Firenze, 10 novembre 2006- Nasce a Siena il bio-incubatore per imprese nel settore delle biotecnologie. Passo concreto per lo sviluppo del Parco Scientifico.
Dopo appena un anno di operatività, la Fondazione Toscana Life Sciences (TLS) tiene a battesimo le prime imprese, selezionate dopo un bando internazionale, che dai primi di dicembre saranno operative negli edifici di Torre Fiorentina, già sede storica della Sclavo e adesso di importanti realtà del settore sia industriale che universitario.
A disposizione, nel complesso, 2.000 metri quadrati tra uffici e laboratori completamente attrezzati, assieme a servizi di consulenza e supporto alle imprese.
Questa struttura sarà in grado di ospitare, a regime, una decina di società start-up, per un totale di circa 80 nuovi addetti. È stato inoltre realizzato uno strumento finanziario specifico che prevede di soddisfare un fabbisogno stimato in 15 milioni di euro nei prossimi tre anni. La Fondazione Toscana Life Sciences, ente di diritto privato senza scopo di lucro, si è già imposta come uno dei principali attori nella ricerca biomedica nazionale ed internazionale. Creata nel 2005 a Siena, vede l’adesione, fra i numerosi soci fondatori (tra cui Regione Toscana e Provincia di Siena), delle cinque Università toscane.
Sabato 25 novembre prossimo (a partire dalle ore 10) in via Fiorentina la cerimonia ufficiale di inaugurazione dei locali.
Saranno presenti il Presidente della Regione Toscana Claudio Martini e il Presidente della Fondazione TLS e della Provincia di Siena, Fabio Ceccherini.
Nel corso della mattinata anche le presentazioni delle prime due start-up in fase di insediamento: Molteni Therapeutics e Toscana biomarkers.
“Non possiamo crederci” protesta Legambiente Toscana, alla notizia del finanziamento pubblico, di ben 5 milioni di Euro, al biotech anche agroalimentare stanziato dal ministero dello Sviluppo economico per imprese italiane che partecipano a progetti europei.
Nel bando dei precedenti finanziamenti compare un sostanzioso 25% all’agroalimentare. “Nonostante nel programma di governo venga indicata la via della qualità per l’agricoltura italiana, – continua Legambiente Toscana – nonostante il ministero delle Politiche Agricole abbia imboccato tutt’altra strada e nonostante cittadini italiani ed europei abbiano più di una volta espresso nelle più diverse sedi la loro contrarietà, Bersani, orecchie da mercante, calca altre vie nella più completa solitudine.
La ricerca ha certamente bisogno di soldi e di concreto incoraggiamento, eppure – conclude Legambiente – noi crediamo che ci siano settori che soffrono più dell’agroalimentare la mancanza di fondi. Perché non dirottare quel 25% in altri campi, per esempio, per il Piano di Bacino dell'Arno?”.