L’idea è innovativa e ambiziosa: creare una fonte energetica alternativa, risparmiare i soldi per la manutenzione delle briglie disposte lungo il corso dell’Arno e nello stesso tempo incamerare nuove risorse finanziarie. Questi sono gli obiettivi che la Provincia di Firenze vuole centrare iniziando a sfruttare nuovamente le antiche pescaie del fiume. Energia pulita ricavata dalle “traverse”, in parte vecchie di secoli e oggi in pessimo stato di conservazione, che hanno acquisito nel tempo un ruolo di regimazione delle acque, anche se erano state realizzate prevalentemente a scopo di produzione di forza motrice.
Il progetto è stato illustrato nei particolari da Matteo Renzi, Presidente della Provincia di Firenze, dall’Assessore alla Difesa del Suolo, Stefano Giorgetti, dal Presidente del Collegio di direzione della Provincia, Luigi Ulivieri, e dal dirigente della direzione Difesa del Suolo e Protezione Civile, Luigi Brandi. “La Provincia di Firenze è tra le prime amministrazioni in Italia a mettere in pratica un progetto di questo genere – ha detto il Presidente Renzi - Finalmente pubblico e privato possono lavorare insieme per realizzare qualcosa di concreto sul capitolo del risparmio energetico e delle energie alternative”.
Perchè la Provincia si occupa di questi argomenti così disparati, che vanno dalla regimazione idraulica all’Arno, fino alla produzione di energia? In realtà, come è stato spiegato nell’incontro con i giornalisti, l’Amministrazione Provinciale è titolare (in forza della Legge Regionale Toscana n° 91/1998) di competenze in materia di progettazione e realizzazione di opere idrauliche e di gestione del demanio idrico.
E’ inoltre competente in materia di politiche ambientali, e in particolare dei procedimenti per il rilascio di autorizzazioni in materia di costruzione ed esercizio di impianti elettrici. Attualmente sul corso del fiume Arno, nel territorio di competenza della Provincia di Firenze, esistono numerose traverse o briglie. Sebbene costruite in tempi diversi, oggi le briglie costituiscono un sistema in grado di diminuire la pendenza e la capacità erosiva del corso d’acqua. Per questo motivo la Provincia intende procedere alla ristrutturazione e alla rimessa in funzione di queste opere di ingegneria idraulica, ma la spesa necessaria per il ripristino di tali strutture risulta difficilmente sostenibile, viste le disponibilità di bilancio di questi anni.
Da qui nasce l’idea di utilizzare 12 della 20 briglie attualmente presenti sull’asta dell’Arno nel territorio fiorentino, per la produzione dell’energia elettrica. Dalle stime fatte si calcola la possibilità di produrre 47 Gw (ogni gigawatt è pari a un milione di Kilowatt) per un valore di 9 milioni di euro l’anno. A tal fine l’Amministrazione si era dotata di un primo Studio di fattibilità realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze (Dipartimento di Scienze della Terra) che aveva accertato la fattibilità e convenienza dell’operazione ipotizzata.
Ecco quindi l’ipotesi di project financing che dovrebbe portare entro l’anno al varo del bando per la selezione dei privati interessati all’operazione. A conti fatti l’Ente provinciale risparmierebbe 47 milioni di euro sulle spese di manutenzione, e avrebbe un introito di circa 200 mila euro all’anno come diritti di concessione. “Recupereremo tutte e venti le briglie – ha specificato l’Assessore all’edilizia Stefano Giorgetti – e dodici di queste produrranno energia. I soldi risparmiati saranno reinvestiti nei grandi progetti edilizi della Provincia, primo fra tutti la ristrutturazione del complesso di Sant’Orsola”.