La profondità e il fervore della voce di Mario Biondi ricorda i grandi della musica soul e del rhythm' blues così tanto che dal disco molti pensano si tratti di un cantante afroamericano. Mario Biondi è cresciuto tra artisti musicali. La nonna cantava per la EIAR; Il padre, Stefano era un cantautore popolare siciliano. Grazie a lui, Mario a 12 anni inizia a cantare in giro per la Sicilia, dapprima come corista in chiesa, poi nella prima piazza, a Giarre, davanti a migliaia di persone. Iniziò nell'ottantotto la gavetta professionale nel piano bar al "Tout và" di Taormina, dove fece da spalla a Califano, Di Capri, Bongusto, Fiorello (agli esordi) ed ebbe la fortuna di cantare al fianco di quel genio di Ray Charles.
In seguito si trasferì in quel di Reggio Emilia, continuando la carriera solista nella musica dal vivo e come turnista in studio. Ha cantato come corista per Andrea Mingardi, Aida Cooper, Fruta Boa e Gianni Bella. Ha all'attivo circa 7 dischi dance house ed ha collaborato con molti DJ. Il suo album di debutto "Handful of soul" ha scalato le classifiche accompagnato dagli High Five Quintet ai quali si deve l'accompagnamento, sia della registrazione che durante i live: una collaborazione che li ha portati a coinvolgere nell'arrangiamento dei brani anche Luca Mannutza e Pietro Ciancaglini.
La front-line degli High Five è composta dal trombettista Fabrizio Bosso, vincitore di importanti trofei nella categoria giovane talento Italiano (Django d'Or 2002 e Top Jazz 1999) e dal tenorista Daniele Scannapieco, vincitore del Django d'Or 2003, affermato nel panorama del jazz internazionale grazie alle collaborazioni con Dee Dee Bridgewater e Henri Salvador. Luca Mannutza, Pietro Ciancaglini e Lorenzo Tucci, rispettivamente al pianoforte, contrabbasso e batteria, costituiscono una ritmica solida e compatta, dotata di ottimo interplay, capace di creare geometrie articolate e raffinati accompagnamenti sui quali i due solisti possono esprimere al meglio le loro pirotecniche potenzialità.