I capigruppo dell'Unione in merito all'annunciato raggiungimento delle firme, necessarie per lo svolgimento del referendum sulla tramvia, ne ribadiscono l'uso strumentale ai soli scopi propagandistici di una parte del centrodestra: «Il quesito ammesso a referendum non potrà, così come è stato formulato, annullare i lavori attualmente in corso di realizzazione, ma rappresenta, in questa circostanza, un esclusivo ma gravoso costo a cui vengono chiamati tutti i cittadini di Firenze, con il solo obbiettivo di apparire qualche volta in più sulla stampa, forse perché assente una visione complessiva del futuro della mobilità in città.
Più incisivi del Referendum, sono invece i percorsi di condivisione e partecipazione del progetto esecutivo con quartieri, cittadini e attività commerciali; percorsi che dovranno intensificarsi, per portare nuove idee e proposte per migliorare la progettualità complessiva del sistema di mobilità cittadina, nonché il rinnovato impegno a terminare i lavori della Linea 1 entro l'anno 2008».
"Le reazioni di chi governa la città di fronte al raggiungimento delle firme per il referendum preoccupano come le affermazioni di Matulli, che definisce ‘squallido’ uno strumento della democrazia -Così il capogruppo Udc al Comune di Firenze Mario Razzanelli, che prosegue- Alberto Formigli e l’Unione stanno cercando di buttare il referendum in politica, dimenticandosi che i firmatari sono trasversali.
Insomma, questo referendum è solo una battaglia per la democrazia, e i cittadini l’hanno capito da tempo>.
Se è vero che i cittadini sono 370mila, è anche vero che gli aventi diritto al voto sono solo 270mila. Ma come fa a dire che raccogliere 10mila firme è facile? Probabilmente non sa che nel 2001 il Comune di Firenze chiedeva 5mila firme per un referendum consultivo. Poi, le ha raddoppiate aumentando solo di un mese il periodo a disposizione. Il Comune di Firenze chiede, rispetto alla Regione Toscana o allo Stato italiano, il quadruplo delle firme per un referendum consultivo. Matulli si trova purtroppo a difendere un progetto, quello della tramvia, in cui non crede più nessuno".