Firenze- Alla Richard Ginori è incerto il futuro dei 360 dipendenti. L’azienda è ormai ad una stretta decisiva: o si trovano investitori per dare nuova linfa all’azienda, o lo stabilimento si avvia alla chiusura certa creando un vuoto inaccettabile nella realtà produttiva toscana. Dopo l’ennesimo rinvio della ricapitalizzazione deciso nei giorni scorsi dal cda della Ginori, allo stabilimento di Sesto Fiorentino rimangono poche speranze ed il rischio concreto è quello del commissariamento della storica azienda.
“Urge un’intervento diretto del Ministro dello Sviluppo Economico per scongiurare la definitiva chiusura della storica azienda e salvaguardarne i livelli occupazionali.” E’ quanto afferma Severino Galante Capogruppo PdCI in Commissione difesa alla Camera dei Deputati.
“Martini prenda posizione al fianco del sindaco di Sesto Gianni Gianassi che ha inviato anche un esposto alle procure della Repubblica di Firenze e Treviso perché accertino la regolarità formali e giuridiche nel comportamento degli organi societari e della proprietà della Richard Ginori”. Con queste parole il presidente della commissione regionale speciale Lavoro Eduardo Bruno si rivolge al presidente della Regione Claudio Martini, sollecitando il suo personale interessamento nella vicenda della storica azienda fiorentina e la sua solidarietà nei confronti di Gianassi.
“Bisogna salvaguardare la Ginori e i suoi 360 dipendenti. Non c’è più tempo –ha aggiunto Bruno. L’azienda e i lavoratori sono ad un bivio fondamentale: o si trovano imprenditori che investano capitali e diano nuova linfa all’azienda o lo stabilimento e i suoi dipendenti si avviano al patibolo con la morte dell’attività produttiva.” L’allarme e la richiesta al presidente Martini arrivano dopo il telegramma inviato, da Bruno, al ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani.
Dopo l’ennesimo rinvio della ricapitalizzazione deciso nei giorni scorsi dal CdA di Richard Ginori, allo stabilimento di Sesto rimangono poche speranze; Capitalia, infatti, starebbe chiudendo gli affidamenti.
La Provincia è tornata sulla questione della Richard Ginori con un appello, lanciato dall’assessore al lavoro Stefania Saccardi che, in Consiglio provinciale, ha risposto ad una domanda d’attualità di Rifondazione Comunista. “Ci troviamo di fronte ad un’azienda che rappresenta un’eccellenza nel panorama italiano e che aumenta il fatturato: si parla anche quest’anno di 25 milioni di euro, ma che rischia di chiudere e di mandare a casa 300 lavoratori in una situazione aziendale estremamente dignitosa.
La Provincia è a fianco del Sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi nel ribadire che i sogni di eventuali speculazioni edilizie nella zona al momento attuale si scontrano con un piano regolatore che è lo stesso di prima e che comunque nessuno, nemmeno l’azienda che si vanta e auspica questi mutamenti di destinazione urbanistica, ha richiesto. Faccio un appello – ha detto l’assessore Saccardi – ed è il medesimo che ha fatto Gianassi: sulla vicenda Richard Ginori deve intervenire la Confindustria col suo Presidente Luca di Montezemolo, affinché imprenditori degni di questo nome e capaci di elaborare un piano industriale si facciano carico di una realtà aziendale che si colloca tra le eccellenze del Made in Italy.
Montezemolo è stato nei giorni passati con Prodi in India a dire che le nostre aziende possono giocare una grande partita anche sui mercati in via di sviluppo. Possiamo competere sul piano della qualità del prodotto e la Richard Ginori è un banco di prova straordinario per dimostrare non solo la qualità del prodotto ma anche la qualità della nostra imprenditoria in Italia. Su questo piano, e solo su questo piano, ci sarà la disponibilità del Comune di Sesto e della Provincia di Firenze”.
Calò ha ricordato che: “Il nuovo Presidente ha dichiarato che non ci saranno licenziamenti, che ci saranno investimenti sulle risorse umane, valorizzando lo stabilimento e combatterà gli sprechi. Non voglio fare polemica ma la prima cosa da chiedere al nuovo Presidente della Richard Ginori è la presentazione immediata del piano industriale. Quello che manca è, secondo noi, un pressing, da tutti i punti di vista, affinché si obblighi il gruppo a presentare il piano industriale. Sono tre anni che c’è questa situazione di conflitto, di ambiguità e di grossa speculazione finanziaria all’interno del gruppo e viene da chiedersi se è normale che il sindaco abbia predisposto solo ora il ricorso in Procura.
Ma questo è un elemento che, a noi, interessa meno”.