Ieri sera alla festa di Liberazione tanta gente, forse un migliaio, al dibattito La sinistra che verrà. I tre oratori, Giordano, Rinaldini e Mussi si sono confrontati su economia, lavoro e ambiente rispetto alla politica del governo e la prossima scadenza del
DPEF di fine giugno e sull'urgenza di una sinistra unita. Giordano ha dichiarato l'irreversibilità del processo, Mussi ha ribadito che SD non dev'essere un altro partitino, ma un movimento per l'unità della sinistra, Rinaldini ha richiamato all'urgenza di un processo unitario
coerente nei contenuti della sinistra (in primis il lavoro) e all'autonomia dei movimenti e del sindacato rispetto al govermo.
Ma fin dall'inizio un gruppo di una cinquantina di persone si era organizzato per contestare la serata, e in particolare RC, prendendo
spunto dalle manifestazioni di sabato a Roma.
All'inizio un paio gridavano (anche con un megafono) mentre parlava Giordano, ma il punto più critico si è raggiunto quando Mussi ha iniziato a parlare concludendo il primo giro: il gruppetto si è spinto avanti e due sono saliti sul palco con uno striscione "contro il governo Prodi servo di Bush" impedendo di continuare per circa dieci minuti. E' stata interrotta con urli " ma di che cazzo parli" la Monciatti. Momenti di tensione e imbarazzo con spintoni e urla, mentre tutta la segreteria di RC tentava di convincere da un lato i manifestanti a farsi da parte e dall'altro i carabinieri presenti (al seguito del Ministro) a evitare interventi.
La gente ha mostrato grande maturità: tutti in piedi, ma evitando di cadere nella trappola della rissa e nessuno è andato via. Giordano ha ripreso con una battuta sulla birra indirizzata ai contestatori mentre Mussi con il suo "rompete i coglioni" ha suscitato un applauso.