservazioni e suggerimenti, sono stati definiti alcuni campi di intervento e azioni concrete da svilupparsi nei prossimi mesi ed anni, anche nell'ambito del Piano Strategico Firenze 2010. Tra questi, spicca la questione degli alloggi per studenti e ricercatori.
"In questi ultimi tempi sono stati realizzati molti interventi per aumentare la dotazione di alloggi - ha spiegato l'assessore Biagi - come per esempio quelli di via Maragliano e di Novoli. E altri sono in corso a San Salvi. A questi si aggiungeranno gli alloggi destinati agli studenti dell'Istituto Italiano di Scienze Umane che saranno realizzati in un immobile in viale Corsica di proprietà del Comune e concesso in comodato gratuito al SUM per 30 anni". Del Nord ha poi evidenziato altre azioni concrete che saranno intraprese come la creazione di un organismo unitario di gestione integrata delle varie realtà e di uno sportello unico in cui studenti, ricercatori e docenti possano rivolgersi per avere informazioni, consulenza e supporto.
In via di definizione una carta dei diritti dello studente e agevolazioni per l'accesso ai servizi mentre sarà individuato anche un luogo fisico, una sorta di super faculty club dove studenti, ricercatori e docenti possano incontrarsi tra loro e con la città. "Infine - ha concluso l'assessore Biagi - è stato avviato un lavoro tecnico congiunto Amministrazione-Università per l'utilizzo della banda larga del Comune per mettere in rete le strutture universitarie e culturali non ancora presenti".