E' di oggi l’annuncio del Ministro dello Sviluppo economico Bersani nel corso dell’audizione alla Commissione ambiente del Senato di una verifica tra le Regioni per la costruzione di un deposito nucleare di superficie. Afferma Bersani: "Incontreró gli amministratori locali e presenteró alle Regioni una possibile road map per l'individuazione e la localizzazione di un deposito di superficie dei rifiuti nucleari".
“La Toscana ha già detto no in diverse occasioni. Se il Governo intende rimettere mano alla delicata questione della conservazione delle scorie radioattive provenienti dalle ormai fortunatamente chiuse 4 centrali italiane (Latina, Trino Vercellese, Corso e Garigliano), circa 130 mila metri cubi di veleni nucleari in parte classificati di alta attività radioattiva, la cui azione cessa solo dopo migliaia di anni, e di bassa radioattività, la cui attività si dimezza fra circa tre secoli, lo faccia ma cancellando la Toscana dall’orizzonte delle ipotesi e dalle consultazioni.
La nostra Regione è un territorio vietato a qualsiasi localizzazione di depositi nucleari di superficie. Penso che, vista la sensibilità del ministro Bersani, non si debba aggiungere altro”. Questo il secco commento di Erasmo D’Angelis (Margherita), presidente della commissione territorio e ambiente del consiglio regionale della Toscana, all’annuncio del Ministro dello Sviluppo economico Bersani nel corso dell’audizione alla Commissione ambiente del Senato di una verifica tra le Regioni per la costruzione di un deposito nucleare di superficie.
“Già qualche anno fa contro la localizzazione ipotizzata dall’Enea e dall’ex ministro Marzano, tra la Maremma e l’Amiata, di un cimitero di scorie radioattive fu l’intero Consiglio Regionale a dire no – continua D’Angelis – E’ giusto porsi il problema dello smaltimento delle scorie radioattive italiane ma converrebbe forse più utilmente rivolgersi a Paesi già dotati di tali impianti. In Toscana non sono state mai installate né centrali nucleari né siti di smaltimento e stoccaggio di rifiuti radioattivi, è un territorio di grande qualità ambientale che è esso stesso uno dei motori di sviluppo e occupazione.
In tutto il mondo i requisiti sono molto precisi e severi e tengono conto della presenza della popolazione, del rischio sismico, della vicinanza di corsi d'acqua o di infrastrutture strategiche. I siti vengono localizzati in zone irraggiungibili e inaccessibili. Assurdo solo ipotizzare localizzazioni in territori come quelli toscani, accessibili, densamente popolati, ampiamente frequentati da flussi turistici importanti e celebrati nel mondo”