Ricordate la "zingarata" di Amici miei, quando il conte Mascetti, il Perozzi, l'architetto Melandri, il Necchi e il professor Sassaroli si "imbucano" ad una festa in una villa per mangiare e inventare un bello scherzo? Quella villa, a cinque minuti dal centro di Firenze è il Castello di Marignolle, già di proprietà del famoso antiquario Stefano Bardini, che in tempi più recenti è appartenuta ad una nota famiglia di produttori cinematografici, che la utilizzò per alcune scene del primo episodio di Amici miei.
Al piano terreno del Castello, venerdì 16 marzo, inizia l'esposizione degli arredi, dei dipinti e dei libri che la casa d'aste Maison Bibelot metterà all'incanto il 24 marzo presso la sede di Corso Italia 6, a Firenze.
Il Castello di Marignolle, sui colli orientali di Firenze, sorge sul sito di un antico palagio che Daniello di Luigi Canigiani vendette, nel lontano 1455, a Bongianni di Bongianni Bonfigliazzi.
Un suo successore, Iacopo di Bongianni, vi ospitò, il 27 novembre 1515, papa Leone X che reduce dall’Impruneta si preparava al solenne ingresso in città. Nel 1856 la villa cinquecentesca fu venduta dai Capponi all’antiquario Stefano Bardini che lo acquistò riempiendone le mura e le stanze con le sue scenografiche ricostruzioni come aveva fatto per la Torre del Bigallo e le case dei Mozzi in via de’Bardi. Nel parco del Castello di Marignolle l’antiquario creò un museo all’aperto, in cui espose la sua raccolta di stemmi, frammenti architettonici, monumenti sepolcrali e sculture.
L'esposizione, da venerdì 16 fino a lunedì 19, in orario 10-13 e 15-19 si svolgerà sia presso la sede di Corso Italia della Maison Bibelot, sia presso il Castello di Marignolle, Piazza di Santa Maria a Marignolle 4, Firenze.
E' possibile raggiungere il castello con il bus navetta numero 46 che parte da San Giusto della Calza a Porta Romana, su prenotazione, telefonando al numero verde ATAF 800541200.
L'asta si svolgerà venerdì 23 e sabato 24 marzo, presso la sede di Corso Italia, alle ore 10 e alle ore 16. La giornata del 23 sarà dedicata agli arredi e dipinti di un'altra splendida proprietà: Villa Gemma in Desenzano del Garda, mentre la giornata del 24 sarà dedicata all'Eredità Diana che comprende gli arredi, i dipinti e i libri del Castello di Marignolle.
Nel Salone principale del Castello l’arredamento è di impronta ottocentesca con divani e poltrone in stile Luigi Filippo rivestiti in damasco rosso sullo sfondo di un’imponente console con specchiera in mogano.
Un bel secrétaire francese, una cristalliera in stile boulle, un piccolo tavolo rotondo con il piano in marmo breccia. La parete centrale è occupata da una console in legno intagliato e dorato, in stile settecentesco ma eseguita più tardi nell’Ottocento, al di sopra della quale troneggia il magnifico stemma degli Asburgo Lorena granduchi di Toscana sormontato dalla corona imperiale con le insegne dei Cavalieri di Santo Stefano, Malta e Toson d’oro. Dipinto su di un grande scudo ovale in legno si pensa fu eseguito poco dopo l’insediamento della Reggenza lorenese in toscana e quindi databile intorno al 1750.
La parete è arricchita da dipinti antichi tra i quali da notare una coppia di santi, San Pietro e San Paolo, Scuola Bolognese del XVII secolo, entrambi in belle cornici coeve. Alle altre pareti due grandi tele: Il Matrimonio della Vergine, un olio di Scuola toscana del XVII secolo, e La morte di Seneca, di Scuola veneta dell’inizio del XVIII secolo. In un angolo una grande scultura lignea raffigurante un santo vescovo, di scuola marchigiana risale al XVII secolo. La sala è illuminata da un enorme lampadario in bronzo della fine del XIX secolo, con 24 bracci portacandela.
Nella Biblioteca un nucleo di libri antichi tra cui Mercuriale, Geronimo, Hieronymi Mercurialis De Arte Gymnastica libri sex […].
Venetiis, apud Iuntas: 1601. e Vitruvius, Pollius Marcus, I dieci libri dell’Architettura di M. Vitruvio […]. In Venetia, appresso Alessandro de Vecchi: 1629, oltre ad un interessante nucleo di libri d’arte. Una bella libreria in noce, Toscana, inizio del XIX secolo con vetri coevi soffiati. Nella biblioteca si trova anche un’interessante raccolta di mappamondi tra cui una sfera armillare in bronzo del XIX secolo ed un globo celeste, Parigi, Bastien, 1842.
Nella Camera del Baldacchino troneggia un grande letto in noce, finemente intagliato con grottesche, ghirlande e volute, la testiera centrata dalla stemma gentilizio della Famiglia Diana.
L’arredamento è in stile con il letto, tutto eseguito intorno alla fine del XIX secolo. Ai lati del letto due belle miniature su carta di Niccolò Rossi, datate 1827, che rappresentano Il Matrimonio di Maria ed il Battesimo di Gesù, entrambe in belle cornici coeve in legno intagliato e dorato. Vicini due frammenti olio su tela del XVII secolo, di Scuola ferrarese, raffiguranti due angeli. Nella stessa stanza, oltre ad una parte della collezione di icone, un bel dipinto attribuito alla Scuola di Francesco Albani, Diana al bagno, un grande olio su tela in cornice coeva.
In Sala da pranzo tra le credenze intagliate con lo stemma di famiglia una grande tela con l’albero genealogico della famiglia veneziana dei Candiano, stirpe di dogi, di Scuola veneta della prima metà del XIX secolo ed una interessante scena di battaglia.
Nell’ Office e nella Cucina si trovano numerosi serviti di piatti e bicchieri e varie curiosità tra cui un bel servito in porcellana di Limoges della fine del XIX secolo appositamente eseguito per la famiglia Diana, con bordo azzurro dipinto con volute dorate e centrato da stemma composto da 183 pezzi accompagnato da un servito di bicchieri di cristallo composto da 191 calici con 24 bottiglie en suite.
Dal salone principale si accede al Ballatoio dove si trova un gruppo scultoreo in legno, probabilmente spagnolo del XVII secolo, raffigurante La Pietà.
Nella Camera azzurra un bel letto del XVIII secolo con coperta in damasco azzurro, una ribaltina parmense in noce ed un bel dipinto di Scuola romana del XVIII secolo raffigurante una Lucrezia.
Numerosi gli oggetti d’arte e le curiosità che si trovano un po’ dappertutto in casa tra cui una interessante raccolta di icone, due enormi samovar russi del XIX secolo, una bella collezione di bastoni.
Nel Parco alcuni arredi da giardino ed un grande orcio in terracotta smaltata verde smeraldo della Manifattura Cantagalli.