Firenze – “Le ormai prossime iniziative legislative della Giunta regionale sui temi della partecipazione e dei diritti di cittadinanza si muoveranno su alcune linee di sviluppo fra loro distinte, ma accomunate da un unico filo conduttore, che è quello dell’allargamento dei diritti di cittadinanza e dell’ampliamento delle forme e degli strumenti della partecipazione democratica, nel rispetto delle finalità del nuovo Statuto toscano. Da una parte, dunque, si intensificherà il percorso di elaborazione della nuova legge sulla partecipazione, dall’altra si avvieranno tre diverse iniziative sui temi del diritto di voto agli immigrati, dei referendum consultivi e della nuova disciplina sul diritto di voto ai cittadini toscani residenti all’estero alle elezioni regionali.
Poiché le prime due iniziative presentano un carattere di maggiore urgenza e priorità, a queste si metterà mano subito, per la terza si avvierà comunque una riflessione”.
L’assessore Agostino Fragai, che ha la delega alle Riforme istituzionali e al rapporto con gli Enti locali, ha riassunto così le intenzioni del Governo toscano di mettere a punto, in tempi brevi, alcune iniziative legislative, fra cui una sulla concessione di voto alle amministrative ai cittadini immigrati in Toscana.
Ha detto a questo proposito Fragai: “Noi abbiamo fatto della partecipazione uno dei punti di forza del nostro programma. Chiediamo al Consiglio di proporre una legge al Parlamento nazionale che permetta l’allargamento del diritto di voto agli immigrati. Al tempo stesso, però, siamo pronti a proporre un nostro progetto di legge regionale. In quest’ottica siamo disposti, se necessario, a fare da apripista se ciò serve all’allargamento dei diritti di cittadinanza in Italia”.
Il dibattito ha preso il via con l’intervento di Alberto Magnolfi.
Il consigliere di Forza Italia ha esordito affermando che “da quanto detto dall’assessore, non siamo di fronte a un affinamento ulteriore rispetto a quanto previsto dallo Statuto, bensì a un atto che è fuori dai margini della costituzionalità”. Poi ha aggiunto: “Se volete lavorare in questo modo su queste problematiche, dovete assumervene le responsabilità attraverso l’elaborazione di un articolato che, stando alle premesse, non ci troverà certamente d’accordo”. E ancora: “Noi siamo favorevoli all’integrazione vera.
Per noi accoglienza significa partire dal rispetto della cultura e dei principi di chi accoglie perché altrimenti non vi sarebbe alcun tipo di integrazione reale ma solo una demagogica e buonista dichiarazione d’intenti che rischia di saltare in aria nel momento in cui si evidenziano le contraddizioni sociali”.
Secondo Maurizio Bianconi, capogruppo di An, “abbiamo il dovere di promuovere il diritto di voto agli immigrati nell’ambito della Costituzione”. Una legge regionale per il voto agli immigrati, infatti, per Bianconi “è a rischio incostituzionalità” perché ciò avverrebbe “fuori sia dello Statuto sia dal parere già dato dalla Corte Costituzionale dopo l’intervento del Governo nazionale”.
Per Bianconi “è ammissibile solo la promozione di una volontà politica e culturale, non certo normativa” e un tentativo di legge andrebbe contro il patto di gentleman agreement che “ha guidato il Consiglio regionale nella stesura del nuovo Statuto”.
Roberta Fantozzi del Prc ha definito “fuori dalle righe” l’intervento del capogruppo di An e ha invece affermato di ritenere “assolutamente condivisibile” il contenuto della relazione dell’assessore Fragai. “I cittadini stranieri che vivono e lavorano nel nostro Paese sono ormai il 5 per cento”, cioè una Regione media italiana”, ha detto la Fantozzi, “e noi siamo in ritardo nel costruire diritti e convivenza”.
E ancora: “Bisogna saper leggere la complessità della realtà sociale. La stessa associazione dei comuni italiani, l’Anci, si è espressa a favore del voto agli immigrati proponendo un progetto di legge. Se la democrazia sottintende la partecipazione, bisogna avere il coraggio di seguire questa strada e concretamente, qui in Toscana, bisogna metter mano a una legge per allargare il diritto di voto ai cittadini stranieri che vivono nella nostra società”. “Nella proposta avanzata dall’assessore Fragai non ho rilevato nessuna violenza, bensì la volontà di giungere ad uno schieramento ampio che garantisca la piena attuazione dello Statuto”.
Lo ha detto Fabrizio Mattei (Ds) nel corso del dibattito sull’informativa dell’assessore Agostino Fragai in merito alle iniziative che la Giunta intende programmare in materia di partecipazione, diritti di cittadinanza e diritto elettorale sulle quali la Regione Toscana potrebbe legiferare in merito all’estensione del voto agli immigrati, al referendum consultivo e al diritto di voto per i toscani all’estero. “La scelta del dialogo – ha continuato Mattei – è l’approccio giusto, mentre temo che dietro le disquisizioni da azzeccagarbugli siano agitate per nascondere cosa si pensa nel merito delle questioni”.
Mattei ha perciò chiesto ai consiglieri del centrodestra di manifestare il loro parere, favorevole o contrario, sulla necessità di estendere il diritto di voto agli immigrati. “Lo spirito dello Statuto – ha aggiunto – ci dice di andare in questa direzione”. Secondo Mattei, per il quale l’integrazione passa dalla richiesta del rispetto dei doveri ma anche dal riconoscimento dei diritti, “l’idea di due iniziative legislative avanzate da Fragai sono condivisibili”.
Anche la consigliera Bruna Giovannini (Ds) si è detta d’accordo con l’impostazione illustrata nell’informativa dall’assessore Fragai.
“È positivo che si coinvolga il Consiglio in un dibattito politico e cultura di questo livello - ha detto la consigliera – Affrontare questo tema è nostro dovere, anche per dare uniformità ad una serie di iniziative, dal consigliere aggiunto alle consulte degli immigrati, ad esempio, che molti enti locali hanno promosso spontaneamente e senza un riferimento legislativo”.Giovannini ha infine ricordato che “il riconoscimento del diritto di voto attivo e passivo è dare sostanza all’obiettivo che la Regione Toscana si è dato: quello di costruire una società solidale e contraddistinta da una forte coesione sociale”.
Di “comunicazione importante” ha parlato anche Severino Saccaridi (Ds), che ha sottolineato come “parlare dell’estensione del diritto di voto agli immigrati sia, in realtà, parlare delle sfide dell’oggi”.
“La società è in movimento – ha aggiunto – e quindi anche deve esserelo anche il quadro istituzionale e politico-giuridico devono”. Anche Saccardi ha chiesto che sia palesata la condivisione dell’obiettivo avanzato da Fragai. “Se questa condivisione c’è – ha concluso ricordando che l’integrazione e l’inclusione sono ormai un terreno obbligato – le due proposte di legge di cui ha parlato l’assessore possono convivere”.
“Nel merito delle questioni generali mi riconosco in quanto ha affermato il consigliere Saccardi, ma oggi stiamo parlando dell’ipotesi di due proposte di legge promosse dalla Giunta, ha specificato il portavoce dell’opposizione di centrodestra, Alessandro Antichi (FI).
“Fragai – ha aggiunto – è stato intellettualmente onesto, affermando che sull’ipotesi di una proposta di legge per riconoscere il diritto di voto alle regionali ai cittadini stranieri siamo ai limiti della costituzionalità. C’è di più: stiamo forzando gli stessi contenuti dello Statuto”. Antichi ha ricordato che la Corte Costituzionale ha accettato la difesa della Regione sull’articolo 3 dello Statuto solo perché esso è stato considerato come il “contenitore di premesse culturali che non comportano la rivendicazione o l’attribuzione di competenze che sono del Parlamento”.
Rispetto alle sollecitazioni giunte dalla maggioranza Antichi ha detto: “Riflettiamo bene su una legge regionale che riconosca la cittadinanza agli immigrati. Su questo siamo disponibili al confronto, ma non con i mezzi immaginati oggi dall’assessore”.
Di “discussione che non poggia su presupposti di credibilità istituzionale” ha parlato anche Giuseppe Del Carlo (Udc). “In linea di massima – ha spiegato – sono d’accordo ad operare per dare riconoscimento di cittadinanza agli immigrati” ma ciò deve avvenire “nei limiti imposti dalla Costituzione”.
Del Carlo, prima di ogni iniziativa regionale, ha chiesto che il Consiglio verifichi gli esiti del confronto sulla proposta nazionale attualmente in discussione. “Comunque – ha sottolineato – siamo contrari a ridurre da 10 a 5 anni il periodo minimo necessario per riconoscere il diritto di voto agli immigrati”. Perciò ha ribadito la necessità di “essere cauti, e va dato a Fragai di esserlo stato. La maggioranza, invece, spinge troppo in avanti. Diamoci tempo e confrontiamoci bene. In questo caso possiamo anche discutere di una proposta di legge da inviare al Parlamento.
Andare oltre a questo significherebbe, invece, andare oltre le nostre competenze”.
Giancarlo Tei (Sdi) ha invitato il Consiglio a non disperdere “la volontà trasversale che si è manifestata a livello nazionale” circa il dibattito sui diritti di cittadinanza e il diritto di voto per gli immigrati. Rispetto ai problemi di costituzionalità espressi da una parte del Consiglio, Tei ha affermato: “Nessuno vuole aprire un contenzioso con la Corte”. Il consigliere dello Sdi ha detto di condividere la proposta di legge da avanzare al Parlamento, perché “pone l’esigenza di fare chiarezza”.
Tei si è detto convinto anche che “la Regione fa bene a promuovere una sua legge regionale. È un segnale politico importante. Ma certo, sarebbe un limite che gli immigrati potessero eleggere il Presidente della Regione e non il sindaco del Comune in cui abitano”. Tei ha quindi invitato l’assessore ad andare avanti, riservandosi “di discutere, al momento opportuno, i requisiti che daranno agli immigrati il diritto di voto”. Infine, ha chiesto che siano ben ponderate le iniziative in tema di referendum consultivo e di diritto di voto per i toscani residenti all’estero.
“Ho ascoltato molti interventi buonisti, ma così non si affrontano i problemi di fondo”, ha detto Anna Maria Celesti (FI) in esordio del suo intervento.
“L’integrazione – ha aggiunto – non si realizza semplicemente concdendo il diritto di voto”. Il punto fondamentale, secondo la consigliera di Forza Italia, è quello della “reciprocità”. “È necessario che gli immigrati, così come avviene in ogni altra parte del mondo, accettino le nostre regole – ha spiegato – Gli immigrati devono accettare le nostre donne in minigonna così come noi accettiamo le loro donne con il velo. Se c’è questa reciprocità, allora possiamo giungere al riconoscimento del diritto di voto”.
Un invito a rileggere l’articolo 3 dello Statuto e a comprenderne lo spirito è stato rivolto a tutti i consiglieri da Alberto Monaci (Margherita). “Dobbiamo comprendere come siamo arrivati a quel testo – ha detto – anche se non dobbiamo impedirci un’interpretazione delle norme in senso dinamico”. Monaci ha invitato a rappresentare gli intendimenti della Regione “a chi ha la potestà di legiferare” in materia. La Regione, per parte sua, “deve introdurre tutte le garanzie legislative che le competono”.
“Dobbiamo intervenire nei limiti che ci siamo dati – ha aggiunto – Quindi sollecitiamo il Parlamento con la nostra proposta”.
Mario Lupi (Verdi) ha parlato di “relazione positiva, soprattutto per il percorso che immagina”. Lupi si è detto favorevole a perseguire il percorso individuato sul tema del diritto di voto agli immigrati. “Il futuro della nostra società, sempre più multiculturale e multirazziale – ha spiegato, - ci obbliga ad affrontare questo ragionamento”.
Lupi Ha invece chiesto approfondimenti in materia del diritto di voto per i toscani residenti all’estero.
“Condivido la prudenza e la scelta del doppio binario annunciate dall’assessore Fragai”, ha detto Alessia Petraglia (Ds), che ha auspicato un percorso celere delle iniziative legislative della Regione “perché tanti immigrati vivono in condizione di esclusione sociale e di razzismo istituzionale, mentre invece servono regole eque, giuste ed efficaci”. Secondo Petraglia, è “utile dare il voto agli immigrati, perché da questo passa il diritto alla cittadinanza”.
Sullo Statuto ha aggiunto: “Non stiamo andando al di là di quanto prevede lo Statuto, ma stiamo facendo un cammino per la sua attuazione”.
Il dibattito si è chiuso con la replica dell’assessore Fragai. “Respingo le accuse di prepotenza – ha esordito – perché ho chiesto il permesso di introdurre una riflessione e di avviare un percorso sul quale confrontarci”. Fragai si è augurato che “l’allargamento della base elettorale possa avvenire con il più ampio consenso possibile dei gruppi del Consiglio regionale”.
A questo proposito ha aggiunto: “Lo Statuto è chiaro: ci impegna a promuovere l’estensione del diritto di voto. Registro un punto positivo. Sull’idea di avanzare una proposta al Parlamento c’è un’ampia disponibilità. Bene, partiamo da qui, anche perché è la questione più urgente”. Fragai ha quindi annunciato che presto la Giunta presenterà al Consiglio il documento preliminare in modo da aprire una discussione di merito. “Dalla conclusione di quell’iter – ha concluso l’assessore – discenderà anche l’approccio con cui affrontare le altre questioni che oggi ho richiamato nella mia comunicazione”.