30 gennaio 2007 – Un ricorso firmato dal sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, inviato al Capo dello Stato Giorgio Napolitano contro “l'annullamento straordinario, per illegittimità e a tutela dell'unità dell'ordinamento, di alcune disposizioni dello statuto del comune di Calenzano introdotte dalla deliberazione del consiglio comunale n.52 del 26 aprile 2005 in materia di estensione del diritto di elettorato attivo e passivo nelle elezioni del Sindaco e del Consiglio Comunale e del diritto di voto nei referendum comunali ai cittadini extracomunitari”.
La scorsa riunione di Giunta del Comune di Calenzano, del 23 gennaio 2007, ha dato mandato al Sindaco di andare avanti con l'opposizione al provvedimento governativo datato 11 luglio 2006. Oggi, 30 gennaio, l'Amministrazione Comunale provvede ad inviare il ricorso al Capo dello stato. “All'interno dell'atto appena emanato – spiega il Sindaco Giuseppe Carovani – vengono ribadite tutte le motivazioni giuridiche che hanno portato a proporre la modifica dello statuto per attivare l'elettorato attivo e passivo degli stranieri residenti: dalle modifiche del Titolo V della Costituzione che danno agli enti locali capacità ordinamentale, agli aspetti giuridici legati alla Convenzione di Strasburgo, fino alla parte relativa alla legislazione italiana (Testo Unico sull'immigrazione) che prevede esercizio attivo e passivo dell'elettorato da parte degli immigrati se questo viene previsto dall'ordinamento”.
Il Comune di Calenzano, insomma ribadisce la sostenibilità giuridica del fatto che possa essere modificato lo Statuto comunale in questo senso grazie alla capacità ordinamentale e al fatto che, l'elettorato per gli stranieri residenti, è una possibilità prevista anche da una legge dello Stato. Tra l'altro tra la modifica dello Statuto non è immediatamente efficace; per essere effettiva deve attendere un successivo regolamento attuativo. “Inoltre – continua Carovani - è abbastanza improprio il fatto che sia limitato l'esercizio dell'elettorato degli immigrati anche per il referendum comunale che è partecipazione consultiva ad un istituto prettamente comunale: il fatto che annullando tutta la delibera della modifica dello Statuto si annulla anche la partecipaizone a questo istituto è, a nostro parere, discutibile”.