Questa mattina nella sede della Polizia Provinciale, in via del Mezzetta a Firenze, il Presidente della Provincia Matteo Renzi, l’assessore provinciale Luigi Nigi, il comandante della Polizia provinciale Roberto Galeotti e il responsabile del nucleo di polizia giudiziaria della Polizia provinciale Alessandro Quercioli hanno illustrato alla stampa una importante operazione antiavvelenamenti e antibracconaggio effettuata in questi giorni e tuttora in corso a Castelfiorentino.
Nell’ambito dell’operazione, denominata “Volpe bianca”, coordinata dal Procuratore delle Repubblica di Firenze Pietro Suchan, la Polizia Provinciale ha svolto minuziose indagini, con l’ausilio dello specifico Gruppo Antiveleni del Coordinamento provinciale delle Guardie venatorie volontarie.
Tutto è partito dalla denuncia da parte del proprietario per la morte di un cane da tartufi che aveva ingerito un collo di pollo avvelenato all’interno della Azienda faunistico venatoria Coiano.
Un caso non isolato perché altri avvelenamenti di animali sono stati registrati all’interno della stessa azienda faunistico venatoria.
Le attività di monitoraggio, gli appostamenti, i pedinamenti, i controlli incrociati – sono stati impegnati 20 agenti, tra effettivi e ausiliari - si sono protratti per mesi e hanno permesso agli investigatori di acquisire una serie di elementi importanti per procedere all’acquisizione coercitiva delle prove.
La Procura ha disposto la perquisizione domiciliare a carico di alcune persone che hanno la disponibilità di locali, annessi agricoli, e luoghi posti all’interno della Azienda faunistico Vvnatoria Coiano, al fine di ricercare veleni compatibili con l’avvelenamento degli animali.
Nel corso di numerose perquisizioni effettuate all’interno dell’azienda faunistica e sul territorio circostante sono state sequestrate ingenti quantità di veleni, presumibilmente compatibili con quelli usati per l’uccisione di animali domestici, ed è stato scoperto un vero arsenale di armi e munizioni non denunciate.
Nella zona oggetto delle indagini sono stati trovati anche moltissimi “lacci” in filo d’acciaio, rinvenuti tesi sui viottoli di passaggio degli animali selvatici, trappole per la cattura di animali predatori tese e innescate con mangime, trappole per la cattura di cinghiali tese per la cattura.
Nel complesso l’operazione ha permesso di sequestrare: 4 fucili, 1 coltello a serramanico, 2 caricatori per carabina 30/06, 2333 munizioni di vario calibro, 66 lacci, 42 tagliole, 9 trappole, 60 animali imbalsamati, 1 flacone contenente presumibilmente una notevole quantità dì stricnina, 2 confezioni di endosulfan, vari prodotti in polvere e fitosanitari da analizzare.
Due persone, due guardie venatorie dell’azienda faunistica, sono state denunciate e si presume che anche altre persone possano essere coinvolte.
Le attività di indagine proseguono al fine di verificare tutti gli elementi che possono essere ritenuti utili ai fini delle indagini.
“Questa operazione ha detto il presidente Renzi – dà il senso dell’attenzione della Provincia per la legalità nella gestione delle risorse faunistiche. Abbiamo scelto di essere inflessibili con chi viola le regole del gioco e così compromette il buon e corretto esercizio della pratica venatoria”.
Renzi ha poi ringraziato i responsabili e gli agenti della Polizia provinciale per i risultati conseguiti in questa specifica operazione e in genere nella lotta quotidiana agli avvelenamenti ed al bracconaggio di animali.