L'immigrazione da Est e il terrorismo islamico, sono due delle paure che affliggono oggi gli Italiani. Per buona parte sono frutto di scarsa conoscenza dei fenomeni e rischiano di fare di ogni erba un fascio, sprecando quel tanto di buono che potrebbe venire a un paese anziano come il nostro da popoli giovani e dinamici. La paura si combatte con la conoscenza che è base per comprendere.
Sul tema dell'emergente gioventù di paesi lontani eppure vicini a noi più di quanto si creda, due libri, I ragazzi di Teheran di Antonello Sacchetti e Al di là del caos: cosa rimane di Srebrenica di Elvira Mujcić, entrembi pubblicati nella collana Orienti edita da Infinito di Roma, una casa che intende dare spazio di espressione a scrittori giovani, o innovativi.
E' il caso di Elvira Mujcić che a causa della guerra in Bosnia a dodici anni, nel 1992, ha dovuto lasciare la su città, Srebrenica, per fuggire un campo profughi in Croazia, prima, ed esule poi in Italia, dove si è laureata in Lettere a Roma nel 2004.
E' il caso del volume dedicato ai giovani e alla crisi del regime in Iran da Antonello Sacchetti, direttore della rivista on line Il Cassetto: l'informazione che rimane.
Il 70% della popolazione iraniana ha meno di 30 anni e non ha partecipato alla rivoluzione. Hanno un elevato tasso di alfabetizzazione informatica, tanto che il Farsi è una delle lingue più diffuse del web. Ma troppo spesso nelle classificazioni occidentali l'Iran viene assimilato nella generica categoria dei Paesi islamici, che mette insieme luoghi diversissimi tra loro come l'Arabia Saudita, l'Indonesia, il Pakistan, o la Tunisia. Se i paesi arabi sono entrati nel tunnel l'Iran al contrario ne sta uscendo proprio grazie alla dolorosa esperienza iniziata nel 1981.
Il risultato è una straordinaria, anche se nascosta, secolarizzazione, che si esprime anche grazie a milioni di giovani iraniani on line con forse già più di 100.000 blog pubblicati, da quando nel 2001 il giornalista Hosein Derakhshan pubblicò una giuda all'autopubblicazione on line.
Così è rifiorito il movimento studentesco vittima della repressione, così risorgono le publicazioni riformiste censurate dalla magistratura clericale. I blog si sono rivelati uno strumento di democrazia anonimo, globalizzato, gratuito e difficile da perseguire. Tanto che il pur riformista Khatami ipotizzò persino di "scollegare" la rete nazionale dal world wide web.
L'altra grande finestra sul mondo è costituita dalla TV satellitare, che per i giovani di Teheran, significa musica, sceneggiati e notiziari trasmessi in lingua Farsi da emittenti californiane.
Sarebbe davvero un paradosso, se davanti a questa moltitudine di simpatizzanti per l'occidente (con l'ingenuità stile Sordi nell'Americano a Roma) la sola risposta del governo americano fossero i bombardamenti aerei.
Nicola Novelli