Il camerone del Mugnone può essere una cosa utile ripensando all'alluvione del 1992? Da allora è stato fatto ben poco per la messa in sicurezza del torrente in città? E meno male che tutto sommato l'alveo è molto più basso del piano di campagna, almeno in zona Statuto. Quindici anni fa il Mugnone uscì a monte della ferrovia. A Novoli faceva paura ma non si corsero troppi rischi.
In realtà mancano ancora le risorse per l’intervento idraulico chiave, quello senza il quale resterebbe confinata nel libro dei sogni la “messa in sicurezza” del Mugnone a monte della confluenza col torrente Terzolle: si tratta del cosiddetto bypass idraulico del ponte ferroviario del Romito.
Sarà realizzato solo se si troveranno le risorse per il faraonico sottoattraversamento AV di Firenze, città plurialluvionata nel corso dei secoli. Un intervento, il bypass, che comporterà l’apertura di un nuovo fornice largo 9 metri a fianco dei tre già presenti, interessando 37 (trentasette) binari, 16 dei quali verranno preliminarmente e definitivamente demoliti mentre i restanti 21 – leggiamo negli elaborati tecnici di Italferr – dovranno essere mantenuti in esercizio durante i lavori.
Si comincia dunque di fondo: si parte dalla coda di un adeguamento idraulico che rischia di restare incompleto, e senza una specifica valutazione di impatto ambientale: la Regione Toscana ha fatto sapere che se ne può fare a meno...
All’associazione di volontariato indipendente Idra risulta peraltro che il Servizio V.I.A. del Ministero dell’Ambiente aveva espresso nel ’99 una specifica raccomandazione, proprio alla Regione, “affinché le opere che dovranno essere realizzate per la riorganizzazione urbanistica delle aree cittadine interessate dall’intervento ferroviario, in considerazione dell’impatto che le stesse avranno, vengano sottoposte alla valutazione di impatto ambientale di competenza regionale”.
Su tutta questa materia aveva scritto il 21 luglio al sindaco Leonardo Domenici e agli assessori competenti della Giunta l’associazione fiorentina Idra chiedendo che “non si dia luogo all’approvazione del progetto esecutivo prima che sia stata garantita, attraverso incontri pubblici nel quartiere, con il supporto della documentazione necessaria a illustrare i progetti, l’opportuna informazione e anche qui, secondo gli indirizzi più volte annunciati dall’Assessore alla Partecipazione, a un processo che veda il coinvolgimento della popolazione nelle scelte, e non solo a posteriori, ovvero a scelte già fatte e su dettagli minori”.
Tre settimane dopo quella lettera, lo stesso giorno in cui si commemorava il ritorno della democrazia in città, l’11 agosto, la giunta operava in senso esattamente contrario: niente informazione ai cittadini, nessuna forma di coinvolgimento nelle scelte, e invece - con la deliberazione 2007/G/00437 - “parere favorevole in linea tecnica sugli elaborati del progetto esecutivo trasmesso da RFI in data 12 aprile 2007”. La deliberazione – che dichiara “il presente provvedimento immediatamente eseguibile” - fa menzione di “prescrizioni e adeguamenti” dei cui contenuti, pure, non si ha notizia alcuna.
Dunque il vice-sindaco Matulli ha promesso, sì, alla città un’assemblea pubblica informativa sul progetto, a settembre: ma a decisioni già prese. A cosa potrà servire questa parodia di “democrazia” e di “partecipazione”?