Firenze, 16 novembre .2006- Sono 46 i progetti interregionali ad oggi attivati dalla Regione Toscana, altri 4 stanno partendo con titolarità della Regione. E' quanto è emerso dal convegno “Fondo sociale e cooperazione interregionale”, che si è svolto oggi durante la seconda giornata della rassegna Dire&Fare, promosso dal settore formazione e lavoro della Regione in collaborazione con Upi Toscana. L'incontro è stato un'occasione per fare il punto sui risultati prodotti dalla programmazione 2000-2006 del Fse, durante la quale si è introdotto il concetto dei progetti interregionali.
“Si è riusciti a realizzare interventi di gestione del sistema – ha sottolineato Alessandro Ferrucci, della Tecnostruttura per il Fondo Sociale Europeo – non solo nei rapporti con le altre regioni, ma anche e soprattutto attivando il coinvolgimento con gli enti locali”.
L'esperienza di cooperazione interregionale ha dato vita, nel periodo di programmazione1994-1999, al Parco Progetti. Poi, con l'attuale programmazione, si è introdotto il concetto di progetti interregionali. “Ora sono diventati una grande opportunità, si è riusciti ad attivare una modalità di lavoro basata sulla capacità di fare rete.
Le modalità di azione prevedono o che le risorse vengano trasferite ad una regione, o che ciascun territorio realizzi la propria azione mettendo il risultato a disposizione delle altre”.
Secondo l’analisi IRPET la cooperazione in Toscana rappresenta oggi un aspetto significativo dell’economia regionale; in termini di numero di imprese (6%), ma soprattutto di addetti (7%) -per metà costituiti da occupazione femminile-, fatturato e cittadinanza coinvolta nella partecipazione alla base sociale.
Una cooperativa su sette appartiene alla categoria delle cooperative sociali, attive soprattutto nei settori dell’assistenza sociale, dei servizi di pulizia e disinfestazione e dell’istruzione per adulti. Nei settori “sanità, istruzione e altri servizi sociali e personali” è impegnato il 18% degli addetti delle cooperative sociali. Nel complesso, quindi, le cooperative sociali regionali rappresentano il 5% delle nazionali e realizzano il 7% del fatturato, segno di una maggiore strutturazione ed organizzazione.
“Un sistema, quindi, quello delle imprese sociali molto attivo e dinamico, che intende veramente realizzare una coesione ed inclusione fondamentali per un sistema che non è solo economico ma anche e soprattutto sociale”, come evidenzia Giorgio Burdese, dirigente della Regione Toscana settore Attività produttive.
Secondo le proiezioni IRPET nel 2020 la nostra regione sarà caratterizzata da una crescita moderata, un aumento dell’età media di 2 anni e dall’innalzamento dell’indice di vecchiaia e di dipendenza, accompagnato da un numero sempre crescente di stranieri (da 4,6% a 12%) e di famiglie, sempre meno numerose.
Evidente, quindi, la necessità di investire nel welfare e come ha ricordato l’assessore alle Politiche regionali, Gianni Salvadori, “La cooperazione sociale rappresenta una risposta vera ai bisogni sociali della Toscana, e le imprese che ne fanno parte sono significative non solo economicamente, ma anche per il benessere della popolazione. L’impegno di migliorare alcuni meccanismi fondamentali, legati all’assegnazione dei servizi ed al meccanismo degli appalti da garantire -che superi in maniera definitiva il massimo ribasso e sia volto a garantire la possibilità di progettare all’interno della Toscana i servizi, insieme a coloro che avranno l’opportunità di gestirli- è inserito all’interno del Piano Integrato Sociale, che provvederemo ad attuare nei tempi e con le proposte possibili.” Ma, per concludere quindi, l’impresa sociale può rappresentare l’impresa del futuro? Pierfrancesco Lotito, docente presso l’Università di Firenze, non è di questo parere; “l’impresa sociale sta attraversando una fase densa di opportunità di sviluppo, che allo stesso tempo richiede anche un consolidamento della dimensione di impresa.
Rappresenta un pezzo insostituibile del welfare futuro, ma si deve saper trasformare. Non sarà di fatto l’unica impresa del futuro. La carta vincente del domani sarà un vero pluralismo di soggetti economici. L’impresa sociale è insostituibile nel suo ruolo, così come l’impresa capitalistica lo è nel suo; non esiste sostituibilità, ma esistono sicuramente territori di permeazione tra queste 2 entità, non sostituibili, non alternative. C’è posto per tutti”.
I comitati provinciali Arci di Siena, Arezzo e Grosseto organizzano, nell'ambito del Progetto “ Promozione e Impresa Sociale Toscana Sud” EQUAL PIST, un corso per operatori di Centri di Consulenza per la promozione sociale.
Il progetto si propone di sviluppare competenze per la consulenza, il sostegno, la promozione e lo sviluppo di nuove realtà associative, offrendo un orientamento generale e una formazione specifica ai futuri operatori ( consulenza e assistenza legislativa, consulenza e assistenza fiscale, found rising, assistenza alla progettazione, assistenza al reperimento di partner e consulenza di marketing associato). Il corso, che prevede una durata di 176 ore, di cui 80 di stage, affronterà i seguenti argomenti: aspetti giuridici e normativi del terzo settore, le scritture contabili e il bilancio, le imposte delle APS e la comunicazione sociale.
L'iniziativa formativa si svolgerà a partire da venerdì 17 novembre presso la sede dell'Arci Provinciale di Siena (Strada Massetana Romana 18), e prevede al termine il rilascio di un attestato di frequenza.