Alberto Formigli: intervista al capogruppo PD a Palazzo Vecchio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 novembre 2007 15:00
Alberto Formigli: intervista al capogruppo PD a Palazzo Vecchio

Al suo secondo mandato amministrativo in Consiglio Comunale, Alberto Formigli, capogruppo consiliare del Partito Democratico, è anche componente della Commissione Consiliare affari generali, organizzazione, bilancio e tributi. Promotore del progetto "Parco di Firenze" per il recupero delle Cascine e dell’Argingrosso e del progetto “Parchi dello sport”, è Presidente del Forum dello Sport per tutti. A lui Nove da Firenze ha chiesto un breve quadro dello stato delle relazioni politiche in città.
Negli ultimi mesi la vita politica fiorentina sembra aver subito un'accelerazione, con punte di tensione inusuali per la nostra città e che hanno attratto persino l'attenzione dell'opinione pubblica nazionale.

Che cosa sta succedendo a Firenze?
Firenze è una città di fama internazionale e come in casi simili capita spesso che ciò che accade qui attiri l'attenzione internazionale. Come nel caso dei lavavetri: in altre città si era intervenuti sul tema, ma il caso fiorentino è divenuto emblematico di una generale difficoltà delle amministrazioni locali sulla questione sicurezza, tanto che il Governo ha deciso di intervenire con un provvedimento di legge. Anzi, sarebbe il caso di affermare che l'iniziativa della nostra Amministrazione ha finalmente spinto il paese ad interessarsi dell'emergenza urbana, su cui mi pare non ci sia stata particolare attenzione sino ad oggi.

Sarebbe stato opportuno avere una specifica delega ministeriale sul disagio delle aree metropolitane, in chiave sociale intendo, con tutte le implicazioni legate ai processi globalizzati che interessano l'Occidente.
Venendo alle questione prettamente legate alla vita consiliare, nelle scorse settimane sembrano essersi acuite le difficoltà di rapporto con l'opposizione di centro-destra e di sinistra.
Per quanto riguarda la sinistra mi pare che la relazione sia assolutamente costruttiva, anche grazie alla reciproca fiducia su un piano personale.

Mentre i dissapori con il Centro-destra forse dipendono da alcune iniziative provocatorie adottate? Non si può usare il Consiglio comunale come un luogo di rappresentazioni teatrali, senza capire che si sta mettendo in pericolo il processo politico. Oltre un certo limite non è consentito andare: al centro del nostro agire si devono riconoscere fondanti i principi della democrazia elettiva. D'altra parte ho avuto spesso la sensazione che, mandando la proposizione di scelte alternative, la protesta del Centro-destra tendesse a celare una sostanziale convergenza sulle nostre scelte amministrative.

Ribadisco: nella sostanza non ci sono particolari problemi di relazione con la minoranza consiliare. Il resto, come nel caso del minuto di silenzio la scorsa settimana, è stato alzato un polverone soprattutto per colpa dei mezzi di informazione sempre alla ricerca dello scoop. E questo è un male, perché finisce sempre per far dimenticare quel tanto di buono che giorno per giorno, da anni, la nostra amministrazione sta facendo.
Che dire allora del confronto con la cittadinanza attiva e i tanti comitati di interesse?
Non c'è dubbio che ci siano state delle difficoltà.

C'è bisogno di nuovi metodi, di processi di inclusione e partecipazione diversi, attraverso occasioni strutturate per condividere le gradi scelte di governo del territorio. Ma è bene dire basta a certi atteggiamenti di gruppi che rifiutano pregiudizialmente ogni offerta di mediazione, quasi fossero i soli depositari di verità non discutibili. Come nel caso della tramvia, in cui ci si chiede di rimettere totalmente in discussione un processo amministrativo avviato da molti anni e ormai in fase realizzativa.

E' un atteggiamento politico inaccettabile, perché si fonda sull'assunto che i comitati e solo loro siano i rappresentanti dell'interesse generale. I processi democratici devono aggregare interessi diversi ma convergenti. Come stiamo facendo in questi mesi con la nascita del Partito Democratico, una grande realtà di massa.
Le chiedo infine un'opinione su certi malintesi verificatisi da ferragosto in poi tra la Giunta e la maggioranza consiliare, penso ad esempio all'episodio dell'identificazione del pubblico in occasione del consiglio sulla tramvia.
Come spesso accade nel periodo terminale di una fase politica, penso agli ultimi anni della seconda legislatura di un'omogenea compagine amministrativa, abbiamo vissuto alcune difficoltà.

E' la natura del processo politico che spesso tende a proiettarsi anticipatamente verso gli anni a venire, separando gli obiettivi raggiungibili da quello che dovranno essere posticipati. In molti episodi tra quelli che si sono verificati negli ultimi mesi si può intravedere anche un motivo scatenante, ma sono convinto che sarebbe errato unire tra loro alcuni malintesi per delineare una crisi relazionale che non c'è stata assolutamente.
Nicola Novelli

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