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Dai sindaci l’ok alla firma del patto istituzionale per l’attuazione del PIT

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 ottobre 2006 15:08

Politiche efficaci di tutela e valorizzazione dei beni ambientali e culturali: qui si concentra prima di tutto il documento, approvato dal direttivo di Anci Toscana il 17 ottobre scorso, che e’ stato discusso stamani insieme all’assessore regionale al territorio Riccardo Conti. All’incontro erano presenti i sindaci di Fiesole, Fabio Incatasciato, di Empoli, Luciana Cappelli, di Fabbriche di Vallico, Oreste Giurlani - anche presidente dell’Uncem; gli assessori all’urbanistica di Firenze e Fiesole, Gianni Biagi e Marcello Cocchi.
Ribadendo il loro ruolo come primi e autentici “guardiani” di un patrimonio territoriale unico e straordinario, i comuni toscani ripetono la loro opposizione all’introduzione di elementi di gerarchia che irrigidiscano i rapporti fra Enti e Piani, complicando ulteriormente il quadro dei procedimenti e delle competenze.

In questa direzione va inquadrata la firma del patto fra le istituzioni previsto dal Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana, che avverrà il prossimo mese.
“Una cosa e’ certa – sostiene Paolo Fontanelli, Presidente di Anci Toscana e sindaco di Pisa - forse non sempre politiche di tutela sono attuate dai comuni, ma sicuramente senza i comuni non ci sarebbe tutela.” E intervenendo riguardo alla tesi espressa dal vicepresidente dei Verdi in Consiglio Regionale, Fabio Roggiolani, dice: “Se fosse vero che tutto il male per il governo del territorio toscano e’ derivato dalla legge regionale n.

5 del 1995 e poi dalla legge n. 1 del 2005, che hanno dato piu’ forza ai comuni, allora i Verdi avrebbero molto da pensare perche’, proprio dal 1995, hanno iniziato la loro attività in Consiglio”.
Anche Mauro Tarchi, sindaco di San Giovanni Valdarno e responsabile Anci Toscana dell'area Governo del Territorio, sottolinea come la tutela del patrimonio ambientale toscano abbia origine prima di tutto dai comuni. “Con la legge 59 del 1980 – ricorda Tarchi – sono stati istituiti i primi vincoli per la salvaguardia del paesaggio, anche per quanto riguarda le strutture private.

Gli investimenti per la riqualificazione dei centri storici sono sempre partiti dagli enti locali, e hanno portato tanti frutti che ora rimane ben poco da recuperare.”
Agganciandosi all’intervento di Tarchi, l’assessore regionale Riccardo Conti interviene dicendo: “Non sganceremo nessuna bomba N sulla Toscana. Non ci interessa lasciare intatto il paesaggio uccidendo le persone, che anzi sono il motore della politica di sviluppo. Non a caso la parola “risorsa” deriva da “risurgere”: qualcosa che va protetto ma non puo’ finire.

E non finisce se gli diamo gli strumenti adeguati per crescere in modo sano. Per questo il Piano di Indirizzo Territoriale coniuga tutela e sviluppo, lo fa grazie anche al ruolo dei comuni e delle province. In quest’ottica si inserisce il patto tra amministrazioni che sara’ firmato il prossimo mese. Un patto che prevede che alle istituzioni siano fornite tutte le risorse normative possibili, ma sulla base di impostazioni che funzionino a filiera e non in via gerarchica. Il governo del territorio e’ fatto di regole, di statuti, di invarianti, ma anche di strategie e contenuti attivi.

Patto e’ un’alleanza per costruire nuovo sviluppo, migliore sostenibilità, produzione di reddito.”
A questo proposito Conti ricorda che il prossimo 30 novembre l’incontro previsto nell’ambito del ciclo di appuntamenti “Verso il PIT” si trasforma in un raduno di tutti gli amministratori per confrontarsi sui temi del governo del territorio insieme a professionisti, tecnici e uomini del mondo della cultura.

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