Benigni legge l'Inferno di Dante e sferza l'effimero
Ma anche Carlo Monni recita Dante a Montevarchi (Arezzo)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 luglio 2006 14:10
Benigni legge l'Inferno di Dante e sferza l'effimero<BR>Ma anche Carlo Monni recita Dante a Montevarchi (Arezzo)

Alla fine della lettura di Dante fatta da Roberto Benigni venerdì, il presidente del Consiglio Romano Prodi era entusiasta. In una scenografia naturale che vanta tradizioni artistiche e storiche, piazza Santa Croce a Firenze, Benigni commenta il suo conterraneo Dante e censura l'effimero dell'oggi, quello dei telequiz frequentati da gente ignorante che vince di «aiutino in aiutino».
Viaggio a ritroso dal giorno d’oggi all’Inferno di Dante con l’attore Carlo Monni, ospite del festival di cene e teatro “Utopia del Buongusto”.


Mercoledì 2 agosto alle 21,00 all’anfiteatro della Filanda alla Ginestra di Montevarchi (Arezzo) va in scena “Monni all’Inferno”, evento speciale di e con Carlo Monni, Franco Casaglieri e Banda alle Ciancie (Marco Fagioli basso tuba e chitarra, Franco Ricciu contrabbasso e chitarra, Bruno Romani sax alto e flauto). Per l’occasione cena inedita tutta a base di gelato realizzato artigianalmente. Ingresso spettacolo e gelato a volontà 10 euro. Per informazioni e prenotazioni 0587-608533 / 320-3667354
Franco Casaglieri nelle vesti di un professore un po’ folle, seguendo le divagazioni di un vecchio personaggio di Vergaio, introduce Carlo Monni e di conseguenza il pubblico ad una particolare visione della Divina Commedia.

La Banda alle Ciance, che ormai da qualche anno segue Carlo Monni, accompagna musicalmente Carlo in questa particolare recitazione. Prendendo le mosse dal lamento di Cecco da Varlungo, si passa lo Stige, l’acheronte, la Città di Dite, ed è così che possiamo incontrare Paolo e Francesca, Farinata degli Uberti, Ulisse che “fatti non foste a vicer come bruti”, il Conte Ugolino. Carlo non legge Dante ma lo declama a memoria, anzi lo recita, come fa con il canto di Farinata, oppure lo canta come la romanza di Paolo e Francesca.

Entra nella struttura stessa del poema, diventando la fiamma “ove si martiria” Ulisse e Diomede, o diventa lo stesso conte Ugolino fino a terminare, uscendo a riveder le stelle in una liberatoria Ave Maria.
A fine serata ci sarà il racconto della mezzanotte. Cinque minuti di poesia accompagnati da bevande e dolci. La cena tutta a base di gelato è a cura della gelateria Cassia Vetus.

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