Arte epica e popolare, l’Opera dei Pupi è stata riconosciuta dall’Unesco come ‘patrimonio immateriale dell’umanità e Mimmo CUTICCHIO ne è il più vivo custode, radicato e impegnato da sempre nella diffusione di quest’arte centenaria che rischia di perdersi. Figlio d’arte, cresciuto con un’educazione improntata ad un assoluto rispetto per la tradizione, si trova ad affrontare una realtà sempre più estranea ai valori della cultura popolare, nella quale percepisce nuovi possibili mondi nel portare avanti quest’esperienza.
Dopo aver attraversato, aiutato dal padre, le varie tappe del consueto apprendistato dell’ “opra”, da suonatore di pianino ad aiutante di palco, dalla recitazione della voce dell’angelo (prima recitazione che il puparo fa fare ai propri figli) a combattente di terza fino alla conquista della prima quinta, di fronte al puparo che dirige lo spettacolo, CUTICCHIO si sente costretto in un ambiente ispirato alle migliori tradizioni ma che non consente diritto d’innovazione. Negli Anni ’60 si stacca dall’influenza paterna e decide di tentare nuove esperienze, alcune delle quali all’estero, fino a che nel 1977 fonda la Compagnia dei Figli d’Arte Cuticchio con la quale prova a unire alcuni tra i principali linguaggi della comunicazione teatrale: il recupero delle tecniche tradizionali dei pupi e del cunto, la ricerca e la sperimentazione nella commistione con altre espressioni.
Tra musica colta, pupi d’epoca e le oltre 40 voci che la sua vocalità esprime, l’artista realizza un “parlato” che ben si sposa al ritmo e alla metrica del cunto siciliano, accompagnando le sue narrazioni con le insolite sonorità del pianino a cilindro. Basato sulle epiche gesta dei Paladini di Francia, ogni episodio dell’Opera dei Pupi è un caleidoscopico mondo di emozioni, ricco di colpi di scena e di colori, che non finisce di ammaliare grandi e piccini.
Al Festival MUSICA DEI POPOLI verrà presentato “Il gran duello di Orlando e Rinaldo per amore della bella Angelica” , episodio in cui Parigi è minacciata d’assedio ma dalla corte di Carlo Magno si sono allontanati numerosi paladini, che presi d’amore per Angelica, si sono messi alla sua ricerca; anche Orlando, che è il capitan generale e più valoroso, ha abbandonato la corte e a Re Carlo non rimane che affidare a Rinaldo il comando dell’armata francese.
Seguono battaglie, fughe, scontri con esseri fantastici e anche Rinaldo finisce per trascurare il dovere e, infiammatosi d’amore per Angelica, la contende ad Orlando: i due paladini si sfidano a duello e si sarebbero sicuramente uccisi a vicenda se a dividerli non fosse intervenuto il mago Malagigi…