Firenze, 24 maggio 2007- Un confronto di 3 giorni per arrivare a un piano nazionale della famiglia. Questo lo scopo dell’evento promosso a Firenze dal ministro per le Politiche della Famiglia Rosy Bindi. Fa appello all'unità il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in apertura della Conferenza nazionale sulla famiglia questa mattina davanti a duemila persone. Sul tema della famiglia c'è spazio per un confronto che vada al di là della contrapposizione tra cattolici e laici, per arrivare a soluzioni condivise.
Dopo la giornata inaugurale, domani prosegue la tre giorni fiorentina promossa dal Ministro delle Politiche per la Famiglia.
La giornata sarà caratterizzata dall’insediamento di dieci Sessioni di lavoro. Ognuna di queste affronterà una particolare questione legata al tema della famiglia. Nella Sessione ‘Famiglia e Diritti’ verranno affrontati i problemi legati all’adeguamento del Codice civile e del diritto di famiglia (su cui il Governo sta già lavorando ad esempio con il ddl sulla parità tra figli nati nel matrimonio e figli nati fuori dal matrimonio; o la pdl sul cognome) e l’ipotesi di istituire un Tribunale della famiglia.
Alla luce dei mutamenti culturali in atto, nella Sessione ‘Famiglia e Società interculturale’ verranno analizzate le nuove sfide della famiglia di fronte ad una società sempre più multietnica, le problematiche di inserimento e le difficoltà incontrate dalle famiglie di stranieri.
Non passeranno in secondo piano la denatalità e l’invecchiamento della popolazione italiana (Sessione ‘Famiglia e generazioni’) e la funzione educativa della famiglia e il suo rapporto con il mondo della scuola (‘Famiglia e responsabilità edicative’). Si indagherà su come diventare famiglia nel tempo del mercato flessibile, sulla conciliazione dei tempi di lavoro e di cura delle famiglie e sul loro rapporto spesso conflittuale nella Sessione ‘Famiglia e lavoro’. Verranno affrontati i temi dell’equità fiscale, del consolidamento della riforma degli assegni familiari, del rapporto tra povertà e famiglia, della congruità delle tariffe dei servizi nella Sessione ‘Famiglia e Risorse economiche’.
Nella Sessione ‘Famiglia e Welfare’ si cercheranno di mettere a fuoco le risposte più adeguate nel campo dei sevizi all’infanzia e alla famiglia, fino ad oggi assolte in modo insufficiente dai consultori familiari.
In particolare si tratterà di definire i LEF (livelli essenziali per la famiglia) e di ripensare l’Isee.
Occhi puntati anche sul mondo dell’adozione (‘La Famiglia che accoglie’), sugli anziani non autosufficienti (‘Famiglia e fragilità’) e sulle violenze domestiche (‘Famiglia, violenza e riparazione’). L’ultimo atto della giornata sarà alle 21.30 con il dibattito con i responsabili famiglia dei vari partiti politici, sia della maggioranza che dell’opposizione. Un confronto aperto per raccogliere e discutere i vari punti di vista politici sulla questione famiglia.
“E’ molto significativo - dichiara Stefania Fuscagni, consigliere regionale di FI e prima firmataria di una proposta di legge sulla famiglia - il titolo di Repubblica sulla Conferenza Nazionale della Famiglia che mette l’accento sul numero di persone, 3000, che vengono a Firenze da tutta Italia per “parlare di famiglia”.
Tanti, troppi, per continuare – dice Stefania Fuscagni – a parlare della famiglia quando ormai tutto quello che c’era da dire è stato detto mentre nulla di quello che c’era da fare è stato fatto. Seguiremo con attenzione i nella consapevolezza che da Firenze non deve uscire né un elenco di buone intenzioni né, tanto meno, il rilancio solo formale del ministro Bindi e del governo Prodi ma deve uscire semplicemente un “sì” pieno alle tante proposte che sulla famiglia sono state fatte sia dall’associazionismo familiare sia da tante forze politiche a partire da FI.
Noi come partito abbiamo presentato una proposta di legge sulla famiglia il marzo scorso e abbiamo anche lanciato un appello concreto- continua Fuscagni - a tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione ad aprire un dialogo costruttivo che possa creare condizioni vere per raggiungere, insieme e senza sterili polemiche, alcuni importanti risultati condivisi e utili per promuovere le famiglie. Ora attendiamo la fine della conferenza nazionale con la speranza che dopo i 3000 interventi segua una sola proposta concreta che si articoli in pochi ma decisivi punti: quozienti familiari, aumento del tasso di libertà nelle scelte educative, incentivi per la costruzione di asili aziendali, contrattazione sindacale che tenga conto della situazione del singolo all’interno del contesto familiare ed incentivi alla natalità.
Non serve niente di più di questo e non c’è da scoprire nessuna formula magica c’è solo da vedere la politica diventare coraggiosa. Forza Italia - conclude Fuscagni - farà la sua parte e aspetta che anche gli altri soggetti politici, così bravi a parlare di famiglia, comincino a tacere e a lavorare con noi”
"Abbiamo apprezzato molto la scelta dei consiglieri comunali Pettini, Baruzzi, Malavolti, Pieri, De Zordo, Falciani e Varrasi, che, in rappresentanza dei rispettivi gruppi, hanno declinato l'invito a partecipare alla Conferenza Nazionale sulla Famiglia, in corso di svolgimento a Palzazzo Vecchio.
La riteniamo una scelta coraggiosa in un contesto altamente omofobico quale si sta dimostrando quello della Conferenza, ed è scandaloso che i nostri rappresentanti istituzionali assistano nell'indifferenza più totale a una palese manifestazione discriminatoria e lesiva dei diritti inviolabili dell'uomo". Così Francesco Piomboni e Matteo Pegoraro, rispettivamente Presidente e Segretario del Comitato Provinciale Fiorentino Arcigay "Il Giglio Rosa", commentano la prima giornata dedicata alla Conferenza Nazionale sulla Famiglia svoltasi a Firenze.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha portato i suoi saluti citando gli articoli 2, 3 e 29 della Costituzione: "L'articolo 2 riconosce i diritti inviolabili dell'uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità.
L'articolo 3" - ha continuato Napolitano - "sottolinea la pari dignità sociale di tutti i cittadini e nell'articolo 29 il matrimonio è posto come fondamento giuridico privilegiato dell'unione che porti all'eguaglianza dei coniugi e che possa assolvere missioni come quella di mantenere, istruire ed educare i figli, contando nella promozione e nel sostegno della Repubblica". Piomboni e Pegoraro - che il 29 marzo scorso si erano recati in Palazzo Vecchio per richiedere le pubblicazioni di matrimonio e stanno in questi giorni presentando ricorso al Tribunale di Firenze - chiedono al Capo dello Stato di "riflettere sulle sue dichiarazioni, e di prendere i provvedimenti necessari affinché vengano applicati equamente a tutti i cittadini - compresi quelli omosessuali - i diritti e i doveri sanciti dalla Costituzione".
Gli articoli 2 e 3, infatti, obbligano la Repubblica a riconoscere e garantire i diritti inviolabili dell'individuo, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. "L'omosessualità non è forse una condizione personale, che incide anche profondamente nella vita sociale dell'individuo?" proseguono Piomboni e Pegoraro. L'articolo 3, nello specifico, obbliga la Repubblica a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
"Perché in Italia questo non avviene? Lo chiediamo al presidente Napolitano, da cittadini che contribuiscono al progresso sociale e che pagano le tasse come tutti gli altri, e che da anni vengono ignorati con arroganza dallo Stato italiano."
"Al ministro Rosi Bindi, che ha dichiarato che non è mai stata intenzione del Governo riconoscere la convivenza in qunato tale, né riconoscere matrimoni di serie B, ma che è compito dello stesso salvaguardare la famiglia così come la Costituzione la disegna, consigliamo di rileggere meglio la Carta costituzionale prima di indire Conferenze Nazionali, e nella fattispecie l'articolo 29, che non specifica assolutamente la necessaria differenza di sesso tra i coniugi per l'accesso all'istituto matrimoniale, così come nessun altro articolo della Costituzione né del Codice Civile.
Siamo indignati" - proseguono i rappresentanti di Arcigay Firenze -"che la politica italiana e i massimi rappresentanti dello Stato parlino alle folle nella piena ignoranza e indifferenza dei dettati della Costituzione, promulgano idee di famiglia arretrate che poco o nulla hanno a che fare con l'attuale costume e tessuto sociale."
Respinta all'unanimità, questa mattina dalla commissione affari istituzionali, la proposta di "istituzione di un osservatorio sulla famiglia". «La delibera proposta dal consigliere Gabriele Toccafondi - ha sottolineato la presidente della commissione Anna Nocentini - propone un' interpretazione impropria e parziale degli articoli 6, 10, 12 e 13 dello statuto del Comune di Firenze, nei quali in realtà vengono affermati i diritti individuali di tutti i cittadini e gli interventi per categorie (anziani, giovani, bambini) che l'amministrazione si impegna ad attivare.
La stessa delibera - ha proseguito la presidente Anna Nocentini - ripropone le generiche affermazioni di moda in questi giorni, sulla 'crisi dei valori', il 'grave momento di difficoltà', senza un minimo di analisi che possa sostenere simili affermazioni nel contesto fiorentino. Su queste premesse - ha concluso - è inaccettabile l'istituzione, prevista dalla delibera, di un osservatorio sulla famiglia, il cui effetto sarebbe quello di una discriminazione fra i cittadini nell'accesso ai servizi e fra le famiglie fiorentine e non».