(Firenze,24 ottobre) Buone notizie dall’Europa: è in dirittura d’arrivo la definizione del nuovo programma operativo del Fondo sociale europeo 2007-2013. Dopo la pubblicazione, sulla gazzetta ufficiale dell’Unione europea nel luglio scorso, dei regolamenti per la programmazione dei fondi strutturali per le zone comprese nell’Obiettivo 2, la Regione ha elaborato, grazie ad un serrato confronto con la società toscana, i lineamenti di quello che dovrà essere fra breve formalizzato per diventare la base su cui si aprirà la fase di negoziazione con la commissione europea.
La prima novità positiva che, anche se un calcolo preciso non è ancora possibile farlo, la Toscana riuscirà a mantenere anche per questo nuovo periodo di programmazione lo stesso livello di finanziamenti comunitari del precedente e forse, addirittura, ad aumentarlo. “Si parla di qualcosa come 317 milioni d’euro in sette anni soltanto per il Fondo sociale europeo - annuncia l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini ad una platea di oltre 700 persone - cioè per il sostegno alle politiche della formazione, dell’istruzione e del lavoro.
Complessivamente la Toscana potrà contare su circa 665 milioni d’euro, con il cofinanziamento statale e regionale. In un quadro nel quale sembrava ci dovessero essere tagli fino ad un 30%, credo che possiamo dirci fin da ora soddisfatti”. Ma se ancora è presto per fare i conti all’ultimo euro, quel che è certo è che le politiche su cui la Toscana punta per far uscire la regione dall’impasse e ridare slancio all’economia e all’innovazione potranno essere portate avanti e potenziate. La seconda buona notizia è che la Toscana non è stata a guardare ed è infatti arrivata fra le prime, anzi per prima accanto alla Provincia autonoma di Trento, fra le regioni italiane che hanno messo a punto il piano con tanto di declinazione degli obiettivi e delle priorità secondo le direttrici della politiche europea.
“Non è stato difficile anche perché la scelta delle priorità del Programma operativo – spiega l’assessore - sono in sintonia con le indicazioni del Piano generale integrato e con quelle del Prs. Il che significa consolidare il sistema regionale integrato per il diritto all’apprendimento per tutta la vita, promuovere piena e buon’occupazione, sviluppare la dimensione internazionale delle politiche dell’educazione, formazione e lavoro, promuovere la ricerca scientifica, il trasferimento verso le imprese e il territorio, potenziare i servizi d’orientamento e costruire un sistema regionale delle competenze”.
Se questi sono gli obiettivi delle politiche regionali, come si traducono nel programma operativo? In estrema sintesi l’obiettivo generale del Por è favorire la piena occupazione e la qualità del lavoro, attraverso politiche volte ad accrescere gli investimenti in capitale umano e nella ricerca, l’adattabilità di lavoratori ed imprese, lo sviluppo dell’imprenditorialità, l’integrazione e la coesione sociale in un’ottica di lifelong learning, il perseguimento delle pari opportunità fra uomini a donne.
I temi prioritari della strategia regionale sono presenti all’interno di un programma articolato in cinque assi cui se n’aggiunge un sesto per l’assistenza tecnica: adattabilità, occupazione, integrazione sociale, capitale umano, transnazionalità e interregionalità.