12 ottobre 2006- L'ex Presidente della Repubblica, nel messaggio inviato ai giovani imprenditori senesi ha sottolineato l'importanza del dialogo e della concertazione fra imprese, università e istituzioni per rilanciare il Paese e valorizzare le sue produzioni e le sue tipicità. "La riforma federale - si legge nella lettera di Carlo Azeglio Ciampi - ha spostato competenze e risorse verso Regioni e Comuni, facendoli entrare nella cabina di regia dello sviluppo. Occorre che tali enti si dotino degli strumenti e delle competenze umane necessarie per esercitare le nuove attribuzioni, realizzando ad esempio azioni di marketing territoriale, di valorizzazione dei prodotti tipici, di promozione internazionale delle produzioni, di certificazione di qualità, di formazione".
"Il nostro Paese - afferma ancora Ciampi nel suo saluto - trae storicamente la sua forza dalla centralità dell'uomo e dal suo straordinario patrimonio storico, artistico e culturale che si manifesta nella creatività e genialità dei suoi imprenditori, nella qualità della vita più alta che negli altri Paesi occidentali e nella capacità di produrre arte e cultura. Sta soprattutto ai giovani interpretare e sviluppare le grandi potenzialità ereditate dal nostro passato con questi sentimenti".
Anche il presidente del Consiglio dei Ministri ha inviato il suo saluto all'Unione dei giovani imprenditori di Siena scusandosi per non potere essere presente a causa dei numerosi impegni istituzionali all'estero.
"Viviamo una fase critica - ha scritto Romano Prodi ai giovani imprenditori senesi - dalla quale dobbiamo uscire al più presto. Proprio voi, con il coraggio che non vi manca, dovete aiutare il Paese a recuperare competitività e sviluppo".
Dopo la lettura dei messaggi, la prima giornata della convention è proseguita con la tavola rotonda, dal titolo "Programmi ed obiettivi a confronto", che è stata introdotta da Franco Belli, economista e docente dell'Università degli Studi di Siena.
Federico Minghi, presidente dei giovani imprenditori di Siena ha aperto il dibattito con una relazione incentrata sul rapporto tra uomo ed economia e sulla necessità di valorizzare l'identità del Paese, definita dal patrimonio culturale, storico ed ambientale.
"Ogni ricchezza è sempre ricchezza di uomini e non di cose - ha affermato Federico Minghi, utilizzando una citazione di Novak - L'uomo sta diventando la chiave dello sviluppo economico, dell'innovazione, della capacità competitiva, sia a livello della singola azienda che di sistema Paese.
E' arrivato il momento di mobilitare le politiche pubbliche e l'iniziativa dei privati nella costruzione e nella realizzazione di un progetto capace di far fruttare il patrimonio dell'identità italiana che non è delocalizzabile e che resiste alla competizione di chi, dalla Cina all'India, è ormai in grado di mettere in campo il formidabile "combinato disposto" di tecnologie avanzate, di risorse umane qualificate e di costi bassi e bassissimi".
Federico Minghi ha messo in evidenza anche gli obiettivi e le risorse su cui puntare per rilanciare l'economia italiana ed uscire dalla crisi.
"Il futuro delle imprese italiane - ha continuato il presidente dell'Unione giovani imprenditori di Siena - è legato alla capacità di abbattere i costi del personale e alla possibilità di contare su risorse umane eccellenti, motivate e flessibili. Vincere la scarsa mobilità sociale e le resistenze all'innovazione in ambito politico, economico e sociale sono battaglie comuni a tutti i giovani italiani che aspirano ad una società che allunghi l'orizzonte di riferimento delle sue scelte strategiche.
Come imprenditori stiamo investendo nelle nostre aziende e stiamo scommettendo sulla centralità dell'Italia. Come Giovani Imprenditori vorremmo un Paese capace di investire sulla capacità, unica, di intraprendere degli italiani. L'Italia è un paese ingessato, in cui le forze attive più dinamiche e più innovative non riescono ad emergere e a crescere come negli altri Paesi e per questo non possiamo permetterci di perdere altro tempo".
"Il Governo - ha continuato Minghi - deve ridurre e riqualificare la spesa pubblica, ridurre il debito, recuperare il sommerso, ragionare sulla sostenibilità delle pensioni di anzianità attuali e ripensare il sistema degli incentivi alle imprese, riducendo la pressione fiscale e contributiva.
Occorre, inoltre, favorire l'innovazione tecnologica nelle imprese e quella non tecnologica fatta di creazione di nuovi format e di nuove formule commerciali, di innovazione organizzativa e manageriale. Per praticare questo modello, però, occorrono politiche attive, regole, strumenti e risorse adeguate e abbiamo bisogno anche del supporto del sistema bancario, al quale, oggi, chiediamo di costruire insieme una collaborazione più avanzata con le imprese italiane, in particolare con le medie e piccole imprese, che consenta di apprezzare le idee innovative e la serietà del progetto aziendale, piuttosto che la solidità delle garanzie patrimoniali.
Il cambiamento e le riforme sono indispensabili per evitare il declino e liberare l'economia".
L'Unione dei giovani imprenditori di Siena è una realtà recente nata come espressione di un'imprenditoria ispirata ai valori del mercato, dell'impresa e dell'efficienza, ma pronta a rispondere ai cambiamenti socio-economici. L'associazione si pone tra i suoi obiettivi la promozione di un confronto costruttivo e dialettico per portare il proprio contributo all'economia del Paese e alle scelte di sviluppo e la tutela delle proprie attività in un contesto di regole chiare che permetta di promuovere la crescita economica con progetti ed azioni legati alla cultura d'impresa e al mercato.