FIRENZE – “La situazione va lentamente migliorando, ma ancora non possiamo dichiarare conclusa la situazione di crisi idrica”. Lo ha dichiarato l’assessore Marco Betti, rispondendo in aula a due interrogazioni dei consiglieri Giuseppe Del Carlo (Udc) e di Marco Cellai (An). Ecco il quadro delle aree di crisi tracciato dall’assessore, fotografato al 10 ottore scorso. Ato 1: pozzi dei Frati, Camaiore; Ato 2: alta Val di Nievole e Montaione; Ato 3: alcune migliaia di persone soprattutto nel Chianti e nel Valdarno; Ato 4: alcune migliaia di persone, per alcune delle quali si ricorre alle autobotti; Ato 5: rifornimento con autobotti in Val di Cecina; Ato 6, oltre diecimila abitanti con ricorso alle autobotti, con situazioni più critiche nel senese.
Betti ha sottolineato che la Regione Toscana, viste le scarse precipitazioni, fin dall’autunno scorso ha istituito un “tavolo dell’acqua” ed è quindi giunta preparata alla crisi. L’assessore ha infine assicurato che tutti gli Ato sono dotati di piani operativi ed alcuni hanno applicato quelli redatti precedentemente, mentre il Regolamento di attuazione previsto dalla legge 29 del maggio scorso, già all’esame del Comitato tecnico per la programmazione, sarà varato entro l’anno.
Insoddisfatto della risposta Giuseppe del Carlo, che ha lamentato i ritardi nella definizione del regolamento attuativo e nell’approvazione dei piani di emergenza.
Del Carlo ha sottolineato, inoltre, che in una situazione di emergenza, le perdite nella rete stimate tra il 30% ed il 40% non sono tollerabili.
“I costi delle inadempienze non devono ricadere sulle spalle degli utenti. Sarebbe una beffa inaccettabile” ha affermato Marco Cellai, dichiarandosi insoddisfatto. Cellai ha proposto l’istituzione di uno specifico fondo, perché i gestori hanno già annunciato possibili aumenti delle tariffe per compensare i costi causati dai rifornimenti di emergenza.
(dp)
