Giovedì 8 Novembre, dalle ore 9.30, presso l’Hotel Villa Cappugi, si terrà a Pistoia, un convegno promosso da UPI Toscana e dalla Presidenza della Provincia di Pistoia.
Tra i relatori che partecipano all’evento, preseduto dal Presidente della provincia di Pistoia Gianfranco Venturi, il Presidente dell’Unione delle Province toscane Lio Scheggi, il Presidente della Provincia di Prato, Massimo Logli, l’Assessore regionale alle Riforme Istituzionali, al Rapporto con gli Enti Locali e la Partecipazione dei Cittadini Agostino Fragai, il Presidente del Consiglio delle Autonomie Locali, Marco Romagnoli, il vice Presidente di Anci, Aldo Morelli, il Direttore Generale di Confindustria Toscana, Sandro Bonaceto e il Segretario Regionale CGIL, Alessio Gramolati, rappresentanti di categorie economiche e sindacali della Provincia di Pistoia.
L’iniziativa scaturisce da un’esigenza di fondo, nata non soltanto dalle richieste dei cittadini, dalle trame del tessuto politico nazionale, ma anche da una forte consapevolezza che si sta consolidando tra i principali attori della Concertazione locale.
Consapevolezza emersa, in prima istanza, dal dibattito aperto, anche a livello regionale, in tema di nuovo assetto istituzionale, sia nel quadro di attuazione del Titolo V della Costituzione, sia anche alla delega per la definizione del Nuovo Codice delle Autonomie. Il contributo fondamentale di questo convegno vuol essere quello di incidere positivamente, sul panorama politico-istituzionale, attraverso lo studio e la ricerca di soluzioni innovative, capaci di coniugare la potenzialità di governo degli organi elettivi con la reale partecipazione dei cittadini e delle categorie economiche e sociali.
I temi che verranno affrontati a villa Cappugi, anche sulla scorta dei forti stimoli suscitati dalla molto partecipata Assemblea Generale dell’Unione delle Province d’Italia, tenutasi a Firenze tra il 22 e il 23 Ottobre scorso, saranno essenzialmente condotti, per trovare, quanto prima un’effettiva ed efficiente risoluzione.
Concetto questo fondamentale, per dimostrare un primo ed essenziale principio: le Istituzioni sono promotrici e fautrici di riforme e sono le uniche forme di governo delegate ed elette per gestire, governare ed amministrare la cosa pubblica.
È necessario dunque comprendere ed affermare quali siano realmente le sedi di rappresentanza politica, per far sì che i soggetti coinvolti nella governance e nella legislazione del territorio, rispondano ai concreti interessi dei cittadini ed ai bisogni della comunità, in nome della Carta Costituzionale e dei principi che afferma.
Regioni, Comuni, Province o Città Metropolitane sono componenti costitutivi della Repubblica.
In questo quadro l’Ente Provincia, lungi dal considerarsi in quanto livello marginale e di scarse competenze gestionali, appare come forte promotore di progettualità, capace di integrare, captare e coordinare le risorse e le competenze di un ampio complesso di soggetti pubblici e privati. La risposta è rintracciabile nel moderno concetto di Governance cooperativa e solidale, in cui le Province possono e devono svolgere un ruolo del tutto innovativo, concreto ed efficiente.
Governance, intesa appunto, come processo di creazione delle decisioni di governo territoriale, fondato sul coinvolgimento di più soggetti e sulla condivisione delle decisioni, da attuare proprio con il coordinamento e l’indirizzo della Provincia.
A fondamento di questa prospettiva, non soltanto gli elementi culturali, costitutivi, istituzionalmente e politicamente indiscussi, ma anche un forte elemento identificatorio e di appartenenza, per il quale oltre il 72,8% dei cittadini si riconosce nella Provincia ed il 68% dichiara di individuare, appunto nell’istituzione Provinciale, l’opportunità di sviluppare ciò che appunto viene definito un ruolo di “Condensazione”, delle tante domande provenienti dai soggetti sociali, economici e istituzionali che operano sul territorio.
Questo quanto emerso da uno studio condotto da CENSIS, ad ulteriore dimostrazione che la Provincia non deve essere una sorta di Comune più grande, ma una realtà nuova, che esercita funzioni effettivamente non attribuibili ai comuni, secondo il principio di sussidiarietà e che si pone l’obiettivo di essere “ la Comunità dei Comuni”del Proprio territorio, non certo passacarte tra comuni e Regione, ma ente programmatore ed equilibratore delle esigenze dei territori più diversi e delle realtà locali, portatrici di interessi diffusi, spesso anche concorrenti.
La Provincia di Pistoia, in questa prospettiva, rappresenta un esempio concreto e positivo di una tale esperienza, attraverso l’impegno profuso con l’Osservatorio Provinciale della Programmazione Strategica, che riunisce enti locali, sindacati, associazioni di categoria e altre realtà per programmare lo sviluppo economico della “Pistoia futura”.